💤Bored🥱

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(boy) x (boy)
(bottom) x (top)
(Regni delle D. Sicilie🇮🇹) x (Impero Russo🇷🇺)

Reating: rosso🔴

Richiesta: stqllx

Trama: Sicilie è del tutto annoiato al interno di quelle quattro mura, è in questo esatto momento che avrà l'idea di invitare il suo migliore amico Impero Russo, la sua cotta.
Il suo amore segreto..

Prima persona: Regno delle D. Sicilie (raga ci rinuncio)

Il soffitto era il solito noioso e spoglio muro.
Bianco e senza imperfezioni su di essa.
Piatta e senza nemmeno una decorazione che potesse renderla più interessante.
Un sospiro usci dalle mie labbra sottili e rosacei.
La vita certe volte è davvero troppo noiosa e quotidiana.
Ti alzi, mangi, fai il tuo dovere, certe volte non hai nemmeno del tempo per te stesso che ad un certo punto, senza nemmeno accorgertene, ti ritrovi di nuovo sdraiato sul letto, provi a chiudere gli occhi e aspetti che il giorno dopo ti svegli con l'aiuto della sveglia o magari con il rumore di qualche maleducato in strada.
Io sto male dovunque mi metti, per questo ogni giorno provo ad essere migliore, per rendere speciale ciò che ho intorno, non capisco chi rinuncia al controllo.
Non ho scelto io di nascere, non ho detto al cuore batti, non ho scelto il mio carattere, e non mi basta scrivere del mio male di vivere, io lo voglio combattere, si voglio battere.
Devi esserci qualcosa di meglio, del mio odio, e la paura non appena mi sveglio, come mi sento in isolamento, prigioniero del mio cervello.
Certe volte non riesco nemmeno a pensare lucidamente, mi sveglio, mi annoio e respiro.
La mia vita è una totale noia.
Nella mia mano destra tenevo stretto la Cornetta del telfono.
Ne sarebbe davvero valsa la pena?
La mia noia sarebbe svanita come polvere?
Certo che ne sarebbe valsa la pena, cosa stavo pensando, lui era il mio posto sicuro, solo che lui..potevamo dire..
Che non lo sapeva?
Composi il numero, gli squilli fecero formare un groppo di saliva, rimasto incastrato in gola.
Una presenza dietro la cornetta prese voce.
Non potevo vederlo, ma ogni volta che sentivo la sua voce, il mio colpo si paralizzava sul colpo, le mie gambe, le mie braccia, il mio cervello, tutto il mio corpo, si rifiutava di muoversi.
Un brivido mi percorse tutta la strada della spina dorsale.
Sentivo il suo profumo, la sua voce rauca e severa, i suoi occhi color miele, il suo corpo, tutto, era in quella mia dannata mente.
"Sicilie?"
Sentire ogni volta il mio nome essere pronunciato era come un sollievo, come se facesse capire la sua presenza, era meraviglioso, quasi...una sensazione di eccitazione..
Pensare a quella idea, il mio viso non potè sopportare oltre, diventando di un rosso fuoco, praticamente come un pomodoro appena raccolto.
"Ehy impero.."
"Qualcosa non va per caso?"
La sua voce severa ma preoccupata mi fece andare più in tilt di quando non lo ero pochi secondi fa.
"No, no, non ti preoccupare, tutto va alla grande"
"Allora perché mi hai chiamato? Lo sai che ho da fare Sicilie.."
Questa volta ritorno con un freddo e vuoto tono, il che mi fece congelare dal disagio.
"Lo so che hai da fare Impero, ma volevo chiederti se volevi venire a farmi un po' di compagnia..?"
Senti un sospiro esasperato dal altra parte.
"Sicilie.."
Sapevo che in quel momento si stava pizzicando la punta del naso, era il suo vizio.
"Non puoi fare un eccezione per oggi? Ti prego..?"
Il silenzio calò da entrambe le parti, e questo mi uccise dal interno.
"Questa sarà la prima e l'ultima volta, che si chiaro."
Il suo tono fermo e secco mi fece capire che non c'era alcun tono di sarcasmo, nemmeno un pizzico di scherzo, ma questo non mi impedì di sorridere come un ebete.
"Capito! Ti preparo il tuo caffè preferito! Ti aspetto!"
Senti una risata dal altra parte del telefono, e il mio cuore perse battiti fino ad avere difficoltà a pompare sangue nelle vene.
Chiusi velocemente la chiamata mentre, "stranamente" il mio viso divenne per la seconda volta del giorno, di un rosso accesso.

~~•~~

Tutto io resto fu veloce, credo.
Era come se il tempo fosse concentrato solo suo sottoscritto, solo e unicamente sulla mia presenza.
Odiavo quando con Russia il tempo sembrava essere vorace e senza pietà.
Odiavo tutto questo.
Guardai con sguardo assente e seccato, la tazza di tè caldo davanti ai miei occhi, lo tenevo stretto tra le mie dita, colpa del ansia, colpa delle stress, colpa del mio maledetto amore..
Delle dita morbide ma fredde, ricoperte da guanti in pelle color nero si fecero strada sul mio mento, poi fu..
Semplicemente unico?
Il mio viso si ritrovo davanti ai suoi occhi indagatori, avevo paura e eccitazione nello stesso momento, due emozioni che non andavano per niente d'accordo.
"Sei perso nei tuoi pensieri, c'è qualcosa che ti preoccupa?"
Chiese, alzando un sopracciglio lentamente e in maniera del tutto calma.
Annuì lentamente e con agitazione dal suo tocco caldo e freddo allo stesso tempo.
"Sai che non ti credo vero?"
"Ma è la verità!"
Forse?
Bhe! Di certo, non potevo di certo dirgli quello che provavo per lui, non avrei mai rovinato dal mia amicizia per qualcosa di così isterico, pazzo e insensato..
Continuò guardandomi con un sopracciglio alzato in maniera curiosa, come se volesse leggermi la mente, o magari, se vogliamo essere più precisi, la mia anima..
"Sicilie.."
Il suo tono non chiedeva se volevo dirglielo, era chiaramente un obbligo.
Sbuffai di getto, incrociando subito dopo le braccia sul petto, distogliendo lo sguardo.
"E solo che mi annoio.."
Notai una delle sue sopracciglia alzarsi.
"E davvero questo la fonte dei tuoi pensieri?"
Annuì leggermente, cercando di tenere il suo sguardo intimidatorio.
"Ok? Vuoi fare qualche gioco da tavola?"
"Troppo ragionamento."
Dissi seccato per poi rimanere in silenzio.
"Allora vuoi leggere il giornale?"
Chiese ancora più confuso.
"Non ci pensare, con tutti quei problemi per la testa ci manca che me ne faccia altri.."
Senti un sospiro arrivare da parte sua.
Ok, lo ammetto, ero un po' difficile, ma di certo non avrei letto giornali per il resto della mia giornata!
"Mi spieghi cosa vuoi fare?"
Sapevo che aveva alzato di nuovo un sopracciglio.
Lo faceva sempre quando c'era un punto interrogativo ad una sua famosa frase.
Borbottai in sotto fondo.
"Non ti capisco. Parla chiaramente."
Sentivo il suo sguardo far bruciare il mio corpo, sapevo che se sarei rimasto un'altro minuto in questa stanza non avrei sopportato l'idea di stargli un secondo in più lontano.
Mi alzai di scatto..forse un po' troppo aggressivamente, visto che il tavolino traballò portando a terra la tazza e facendola diventare soli di cocci.
Mi maledissi a bassa voce mentre mi abbassavo lentamente.
Non volevo guardarlo, non mi sarebbe bastata la terra per potermi sotterare dalla vergogna.
Senti un respiro calmo ma glaciale sul collo, e quando squitti dalla sorpresa, girandomi subito dopo il mio fiato si tolse di mezzo.
Non riuscivo più a respirare.
La nostra distanza era talmente minima da sentire che potevo scoppiare da un momento al altro.
I miei occhi si spalancarono di scatto mentre mi alzavo di fretta e furia.
"Vado a prendere una pezza per rimediare a questo casino!"
Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere.
Ero solo.
Seduto e appoggiato con la schiena contro la porta.
Un sospiro usci involontariamente.
Era successo tutto così di fretta..
Perché l'universo non mi dà tempo..?
Ugh..non ci capisco più niente..
Mi misi entrambe le mani tra i capelli cercando di fare funzionare il mio cervello.
Odio il fatto di amarlo..
Lo odio così tanto!
Ero perso nei miei pensieri finché non senti di nuovo quella voce fredda e distante ma così vicina allo stesso tempo.
"Sicilie? Stai bene?"
Cazzo!
"Perché sei qui!? Cioè..-! Volevo dire..!"
Feci un respiro profondo cercando di calmarmi il più possibile.
Poi lo senti di nuovo.
Quella voce così odiosa e melodica allo stesso tempo.
"Senti, ma che ti prende? Oggi ti stai comportando in modo strano, c'è qualche problema?"
La sua voce era fredda e velenosa, ma un pizzico di preoccupazione gli tradiva tutto il lavoro che aveva cercato di fare.
Mi alzai di scatto, per poi aprire la porta.
Mi ritrovai faccia a faccia, o per meglio dire..faccia a petto..
"Sei tu il mio problema.."
Borbottai, ma dal suo viso accigliato notai che non aveva capito, se non il vuoto credo.
"Sei tu il mio problema!"
Dissi alzando la voce.
Sapevo che aveva sentito questa volta.
I suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa, ma ben celati, mentre per l'ennesima volta il suo sopracciglio si alzò, aspettando una spiegazione.
Le sue braccia erano incrociate dietro la schiena, mentre i suoi occhi sembravano più freddi e distanti.
Un groppo di saliva in gola, fermandomi quasi del tutto il respiro.
"Allora?"
Chiese acido.
"Si può sapere cosa ti prende? Ti conosco fin troppo bene per non capire che qualcosa e in quella tua mente."
A quel punto scoppiai.
Non sapevo se erano stati tutti questi anni o magari l'essere stanco di vederlo sempre così lontano da me.
Lo sapevo.
Sapevo che mi avrebbe visto come un amico e lo avrebbe continuato a pensare, ma io ero stanco..volevo solo liberarmi da quel peso che mi attanagliava da secondi, minuti, ore, mesi e anni..
"Si può sapere a cosa pensi quando una persona cerca il tuo aiuto? O per meglio dire..la tua attenzione!?"
I suoi occhi si indurirono ancora di più, questa volta mosse le braccia davanti a sé, incorciandole sul petto.
"E con questo cosa vuoi dire? Sai che sono-"
"A lavoro, lo so!"
Dissi lagnante.
"È la solita scusa che usi da anni!"
"Mi vuoi dire che sono un bugiardo?"
Mi bloccai di scatto non sapendo cosa inventarmi.
Abbassai lo sguardo del tutto Imbarazzato, può sembrare strano, ma sotto i suoi occhi indagatori mi sentivo come...
Spoglio.
"Non sto dicendo quello!"
Di nuovo quel suo sguardo indagatore..
"Allora cosa vuoi dirmi?"
"È difficile..-"
"Oh, no, no, adesso me lo dirai, non mi subirò la tua ira senza sapere qual'e esattamente il tuo problema."
Il suo viso era duro e freddo come sempre, e il mio diventò un pomodoro.
Come sempre...
"Io non ho nessun problema!"
"(Sei tu il mio problema) Lo hai detto tu no?"
Ed ecco di nuovo quel suo sopracciglio alzato..
Mi volevo letteralmente sotterare.
"Lasciamo perdere! Oggi non è giornata Russia!"
Mi scontrai contro il muro.
Il suo corpo mi aveva del tutto bloccato su quel cemento freddo e desolato.
Il medio e l'indice si posarono sul mio sotto il mio mento, costringendo ad incantarmi di nuovo nei suoi occhi miele.
Per un attimo i miei occhi si posarono sulle sue labbra.
Erano sottili e chiare di colore, erano mozzafiato.
Vidi le sue labbra incurvarsi in un leggero sorriso.
Era straordinario..
Nessuno lo aveva visto sorridere..
Nessuno tranne io.
Ma quel sorriso si era formato per un solo motivo, e il mio viso diventò un peperone appena maturo.
Merda..
Ero rimasto incancantato per troppo a lungo, i miei occhi erano rimasti fermi tra le sue labbra per troppo.
Cercai di dimenarmi per liberarmi, non perché non mi piacesse, anzi, tutto il contrario, tutto questo mi portava una certa elettricità al corpo, ma volevo sprofondare in tutto quel imbarazzo..
Uno stato di leggero dolore si difese su tutto il mio corpo quando sentì una leggera spinta contro il muro.
Il suo guanto sul mio viso creava un certo brivido.
Sorrise.
Di nuovo quel maledetto sorriso..
"Non sei mai stato bravo a mentire, e questo lo capito benissimo Sicilie."
L'aria al interno della magione iniziò ad essere irrespirabile e io odiavo e amavo quella sensazione allo stesso maledetto tempo.
Il mio corpo si irrigidì sul colpo.
"Con le parole "mi annoio" sapevo già cosa intendevi."
Lo guardai incredulo con un pizzico di irritazione mentre iniziavo a colpirgli il letto con dei leggeri pugni.
"Sei insopportabile!"
Il mio sangue si gelò quando una risata arrivò alle mie orecchie.
Dio..
Perché il mio corpo cede così facilmente..
Il mio sguardo divenne di un intenso rosso fuoco, mentre premevo il labbro inferiore, con agitazione, contro il labbro superiore.
Ero sicuro che non riescivo più a controllarmi..
I miei occhi diventarono ricolmi di sorpresa e agitazione.
Delle labbra con tocco freddo ma delicate si posarono sulle mie.
Sentivo la loro morbidezza, la loro delicatezza e la passione con cui premevano contro di esse.
Poi tutto finì, fin troppo presto per i miei gusti.
Sollevai lo sguardo confuso, come per dire "perché ti sei fermato?"
Russia sorrise divertito dal mio viso confuso ma ben agitato.
"Tu annoi eh?"
Disse ridendo.
Possibile che non avevo mai visto questa sua facciata?
Senti un strattone, ben deciso e quasi aggressivo.
"Bene, ti farò urlare talmente tanto il mio nome che ti dimenticherai anche di cosa significa la parola "mi annoio""
Il mio corpo andò del tutto in tilt, non riuscivo nemmeno a formulare una frase ben concisa e calcolata.
Senti il mio corpo scontrarsi contro qualcosa di morbido.
Un divano.
Aveva un color verde speranza, quasi ad invitarmi a sedermi, come se aspettasse quel momento da così tanto tempo.
Era morbido e accogliente.
Il mio corpo si adagiò contro di essa, cercando di ripetermi che andrà tutto "bene", ma il mio stato di agitamento era in umano, stavo letteralmente tremando, quasi avessi paura, ma tutt'altro.
Ero eccitato.
La notte calò, e prese parte al posto del pomeriggio, il mio respiro iniziava ad essere affannosa e stanca, mentre delle mani ben salde e guantate riuscirono a togliermi l'uniforme senza troppe polemiche.
Non riuscivo a vedere le sue emozioni.
Anche in situazioni piuttosto "imbarazzanti" come questi, riusciva Sempre a nascondere le sue emozioni, come se cercasse di scappare.
L'unica cosa che riuscivo a vedere?
Il suo incantevole sorriso.
Si stava divertendo del mio modo incasinato di prendere in questo modo questi "tipi" di episodi.
"Rilassati, non abbiamo nemmeno iniziato."
Disse ridendo ma con voce roca e sarcastica.
"Perché ti comporti così!? Non lo hai mai fatto..!"
Prima di potermene accorgere un mano si mise al lato della mia testa, i miei occhi vagarono sulla mano per qualche secondo per poi perdermi di nuovo nei suoi occhi.
Sorrise.
Dannazione..!
Un gemito uscì dalle mie sottili e dolci labbra.
Quando abbassai lo sguardo notai la sua mano sotto i miei indumenti.
Grandioso..
Avevo già capito che mi avrebbe messo alla prova, che avrebbe giocato con me, avrebbe sperimentato i miei limiti.
"Quanto sensibile!"
Disse quasi ridendo sarcasticamente.
Lo guardai, cercando di sembrare il più irritato possibile, anche se sapevo benissimo che in quel momento il mio viso era un pasticcio composto nel tempo.
La notte continuo.
Il silenzio non era più parte di quelle a quattro mura.
La vergogna di diffondeva su tutto il mio corpo.
Con i tremiti, gemiti, di come reagiva il mio corpo solo con un semplice tocco della sua mano.
E per quanto odiassi dirlo, lui lo aveva, e io lo amavo.
Dopo altri minuti di tortura, finalmente, la mano si sposto sulla cintura dei pantaloni.
Il mio corpo si irrigidì e saltò dalla sorpresa del gesto.
Un'altra risata.
Altro divertimento.
L'ennesimo gemito uscì senza consenso, mentre il mio corpo era riempito in tutto, da tre succhiotti leggeri ma violacei.
Sapevo che Russia era qualcuno di raffinato e delicato, e "macchiare un opera" come diceva lui, era un "peccato"
A quelle parole il mio sbuffo si fece sentire e la sua risata di intensificò.
Riuscivo solo a far uscire aria del tutto calda ed con un sentimento di eccitazione, il mio corpo tremava, emozioni di paura, piacere, imbarazzo, vergogna ma un emozione prevaleva su tutti...
Eccitazione.
In poco tempo i nostri vestiti erano accompagnati dal pavimento raffinato e freddo come la neve.
Come eravamo finiti ad essere amici ad divertirsi per una sola notte?
Come eravamo arrivati al punto di "annoiarsi" al sentire il corpo urlare dal divertimento?
Me ne sarei pentito il giorno dopo?
La verità?
Ci penso perché so che la mattina dopo, quando gli uccelli cinguetteranno e il sole sarà tra il cielo sereno della giornata..
Io non mi pentirò di niente..
Il gioco continuò per tutta la notte.
Lui che rideva, io che gemevo sotto il suo tocco.
E in fine, eravamo arrivati al culmine, o per meglio dire..
Io ero arrivato al culmine.
Alcune lacrime uscirono dai miei occhi color nove/miele, il paciere mescolato al dolore era troppo, ma anche troppo poco.
La verità è che basterebbe anche solo un tocco da parte "sua" a fare andare in tilt il mio cervello.
E lui lo sa.
La notte fu lunga è piacevole, dopo tutto lo stesso accumulato con documenti, guerre, incontri, tutto questo era solo..
Paradiso..
Continuava a darmi i suoi piaceri, facendomi dimenare dal volerne sempre di più.
Tutto era successo così velocemente.
Le mie parti intime furono esposte alla sua vista, il mio viso come fuoco e lui soddisfatto come un bambino con i suoi dolciumi.
Solo che questa volta ero io il suo "dolciume.."
La sua cintura sprofondò in unico colpo contro il pavimento, e un groppo di saliva andò giù per la gola quando vidi cosa mi aspettava davanti.
Fu un colpo secco.
Doloroso.
Solo fottutamente doloroso.
Quello stronzo voleva prendersi gioco della mia debolezza.
Del mio corpo.
"Figlio di puttana.."
Non finì la frase, senti solo un'altra spinta, questa volta più forte e decisa, e il mio corpo decise di ricambiare il regalo con altri gemiti di Piacere e dolore.
Era tutto così movimentato.
E pure, così eccitante.
Alla fine crolai del tutto, finendo con un affanno e le lacrime ancora del tutto presenti sul viso, ma ormai secche perché passato del tempo.
"Ricordami di non farlo mai più con te.."
"Però ti è piaciuto, devi ammetterlo"
Disse sorridendo.
In quel momento non serviva proprio, aveva fatto a meno del sorriso in tutti questi anni, ma quando si tratta di prendere in giro il "mio" corpo, sembra quasi una barzelletta comica per essi.
Finì per chiudere gli occhi, non riuscendo nemmeno a maledirlo.
Mi addormentai.

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Il giorno venne di fretta e furia, e in men che non si dica, le persone erano affrettate dal lavoro e dalle compere.
Vedevo tutto dalla mia finestra.
Ero seduto sul letto morbido, mentre Russia era davanti a un altra finestra di legno grezzo, fumando una delle poche sigarette.
Mi alzai traballante mentre mi avvicinavo alla finestra e mi sedevo, dando le spalle alle finestre e lo sguardo a Russia.
Erano magnifici.
Non smetterò mai di dirlo.
Il silenzio continuo e il disagio cresceva, non poteva continuare così, doveva dire qualcosa, doveva coinvolgerlo.
"Approposito..hai dimenticato..?-"
Ma prima che finissi con voce tremante senti solo un..
"No."
Secco e deciso.
"Non mi sono dimenticato."
I miei occhi si spalancarono di colpo era un miscuglio di eccitazione ma anche paura.
Non si era dimenticato della nostra notte d'amore, non si era dimenticato i baci, non si era dimenticato le risate, non si era dimenticato di niente..
Niente..

🫦The end🫂

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 19 ⏰

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