5 nightmares

219 50 113
                                    

                                        VIOLA
Mi svegliai tutta sudata, nel pieno della notte.

Erano tornati.
I miei incubi erano tornati.

Forse erano solo per quella notte, forse domani non sarebbero stati lì, sarebbero riandati via.
Forse avrebbero smesso di farmi piangere, di farmi paura, di strapparmi via il sorriso.
Forse mi avrebbero lasciata in pace.
Forse mi avrebbero lasciato essere
di nuovo me stessa.

Mi alzai e mi diressi verso il bagno, facendo attenzione a non farne rumore per non svegliare mia madre.

Aprii l'acqua ed dopo essermi sciacquata il viso mi guardai allo specchio e sorrisi.
Sorrisi per me stessa, perché ne avevo bisogno, avevo bisogno di vivere, ed oggi più che mai.

Era il suo anniversario.
Otto anni che lui non c'era più.
Otto anni senza il papà, senza il mio papà.

Tornai in camera e guardai verso la sveglia sul comodino: erano le 04:27.

Dovevo tornare a dormire, anche se sapevo che la mamma quel giorno mi avrebbe lasciato non andare a scuola, avevo bisogno di svegliarmi presto per andarlo a trovare e sarei dovuta passare anche da Nicole visto l'inconveniente del giorno prima.
Sarebbe stata una giornata dura.

E pensando a Nicole mi venne in mente lui, quel ragazzo dagli occhi nocciala, chissà se anche lui mi aveva pensato.

Mi venne in mente la sua voce, la sua risata e il suo sorriso spento quando si parlava di lui,  lo conoscevo appena, ci avevo parlato una volta ma mi sembrava di capirlo e di conoscerlo da sempre.

Immersa in questi pensieri chiusi gli occhi e mi addormentai.


                                      NICOLE
Mi ero svegliata da poco, quando mi resi conto che era molto tardi.

Dalla finestra si vedeva un sole accecante e notai che ero sola in stanza: Brando non era lì.

Solo allora iniziai a concentrarmi su ciò che avevo intorno, la mia stanza, mi faceva strano definirla così, era molto spaziosa e illuminata e questa cosa mi rendeva di buonumore c'erano due letti difronte al mio ed uno accanto.
Il mio letto era contornato da una miriade di disegni fatti dalle amiche che mi facevo in ogni ospedale, era complicato andarsene dopo solo qualche giorno, era un continuo via vai tra cliniche e ospedali ma da quanto avevo capito sarei stata alla Santa Lucia per un po' di tempo.

Come un flash pensai a che giorno fosse oggi.
Dovevo vedere Viola.

Precisamente otto anni fa, nostro papà ci aveva lasciato in un incidente d'auto per colpa di un guidatore ubriaco.

Io avevo solo sei anni e di lui ho solo un immagine sfocata, con i suoi grandi occhi verdi era alto e molto simile a Viola.
Ma lei, lei ne ha sofferto molto.  Quasi invidiavo il loro rapporto, distrutto solo dalla morte.

Decisi che era ora di alzarmi perché come se non bastasse oggi avrei avuto degli altri esami, forse era per questo che mi avevano lasciato riposare.

Non feci il tempo a finire il pensiero che l'infermiera entrò in stanza col sorriso in volto "Dai principessa è ora di andare, un abbraccino perché ti ho lasciato dormire?" mi sporsi verso Angelica e l'abbracciai sorridendo.

Angelica era una delle poche infermiere che in questa settimana erano state gentili con me e mi avevano trattato normalmente, perché si ormai da quando mi era stata diagnosticata la malattia la gente aveva preso a trattarmi diversamente, ma lei no.
Era quasi sempre lei che preparava i miei esami e mi faceva compagnia anche nei momenti un po' più complicati, ed anche se la conoscevo da così poco le volevo bene.

green eyeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora