Eclipse (Draghessa)

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The dragon is finally back

Nome: Aiden. Nome che significa "piccolo fuoco". Nonostante sia un nome prevalentemente maschile in realtà è unisex, infatti recentemente viene usato anche per le ragazze. Variante del nome inglese Aidan, a sua volta dall'irlandese Aodhán, un diminutivo del nome Aodh. Il nome Aodhán, più anticamente Áedán, venne portato da svariati personaggi della mitologia irlandese, nonché da un paio di santi, ed era piuttosto comune in epoca altomedievale. Cominciò a diventare più raro intorno al X secolo. Al di fuori dell'Irlanda, invece, storicamente il suo uso fu sempre scarso, anche se sono attestati i suoi adattamenti in altre lingue parlate in Gran Bretagna. L'antica forma femminile Áednat (più tardi Aodhnait) era portata da una santa di cui si hanno poche informazioni. Non è chiaro se fosse realmente usata in Irlanda in epoca medievale, ma lo era nel XIX secolo. Nel XIX o nel XX secolo, in ambienti anglofoni la moda di attribuire nomi celtici ha riportato in voga il nome. Negli Stati Uniti si è diffuso nel XX secolo grazie al suo suono piacevole, in particolare per la terminazione in -aden comune anche ad altri nomi quali Hayden, Jaden e Braden. L'onomastico si festeggia il 31 agosto, in memoria di sant'Aidano, vescovo di Lindisfarne. Un altro santo con questo nome è sant'Aidano (Máedóc), vescovo di Ferns, ricordato il 31 gennaio
Cognome: Ignis. Parola che in Latino significa "Fuoco"
Età: L'età di Aiden è 121 anni cronologici ma 21 anni fisici
Razza: Aiden è un drago. Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà. Il termine deriva dal latino draco (nominativo), draconis (genitivo), a sua volta proveniente dal greco δράκων (drakon), con l'omologo significato di serpente. L'etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo δέρκεσθαι (dèrkesthai) "guardare", "che guarda lontano", probabilmente in connessione ai poteri legati allo sguardo di queste bestie o alla loro presunta vista acutissima. Nel sanscrito e nell'indiano antico: dragh-ayami, allungare. Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati "draghi" alcuni sauri, come il varano di Komodo (o drago di Komodo, Varanus komodoensis), il drago barbuto (Pogona vitticeps), il drago d'acqua (Physignathus cocincinus), il drago volante (Draco), e il drago marino comune. Presso gli antichi Greci e, a seguire, presso i Romani, acquisirono questo nome tutte le specie di serpenti grossi ed innocui che potevano anche essere tenuti come animali domestici. Già con Omero si cita un "drago", un animale fantastico con una vista acuta, l'agilità di un'aquila e la forza di un leone, rappresentato come un serpente con zampe e ali. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio è proprio un "drago" a sorvegliare il Vello d'oro, mentre Filostrato, nel 217 d.C., dissertava al riguardo di queste bestie ne La vita di Apollonio di Tiana (II, 17 e III, 6-8). L'animale è già presente nella mitologia greca in vari miti, come in quello del drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto nel firmamento nella costellazione del Draco, o del drago Pitone ucciso da Apollo. Ampie trattazioni sul drago sono presenti anche in opere di scrittori Romani come Plinio, nella sua Historia Naturalis, Gaio Giulio Solino e Pomponio Mela. Nella favola di Fedro La volpe e il drago, il mitologico animale appare per la prima volta come guardiano di tesori nascosti, a simboleggiare il vizio dell'avarizia. In Cina, i draghi sono da tempo immemorabile, assieme alla fenice, simbolo della famiglia imperiale. Il drago è divenuto quindi una creatura mitico-leggendaria presente nell'immaginario collettivo di molte culture, sia come essere malefico ma anche come guardiano e difensore di antichi tesori e luoghi magici e portatore di grandissimo sapere e conoscenza. Inoltre, non è infondato pensare che queste fantasie possano essere state alimentate dal ritrovamento di fossili di dinosauro, per l'epoca impossibili da spiegare altrimenti: per esempio, già nel 300 a.C., un misterioso fossile ritrovato a Wucheng, Sichuan, in Cina, è stato etichettato come fossile di drago da tale Chang Qu. Intorno al 1910 è stato reso pubblico che una specie di drago lucertola esisteva realmente e si trattava del cosiddetto drago di Komodo. Questo animale è stato fotografato negli anni 70 da Walter Bonatti, noto scalatore ed esploratore italiano, che ne pubblicò foto e articoli su diverse riviste in modo molto esauriente. Si tratta di una specie di sauro chiamata "varano", normalmente di lunghezza non superiore ai due metri, mentre la specie che abita sull'isola indonesiana di Komodo (il "Varano reale" dell'isola di Komodo) supera i 3 metri nella razza. Esistono vari tipi di varani, fra cui anche quello arboreo che è capace di volare gettandosi dagli alberi: questo tipo sembra non superi i due metri. Infine in Australia è esistito un varano gigante (il Varanus priscus, noto anche come Megalania), che si ritiene potesse raggiungere i 7 metri di lunghezza ed i 1900 chilogrammi di peso; nell'ipotesi che avesse una corporatura simile a quella del "Drago di Komodo". È quindi possibile che i rituali e le feste cinesi che richiamano la figura del drago siano da ricondurre al varano; questa ipotesi è rafforzata dal fatto che alcune popolazioni orientali vivono a stretto contatto ogni giorno con i varani che si aggirano tranquillamente vicino alle loro capanne in cerca di cibo. Vi è quindi una forma di relazione stretta uomo - varano in queste isole, dove l'uomo ammira questo animale e dove l'animale non lo aggredisce perché sa di poter avere del cibo senza doverselo procacciare. Esistono altre forme di draghi viventi (varani) in Africa e Australia, a volte in competizione per il cibo con il coccodrillo africano, anch'esso rassomigliante alle versioni poetiche sui draghi: ricordiamo che La famosa "Leggenda di San Giorgio a cavallo che uccide il Drago" si svolgeva proprio in Africa, dove sia coccodrilli che grossi varanidi vivono da tempo. Quando parliamo di un animale frutto della fantasia umana, può sembrare inutile trattare degli attributi fisici e delle qualità di queste creature; sta di fatto che, data la vastissima diffusione di questi rettili alati all'interno delle culture di tutto il mondo, è possibile catalogare e registrare differenti specie, ognuna solitamente caratterizzata da tratti distintivi ricorrenti. In linea di massima possiamo intanto affermare che tipicamente il drago è visto come una creatura appartenente alla classe dei rettili, ha sangue caldo, è carnivoro e depone le uova (ovviamente esistono eccezioni). È possibile, a grandi linee, fornire due grandi metodi di distinzione per classificare questi animali fantastici: per classi (o famiglie) o per tipi (o specie). Poiché i due metodi di raggruppamento non sono perfettamente sovrapponibili, è necessario esaminarli separatamente. Esistono diverse specie di drago:
• Se un drago possiede grandi ali e non ha le zampe, è un anfittero. L'anfittero vive nella Mesoamerica ed è anche chiamato Serpente piumato, perché è appunto ricoperto da piume
• Il drago che invece ha due gambe ma niente ali si chiama lindorm o lindworm. Sono draghi che solitamente vengono rappresentati sugli stemmi araldici
• Gli zilant, draghi con ali e due zampe: anche questi sono animali araldici e compaiono in molti dipinti del Medioevo e del Rinascimento. Non vanno confusi con le viverne, le quali hanno una coda serpentina ed uncinata e sono di dimensioni molto maggiori
• I draghi che possiedono quattro zampe e due ali sono definiti generalmente come draghi occidentali, mentre i draghi con quattro zampe ma senza ali sono indicati col nome di draghi orientali. Lei è un drago occidentale
• Ricordando il mito di Ercole, i draghi con più teste vengono comunemente definiti col nome di idre
• Un drago senza ali né zampe (oppure con due zampe) ma con due teste è chiamato anfisbena
• Il knucker è un drago d'acqua dagli arti piccoli, che striscia non potendo volare per via delle ali troppo corte
Prima di approfondire le varie apparizioni di queste creature magiche nei vari Paesi, è opportuno fornire una prima distinzione generale sulle principali specie, per avere un'idea di quali sono le somiglianze ma anche le differenze dei draghi nelle culture di tutto il mondo. Il seguente elenco è ricco, ma comunque non totalmente esaustivo - la maggior parte delle informazioni qui presenti derivano principalmente da una rielaborazione di svariati testi più o meno dettagliati ed attendibili sull'argomento
• L'Anfittero messicano è un dragone tipico delle zone dell'America Latina e del Messico. Si tratta di un enorme drago senza zampe e dalle ali piumate che veniva venerato dalle antiche popolazioni del continente americano, che gli elargivano doni e sacrifici dai tetti dei templi. Possiede inoltre una vista acutissima ed un soffio infuocato letale
• Il drago asiatico è il tipico dragone orientale, dal corpo lungo serpentiforme, ricoperto da peluria e da squame, senza ali ma comunque capace di volare - anche se si dice che questi draghi possono farsi crescere delle ali se vivono abbastanza a lungo. Ha il muso da coccodrillo, il corpo da serpente, la criniera e gli artigli da leone; tipicamente possiede sul muso dei lunghi baffi filiformi e una cresta che lo percorre in tutta la sua lunghezza, lungo la schiena
• La coccatrice, creatura simile ad un brutto pollo, anche se molto somigliante ad esso è un drago. Diretta discendente del basilisco, il serpente di appena 30 cm è caratterizzato da una macchia a forma di corona sulla testa, è nato dalla testa di Medusa decapitata e possiede un alito venefico in grado di trasformare i boschi in deserti. Dalla testa e le zampe di galletto e dal corpo squamoso, dotato di ali membranose, la Coccatrice rientra a tutti gli effetti invece nella famiglia delle Viverne. Una Coccatrice nasce quando un uovo deposto da un pollo di sette anni viene covato per altri nove da un rospo o da un serpente
• La viverna si divide principalmente in due sotto-specie: di palude e di montagna. I due tipi hanno le stesse caratteristiche fisiche, cioè due zampe e due ali, il corpo gigantesco e squamoso, una coda potentissima che termina in una cuspide velenoso, ma mentre la prima è piccola e di colore nero, la seconda è molto grande e di colore verde tiglio o terra di Siena, con il ventre più chiaro. Le uova sono grandi e dure e assumono il colore del terreno. Nella prima religione vedica, Vritra (dal Sanscrito: वृत्र (Devanāgarī) o Vṛtra (IAST)) “l'avviluppatore” era un Asura (un tipo di divinità combattivo ed assetato di potere) ed anche un "nāga" o possibilmente una creatura simile ad un drago, personificazione della siccità e nemico di Indra. Vṛtra è tra l'altro conosciuto nei Veda come Ahi (serpente) e si diceva avere tre teste. Nella mitologia persiana, invece, era credenza che i draghi appena nati avessero il colore degli occhi della madre. Aži Dahāka è all'origine del moderno termine persiano azhdahā o ezhdehā اژدها (medio persiano Azdahāg) col significato di "drago", spesso per indicare un drago sopra i vessilli di guerra. Nel linguaggio medio persiano viene chiamato Dahāg o Bēvar-Asp, dove l'ultima parola significa "[colui che ha] 10000 cavalli." Molti altri draghi e creature simili a draghi, tutti malvagi, sono menzionati nelle scritture di Zoroastro (vedi Zahhak). Le viverne si nutrono principalmente di elefanti e di altri grandi mammiferi ma non di giraffe. Solitamente sputano veleno e non fuoco ma alcune sono in grado di fare il contrario. Sono diffuse soprattutto in Africa, Arabia e in Europa
• Il Drago greco, gigantesca bestia serpentiforme dalla lingua triforcuta, era già famosa nella Grecia antica per la sua infinita saggezza, e spesso si diceva parlasse per bocca degli oracoli. Il mito della fondazione di Tebe contiene svariati dragoni: il dragone Pitone viveva presso una sorgente sul Parnaso, finché Apollo non lo trafisse con le sue frecce e trasformò il santuario della bestia nella sede dell'Oracolo di Delfi. L'Oracolo indicò a Cadmo dove fondare la propria città, e questi, incamminatosi presso il luogo indicatogli dall'Oracolo, si ritrovò presso una sorgente custodita da un Dragone. Sconfitta la creatura, la dea Atena disse a Cadmo di seminare i denti della bestia, e questi si tramutarono in guerrieri che iniziarono a combattersi a morte. I sopravvissuti aiutarono Cadmo a costruire Tebe. In seguito Atena diede alcuni denti del drago anche a Giasone per aiutarlo nella sua impresa alla ricerca del Vello d'oro, sottratto ad un Dragone addormentato. Queste creature non hanno arti né ali, sono di solito giganteschi, e come i serpenti si avvolgono in spire. Le uova sono oblunghe e dorate
• L’idra è un drago con più teste serpentine attaccate allo stesso tronco. Il loro numero è variabile, ma di solito è di sette o nove. I primi nacquero dall'unione tra il multiteste Tifone e la donna-serpente Echidna. I figli dei due furono Chimera, dalla testa di leone e dal corpo di serpente-capra, Cerbero il cane a tre teste e l'Idra di Lerna, rettile con molte teste che verrà poi ucciso da Ercole, il quale sconfisse anche Ladone dalle cento teste e Scilla, dai tentacoli di piovra. Per quanto riguarda gli arti, questo drago presenta quattro zampe e spesso un paio di ali. Esistono differenti versioni del modo in cui questi draghi si riproducono: alcuni affermano che depongano uova, altri invece che, come fanno ad esempio le stelle marine, perdano volutamente una delle loro teste dalle quali svilupperà autonomamente un altro drago – al contrario invece tagliare una testa di questa creatura ne fa sviluppare al suo posto altre
• Il Mushussu, rappresentato sulla porta di Ishtar a Babilonia, è conosciuto anche col nome di Sirrush ed era il guardiano e compagno degli dei. Questo drago dall'aspetto peculiare, alto quanto un cavallo, dal collo massiccio, con zampe anteriori da leone e posteriori da aquila, risale all'origine dei tempi, quando era compagno ideale di molti dei ed era sacro al dio Marduk che sconfisse Tiamat generando dal suo corpo il cielo e la terra. Nabucodonosor in onore al dio Marduk fece rappresentare il Mushussu sulle porte già citate e lungo la Strada Sacra. Il Mushussu è sempre stato visto come un drago docile e buono, dato il suo nobile lignaggio
• Il Serpente Arcobaleno, gigantesca serpe multicolore con creste sfarzose lungo tutto il corpo. Già seimila anni fa gli aborigeni australiani lo dipinsero come una bestia gigantesca che, strisciando sul terreno, creò monti, valli e fiumi. Aido Hwedo, invece, modellò l'Africa occidentale. Fu la prima creatura del dio Mawu ed ancora oggi secondo le tradizioni locali resta attorcigliata sul fondo dell'oceano a sorreggere il mondo. Un'altra leggenda vuole che un giorno, nel Tempo dei Sogni, un pescatore disturbò un Serpente Arcobaleno dormiente e che questi, adirato, causò il grande diluvio che sommerse la terra e distrusse villaggi. Le loro uova sono iridescenti ed a forma di goccia
• La salamandra assomiglia alla sua omonima controparte reale: piccola, a quattro zampe, di forma simile ad un geco, nasconde però una saliva letale ed è invulnerabile alle fiamme. Si dice che il suo corpo sia così gelido che se si rotola nel fuoco, riesca perfino a spegnerlo. Le salamandre inoltre producono un materiale peculiare, simile all'amianto per le proprietà ignifughe, chiamato “lana di Salamandra”. Le salamandre, a causa della loro saliva schiumosa altamente velenosa, possono portare la distruzione ad interi villaggi, avvelenando i frutti degli alberi su cui salgono o cadendo nelle pozze di acqua potabile rendendola venefica. Sono solite realizzare i loro nidi nel fuoco
• I serpenti marini vivono in mare e raramente in qualche lago o fiume, hanno un corpo e aspetto serpentiforme e non possiedono alcun tipo di arti o in alcuni casi possiedono solo delle pinne. Nuotano tenendo la testa crestata alta, e varie spire emergono dai flutti dietro di essi. Uno dei più famosi è quello riportato sulla mappa della Scandinavia di Olaus Magnus nel 1539: lungo 60 metri, si avvolge attorno ad una nave con un marinaio nelle fauci. Tali mostri marini sono stati avvistati sia nei mari del Nord che nell'Atlantico, ma anche nei laghi scozzesi ed in altre parti del globo. Un esempio classico di serpente marino è Jormungandr, creatura della mitologia scandinava e figlio maschio illegittimo di Loki e della gigantessa Angrboða, gettato da Odino nell'oceano poco dopo la sua nascita: tale drago si tratterebbe di un serpente marino estremamente velenoso e dalle dimensioni titaniche, talmente lungo da riuscire a circondare tutta la terra col suo corpo e a far arrivare la sua coda fino o addirittura oltre la sua testa. Jormungandr è predestinato ad essere ucciso da Thor al momento del Ragnarǫk, e allo stesso tempo ucciderà il dio con il suo potentissimo veleno. Un altro esempio di serpente marino è Ceto, drago della mitologia greca che veniva rappresentato come un incrocio tra serpente e balena, di sesso femminile. Tale drago rappresentava principalmente i pericoli del mare. Nel folklore scozzese invece il Mostro di Loch Ness è un esempio di serpente marino: sebbene sia una creatura lacustre, più volte è stato descritto con l'aspetto di tale categoria di drago. Questa creatura secondo le leggende nuotava nel lago omonimo, e molta gente sostiene di averla avvistata sin da tempi antichi. Non si sa molto di questo drago, nemmeno il suo sesso, ma le persone nel corso del tempo hanno iniziato a chiamarlo Nessie e a designarlo di sesso femminile e dall'aspetto simile ad un Plesiosauro o ad un Elasmosauro: collo e coda serpentiformi con corpo tozzo e pinne. Questo ha fatto pensare che difatti l'animale non si trattasse di un drago mitologico ma bensì di un rettile marino antico sopravvissuto all'estinzione, ma non è mai stata trovata alcuna traccia della creatura né suoi resti in caso fosse morta, e le uniche testimonianze della sua esistenza sono foto di questo vecchie e di dubbia attendibilità. Tiamat della mitologia babilonese è una divinità serpente marino di sesso femminile, rappresentata in genere come un gigantesco drago marino serpentiforme e a volte come donna col corpo da serpente. Essa è la dea del mare e viene uccisa in combattimento da suo figlio Marduk. Il Leviatano invece è un serpente marino della mitologia cristiana ed ebraica, e viene citato nell'Antico Testamento (nel libro di Giobbe) e nell'Apocalisse. Tale creatura è di sesso maschile e viene rappresentato essenzialmente come un gigantesco serpente di mare che causa tempeste e maremoti quando risale dagli abissi marini. In alcune rappresentazioni alternative è stato designato come una gigantesca balena (da qui è nato il nome per l'antica specie di cetaceo Livyatan Melvillei), a volte come un gigantesco coccodrillo e a volte come un gigantesco cefalopode
• Il drago occidentale è forse il più noto e diffuso, tant'è che è probabilmente la prima immagine che ci viene alla mente sentendo la parola drago. Questo tipo di drago infatti è quanto di più classico ci possiamo aspettare: corna puntute, quattro zampe, ali membranose, aspetto da “lucertolone” e squame e scaglie su tutto il corpo, nonché l'innata capacità di sputare fuoco: questo grazie a delle ghiandole nella mascella inferiore che secernono fosforo. Quando il drago contrae queste ghiandole e spalanca la bocca, il fosforo si incendia a contatto con l'aria e la saliva emettendo la tipica fiamma. In modo simile l'insetto bombardiere può spruzzare getti bollenti sui propri predatori in natura
• Ogni anno a Tarascona, in Francia, si celebra la vittoria degli antenati sulla mostruosa Tarasca portando per le vie della città una bandiera con raffigurata la bestia. L'anfibia Tarasca, grande quanto un grosso bue, ha la testa di leone ed un corpo corazzato rigido e coperto da spuntoni, sovrastante il corpo squamoso. Ha sei zampe simili a quelle dell'orso e la coda di serpente. La Tarasca ha come antenati non solo il potente Leviatano ma anche il Bonaso, che si trattava di una creatura bovina che uccideva grazie ai suoi escrementi di fuoco. Portatore di grandi danni, la Tarasca scatenò la rabbia del villaggio che invocò l'aiuto di santa Marta. Questa si recò nel bosco e trovò la Tarasca alle prese con la sua ennesima vittima, lo asperse con l'acqua santa, lo legò con la cintura e lo portò in città dove gli abitanti uccisero il mostro, e cambiarono il nome del paese da Nerluc a Tarascona per ricordare l'evento
• Fafnir, il drago tedesco che custodiva l'Anello dei Nibelunghi, e che Sigfrido, nella saga dei Volsunghi, uccise e ne mangiò il cuore per poter capire il linguaggio degli uccelli, era a tutti gli effetti un knucker. Sempre nella mitologia nordica è possibile trovare altri di questi draghi: Níðhöggr che cerca di distruggere il mondo rosicchiando le radici dell'albero Yggdrasill. Uno dei draghi della letteratura tradizionale germanico-norrena che maggiormente descrive lo stereotipo successivamente accolto dall'immaginario popolare e dal fantasy è quello del poema anglosassone Beowulf: si tratta di una serpe alata, che sputa fiamme e custodisce un antico tesoro. Altra caratteristica del drago nella mitologia norrena è la sua capacità linguistica. Esso è in grado di parlare tutte le lingue, di cui si serve per mentire ed ingannare. Questi draghi, mastodontici lucertoloni solitamente senza ali e dai corpi allungati e sinuosi, sono la versione britannica del drago Occidentale: hanno squame dure come l'acciaio, denti affilatissimi ma non possono sputare fuoco. Un altro Knucker famoso fu quello che affrontò Beowulf ormai vecchio, morendo assieme a lui. Il Verme di Lambton e il Drago di Wantley furono entrambi uccisi da cavalieri, e la collina di WormHill prende proprio il nome dal Verme di Lambton. Re Artù adottò questa razza come suo stemma
In epoca romantica, specie in area germanica e anglosassone, cominciò a rifiorire l'interesse per la mitologia germanica. Questo interesse fu accompagnato da un moltiplicarsi di riedizioni del Canto dei Nibelunghi e di sue rivisitazioni sceniche (la più importante: il ciclo drammatico-musicale L'anello del Nibelungo, di Richard Wagner). In queste la figura del Drago, sempre presente, assume progressivamente caratteristiche tipiche dell'odierno fantasy. Attualmente i Draghi sono diventati alcuni tra i protagonisti dei romanzi e giochi di tipo fantasy, seppur, specie in anni molto recenti, la loro figura sia stata pesantemente modificata rispetto a come venivano presentati nelle leggende classiche, infatti in genere nelle opere moderne si tende ad usare la figura del tipico drago del Medioevo europeo cui però vengono spesso attribuiti caratteri, alcuni ripresi dal suo "cugino" cinese (bontà d'animo, poteri di vario genere, saggezza eccetera), altri ripresi da altre creature mitologiche e altri totalmente inventati. Nel contesto del fantasy la figura dei draghi risulta emblematica e fortemente radicata nell'immaginario collettivo. Molti scrittori di fantasy del XX e XXI secolo hanno poi scritto di draghi: R.R. Tolkien ne "Il Silmarillion", "Lo Hobbit" e, marginalmente, ne "Il Signore degli Anelli"; Margaret Weis e Tracy Hickman ne Le Cronache di Dragonlance, Ciclo di Death Gate e ne Il ciclo della Pietra Sovrana; Licia Troisi nei suoi libri sul Mondo Emerso e nella saga La ragazza drago; Silvana De Mari nella saga de L'Ultimo Elfo. Una serie in cui un drago è un protagonista è il Ciclo dell'eredità di Christopher Paolini. Con un accento più fantascientifico, la scrittrice Anne McCaffrey ha dedicato un fortunato ciclo di romanzi ai Dragonieri di Pern, che cavalcano draghi ottenuti con l'ingegneria genetica. Ruoli importanti hanno nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R. R. Martin e La nave della pazzia di Robin Hobb. Alla figura del drago sono stati anche ispirati diversi film, forse il più famoso è Dragon Trainer della Dreamworks. Esistono anche diversi videogiochi sui draghi, un esempio famoso è Spyro
Detto questo, si può dire che il drago è tra gli animali leggendari più popolari e famosi
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