IX. Ultima arrivata

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C'era una fogliolina arancione adagiata sul davanzale esterno della finestra, portata lì dal vento

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C'era una fogliolina arancione adagiata sul davanzale esterno della finestra, portata lì dal vento. Louise l'aveva osservata arrivare, volteggiare leggera e ricadere sul marmo, rimanendo immobile tranne che per un leggero dondolio.

Non sapeva neanche da quanto tempo fissava quel piccolo dettaglio, il mento appoggiato sul palmo della mano, mentre le palpebre minacciavano di chiudersi da un momento all'altro.

Avrebbe dovuto essere in biblioteca per studiare e riorganizzare gli appunti di Psicologia Applicata presi quella mattina, ma qualsiasi cosa sembrava più attraente di quello. Sospirò involontariamente e, quasi per ironia, la foglia al di là del vetro volò via, proprio come avrebbe voluto fare lei.

Desiderava trovare il suo posto nel mondo, un posto che non fosse lì, seduta a quella scrivania, sola e consapevole degli sguardi ironici di almeno una ventina di ragazzi. Non erano passati che pochi giorni dalla sua prima lezione, eppure la situazione non era cambiata di una virgola.

Si mosse a disagio sulla sedia, sentendo il tessuto della gonna marrone scuro tendersi sulle cosce. Forse avrebbe potuto chiudere gli occhi per una decina di minuti... giusto il tempo di recuperare un po' del sonno perso nelle ultime notti a causa degli incubi ricorrenti.

Si svegliava spesso nel buio, con la fronte imperlata di sudore e il respiro affannato, come se avesse corso per chilometri. In quei momenti, Martha la guardava dall'altra parte della stanza, immobile sotto le coperte, per poi tornare a fissare il computer appena si accorgeva di essere stata notata.

Non si erano rivolte la parola da dopo la lezione con Nikolaev, ma a Louise non importava. La solitudine non la spaventava; se il suo destino era l'isolamento, lo avrebbe accettato. Quello che la tormentava era la debolezza che sentiva nelle cosce quando camminava, nelle braccia quando si muoveva, nella testa quando pensava.

Avrebbe solo voluto dormire.

Una pila di libri e quaderni fu scaraventata senza delicatezza sulla scrivania di fronte a lei, facendola quasi saltare sulla sedia. In piedi, un ragazzo con ricci capelli corvini la fissava con un'aria incerta, come se stesse per scusarsi. «Disturbo?»

Louise scosse la testa dopo un attimo di esitazione, e lui si sedette, facendo strusciare la sedia sul pavimento. Un paio di ragazzi li guardarono male, ma lei li ignorò, come aveva fatto fino a quel momento.

Rivolse lo sguardo ai propri appunti, con la penna già stretta tra le dita, ma non riusciva a ricordare cosa voleva aggiungere alla fine della frase. I suoi pensieri erano tutti rivolti al ragazzo che ora la osservava curioso con i suoi occhi color nocciola. «Ti ricordi di me?»

Louise annuì con convinzione, poi gli rivolse un sorriso tirato. «Sei Oskar.»

«Bingo!» Sorrise raggiante, visibilmente soddisfatto che Louise ricordasse il loro primo incontro. Lei strinse la presa sulla penna. «Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere un po' di compagnia, così—»

L'Accademia - Le Nuove Generazioni [Vol. 1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora