«Oh mio Dio.»
Non riuscivo a credere ai miei occhi, c'era sangue dappertutto, sulla lavagna, sui banchi, sul muro.
E sulla cattedra, c'era uno spettacolo disgustoso: un corpo di una donna sulla cattedra, pieno di sangue che sporcava anche intorno ad esso. Mi avvicinai. Il volto era irriconoscibile, pieno di tagli e ricoperto di sangue, come le altre parti del corpo.
Chi avrebbe potuto fare una cosa così crudele? Sicuramente qualcuno che doveva volere davvero male a quella persona. Ma soprattutto, come avevano fatto le persone, passando dalla porta in cui era accaduto tutto questo, a non sentire nulla?
"Magari è stata uccisa altrove." Pensai.
C'erano così tante domande in sospeso, e non di certo io avrei potuto dare loro una risposta.
Mi avvicinai al corpo e mi chinai, per riuscire a capire di chi fosse stato, ma ovviamente non ci riuscii. Il sangue non era tanto fresco, forse era risalente alla sera precedente.
«Esca fuori dall'aula, per favore.» Obbedii ai due agenti della polizia che entrarono velocemente nell'aula, seguiti da altre forze dell'ordine.
«Cosa c'è lì dentro?» Un ragazzo mi chiese, mentre aspettavamo che succedesse qualcosa.
«Qualcuno è stato ucciso, in un modo orribile.»
Il ragazzo era spaventato, come tutti lo eravamo. «Si sa chi è?» Scossi la testa, stringendo le labbra.
Altre persone arrivarono per studiare il corpo, e chiusero la porta.
«Faremo meglio ad andarcene da qui.» Le forze dell'ordine avrebbero chiuso l'intero corridoio, se non tutto il piano.
Dovevo riuscire a sapere cosa fosse successo. Dovevo sapere chi fosse stato ucciso.
«Chi è stato, secondo te?» Il ragazzo era ancora accanto a me, stava camminando a passo svelto come facevo io, anche se non avevo nessuna meta. Parlò disturbandomi dai miei pensieri.
Mi girai e lo guardai: aveva occhi marroni e capelli castani. Aveva dei lineamenti abbastanza evidenti, però erano allo stesso tempo leggeri e gli davano quell'aria angelica di cui non avrebbe dovuto aver bisogno.
«Non ne ho idea, ma voglio saperlo. E tu mi aiuterai.» Mi fermai di scatto e mi girai verso di lui per vedere la sua reazione; era perplesso, ma sembrava essere convinto, comunque. Guardava basso, e finalmente, quando prese la sua decisione, alzò lo sguardo.
Annuendo, parlò, «Sì, d'accordo.»
«Harry Styles.» Gli porsi la mano sorridendo compiaciuto.
«Shawn Winters.» Sorrise ancora un po' insicuro.
«Harry, eccoti! Cosa è successo? Sai qualcosa?» Sam correva verso di noi con un'aria preoccupata, come tutti, d'altronde.
«Si è già sparsa la voce?» Chiesi.
«Beh, ciò che è accaduto non è cosa da niente.»
Già. E non potevo far altro che chiedermi perché.
"E se fosse stato Louis?" No, no. Quando questo pensiero mi venne in mente lo cancellai subito, era impossibile che Louis avesse potuto fare una cosa del genere, sapevo che non sarebbe mai arrivato a tanto.
«Voglio sapere chi è stato. Lui è Shawn, mi aiuterà.» Sam si presentò a Shawn stringendogli la mano.
«Ma come ci riuscirete, secondo te? Non spetta a voi, spetta alla polizia. E poi, dubito che riuscireste a trovare l'assassino, fidatevi di me, non fate niente.»
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Dangerous (Larry Stylinson)
Fanfiction«Non avrei mai potuto respirare amore se non avessi prima imparato a respirare un poco di caos.»