[𝐌𝐲𝐬𝐭𝐞𝐫𝐲 𝐑𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞/𝐒𝐩𝐲-𝐅𝐢𝐜𝐭𝐢𝐨𝐧]
#1 VOLUME DELLA SAGA DELLE NUOVE GENERAZIONI
Vivere nell'Accademia non è semplice, lo sanno tutti.
Sopravvivere all'Accademia lo è ancor meno, ne sono la prova i numerosi Bimbi Perduti che si son...
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Erano passati quasi due mesi da quel giorno di agosto. Sei settimane di pura agonia, durante le quali Louise non aveva fatto altro che passare da un medico all'altro. Aveva raccontato ciò che era successo così tante volte che ormai non sentiva più nulla, solo un tremendo vuoto nel petto.
Ci erano volute tre settimane per trovarle un posto in cui, con un po' di fortuna, avrebbe potuto rimanere. Tre settimane, quattro strutture di accoglienza diverse, quasi ventiquattro ore ininterrotte di viaggio in auto accanto a un uomo che a malapena le aveva rivolto la parola.
Aveva conosciuto Klaus la mattina dopo l'incendio: era entrato nella sua stanza d'ospedale senza bussare e senza avvisare nessuno. Lei lo aveva a malapena notato avvicinarsi al letto; non aveva distolto gli occhi dal piccolo cortile in cemento che vedeva dalla finestra nemmeno quando lui, dopo aver afferrato una sedia, si era accomodato alla sua sinistra.
«Andrà tutto bene, Louise» aveva detto, ma lei non gli aveva creduto. La ragazzina aveva sbattuto le palpebre e aveva fatto finta di non sentirlo.
«Io sono Klaus e farò di tutto per trovarti una nuova casa» aveva continuato l'uomo in giacca e cravatta. Il completo gessato lo faceva sembrare un uomo d'affari, ma perché mai una persona del genere avrebbe dovuto impegnarsi per trovare un posto nel mondo a una quindicenne?
Louise aveva deciso di non credergli nemmeno quella volta, ma aveva voltato il viso nella sua direzione mostrando gli occhi gonfi e le guance scavate dal pianto. Non si era impegnata per risultare educata, non aveva alcuna intenzione di esserlo, quando gli aveva risposto: «Io non voglio una nuova casa, voglio la mia casa. Voglio la mia famiglia».
Se quell'uomo aveva capito quel che lei intendeva, non lo aveva dato a vedere. Aveva lasciato poco dopo la sedia accanto al letto della ragazzina ed era uscito dalla camera, dando inizio a quello che sarebbe stato senza ombra di dubbio un viaggio senza ritorno.
†
La prima tappa era stata una casa famiglia dalle mura esterne tinte di verde. Se non fosse stato per le galline che non facevano altro che correrle in mezzo alle gambe quando scendeva a fare colazione e le facce delle ragazzine con cui condivideva le giornate, non sarebbe stata nemmeno tanto male.
Il signore e la signora Wagner erano sempre pronti a farla sentire a suo agio, a differenza delle sue sorelline acquisite – così le chiamavano loro – che non sopportavano il pensiero di dover competere con l'ultima arrivata per guadagnarsi un po' di affetto.
A Louise non interessava né l'una, né l'altra cosa: passava le giornate appallottolata sul letto a leggere, con tutta l'intenzione di rivolgere quante meno parole possibili al resto degli inquilini di quella piccola villa di campagna.