𝒜𝓋𝒶𝓃𝓉𝒾

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M A S S I M I    L I A N O ' S    P O V
Resto fermo lì a guardarla dormire.
Do un occhiata all'orologio, sono le 20.00 in punto.
Tiro un sospiro liberatorio, ne avevo proprio bisogno.
Tra mezz'ora dovrebbero tornare i dottori per farle un altro controllo e darle le ultime pastiglie e dentro di me spero vivamente che la dimettono così riusciamo a tornare a casa, domani abbiamo un altra giornata di riprese, ma poco importa, mi importa di più lei, voglio che stia bene, Antonio ha rovinato tutto ed è il momento di farci due parole, perché il fatto che l'abbia lasciata mi sta bene però devo capire cosa c'è sotto tutto ciò, perché a Maria gli fa questo effetto.
Fisso il soffitto sperando che anche questa mezz'ora passi in fretta, finendo poi per addormentarmi insieme a lei.

Qualcuno bussa alla porta e mi sveglio di scatto, guardo Maria e per fortuna non si è svegliata, mi alzo cercando di non fare troppo rumore e camminando sfacciatamente vado verso la porta.
"Buonasera, la signorina Esposito è qui con lei giusto?"
"Buonasera, sì sì sta qua"
Li faccio entrare poi vado verso il letto per svegliare Maria.
"Datemi un attimo che la sveglio"
Annuiscono e io mi siedo di nuovo sul letto insieme a lei.
La muovo un po' per farla svegliare, si muove un po' e si gira verso di me ma non si sveglia.
"Amore mí, dobbiamo svegliarci"
Le do un bacio sulle labbra incurante dei medici che ci guardano.
Apre gli occhi.
"Amò ci sono i medici qui che ti controllano poi vediamo se possiamo andare a casa"
Annuisce con la testa e con il telecomando alza la testiera del letto.
"Buonasera" dice e ha ancora la voce assonnata poi mi guarda e io le sorrido.
Uno di loro si avvicina.
Le prova la pressione.
"Perfetta, adesso va bene, vediamo se riesci a camminare e poi dovrai prendere le ultime medicine" dice e nel mentre sposta lo sguardo su di me e io annuisco e ricordo tutto.
"Così valuteremo se dimetterti o meno"
Continua un altra dottoressa al suo fianco.
Sempre lei la aiuta ad alzarsi e insieme fanno un giro per la stanza poi escono.
"Torniamo subito"
Annuisco.
Il dottore mi si avvicina.
"Comunque la tua ragazza è davvero in gamba, combattere un attacco di panico da soli non è facile, mi creda, è una cosa terribile da vivere, non si vede più niente e di colpo si fa fatica a respirare e in certi casi si fissa il vuoto per molto tempo fino a svenire."
Come nel suo caso.
"Come nel suo caso" dico io.
"Esatto" dice lui.
"Io sono fiero di lei perché sta combattendo e piano piano la sto aiutando a superare tutto ciò, però è complicato perché deve partire tutto da lei, io posso fare di tutto ma finché la sua mente le continua a dire che non è abbastanza ci metterà ancora di più"
"Beh si chiaro su questo non si discute, noi faremo di tutto per farle capire quanto vale"
Continuo a fissare il medico.
"Mamma mi dottò dovrebbe vederla quando recita, mamma mi quanto è bella"
Mentre lo dico mi metto le mani sul viso ripensando a quando giriamo le scene insieme.
É bellissima.
"Ed è proprio questo che devi dirle e farle capire, quanto è bella e fortunata ad avere uno come te"
"Grazie dottó" dico sorridendo.
Si apre la porta e alzo subito lo sguardo.
È Maria.
É tornata.
"We we" le è tornato il sorriso.
Mi alzo e vado ad abbracciarla piano piano perché ha ancora la flebo attaccata.
"Dottore la signorina cammina benissimo, abbiamo fatto un bel giro lungo per l'ospedale e non ha avuto problemi."
Dai dillo, di quella parola.
"Maria è dimessa."
"Yuhuuuu" mi scappa un grido di felicità.
Alzo le braccia e giro per tutta la stanza felice.
Lei si mette a ridere e la bacio.
"Dottore posso preparare la mia roba?"
"Sì vai, sii felice, e ricordati sei abbastanza"
Le scende una lacrima poi va subito a fare il borsone e io l'aiuto è finito di fare quello le tolgono la flebo.
"Sei forte, ricordatelo" le dice la dottoressa.
"Grazie".
Prendiamo su tutto poi andiamo giù per prendere le analisi e ci danno la scatolina con le ultime pastiglie.
Saliamo in macchina e torniamo a casa.

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