Capitolo 4

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Quella sera Louis mi avrebbe portato fuori.

Fossi stato in lui, ci sarei andato piano. Insomma, ci conoscevamo a malapena da una settimana, sarebbe stato meglio aspettare un po' di più, vero? Sarebbe bastato conoscerci meglio; ma non mi preoccupai.

Sarebbe stato divertente vedere Louis che ci provava con me, ma sì, avrei fatto anch'io del mio meglio.

Molti ragazzi mi avevano chiesto di uscire precedentemente, ma io rifiutavo la maggior parte delle volte perché non facevano per me, in un certo senso. Voglio dire, alcuni dei ragazzi che mi hanno chiesto di uscire erano piuttosto brutti o pieni di acne o con un carattere orribile, che non sto qui a dettagliare. Il più carino si chiamava Zayn, Zayn Malik se non mi sbaglio; era davvero bello, peccato che fosse stato una specie di puttaniere. Non faceva per me, e dicendo questo mi riferisco al "carattere orribile" che ho detto prima.

Ma Louis sembrava carino in tutti i sensi.

Era abbastanza bello, e il suo carattere era molto simile al mio: si faceva rispettare in qualsiasi modo, luogo e circostanza. Pensai che saremmo andati d'accordo, anzi, sapevo.

Poi non mi ero mai sentito un simpatico e bel ragazzo, di quelli con cui ti sarebbe piaciuto uscire, anzi. Ed era proprio per questo, proprio perché sono stato sottovalutato e mi sottovalutavo ancora, che usavo la mia maschera per combattere contro la vita.

Un colpo di tosse del mio compagno di banco mi fece svegliare dai miei pensieri.

Erano ancora le 10:35, e le lezioni non sarebbero prima delle 2:00.

"A meno che non ci sia qualche imprevisto." Mh... Questa scuola avrebbe dovuto ricordarsi di me. Gli studenti futuri avrebbero dovuto essere a conoscenza che uno psicopatico fece parte di questa università prima di loro.

Ma cosa avrei potuto fare?

Magari non quel giorno, non volevo rovinare la cena con Louis; ma ci avrei pensato, inoltre avevo già un'idea, ma non sarei dovuto essere da solo a farlo.

Incrociai le braccia sul banco e appoggiai la testa su di esse, girandomi di lato e guardando il nulla.

«Styles, sta seguendo?» Il professore si rivolse a me, provando ad assumere un'aria seria e autoritaria ma fallendo, nell'apparire infatti spaventato non appena mi girai verso di lui.

«Sì.» Risposi seccamente.

«Sembrava distratto, da quanto ho notato.» Mi continuò a guardare, pensando di darsi delle arie.

Mi raddrizzai. «Bene, questo vuol dire che si stava sbagliando, non è così?»

«E se vuole esserne sicuro, stavamo parlando di Socrate, il filosofo che era alla ricerca della verità, che scaturisce dall'intimo dell'essere umano, che implica la consapevolezza dei propri limiti e della propria ignoranza, cioè il "sapere di non sapere" che costituisce la saggezza.» Continuai. Lo guardai imperturbabile mentre feci un ghigno.

Il professore mi guardò esterrefatto, come se stesse assistendo ad un omicidio in persona.

"Quasi, ancora no." Non feci a meno di ridacchiare appena immaginai la faccia che avrebbe fatto se stesse davvero assistendo ad un omicidio o ad un atto imprudente compiuto da me, o da Niall.

«Beh? Niente da dire?» Risi dopo dei secondi di silenzio da parte del professore. La classe si svegliò in una risata quando notò che il professore era in effetti ancora lì, in silenzio e titubante sul da dirsi.

«Uhm, bene, sono contento che mi abbia seguito.» Indietreggiò per andarsi a sedere sulla sedia dietro la cattedra.

Feci finta di seguire per il resto della lezione, quando invece stavo pensando a tutt'altro, cioè a Louis e alla cena di quella sera.

Dangerous (Larry Stylinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora