Role Fantasy (Nobile)

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Nome: "Aki"
Lei è Aki. Il suo nome è una parola Giapponese che significa "Autunno"
Cognome: "Aki Tsuki"
Tsuki. Parola Giapponese che significa "Luna"
Soprannomi:
• Aki-San. San (さん [san]) , derivato dal ''sama'', è il titolo onorifico più comune, ed è un titolo di rispetto usato praticamente fra persone di tutte le età. Anche se la traduzione più vicina è il "signor" o "signora", "-san" è quasi universalmente aggiunto al nome di una persona; "-san" può essere utilizzato sia in contesti formali che informali e per qualsiasi genere. Poiché è il suffisso più comune è anche quello utilizzato più spesso per convertire i nomi comuni in propri.
San può essere utilizzato per combinare i nomi sul posto di lavoro, in modo che un libraio possa essere affrontato e indicato come Honya-san (signore della libreria) e un macellaio come Nikuya-san (signore della macelleria).
San è talvolta usato con i nomi di società. Ad esempio, gli uffici o i negozi di una società chiamata "Kojima Denki" potrebbero essere indicati come "Kojima Denki-san" da un'altra società vicina. Questo può essere visto sulle piccole mappe spesso utilizzate in rubriche e biglietti da visita in Giappone, dove i nomi delle aziende circostanti sono scritti utilizzando il "San".
San può anche essere collegato ai nomi degli animali o anche a oggetti inanimati. Ad esempio, un coniglio da compagnia potrebbe essere chiamato Usagi-san e il pesce utilizzato per la cottura come Sakana-san. Entrambi gli usi sarebbero considerati infantili e si eviterebbero in un discorso formale. Anche le persone sposate spesso fanno riferimento ai loro coniugi con il San.
Online, i giocatori giapponesi spesso aggiungono un numero 3 al nome di un altro giocatore per indicare San (esempio: Taro3 significa Taro-san) , dal momento che il numero tre è anche pronunciato San.
• Suterareta kizoku. In Giapponese significa "Nobile abbandonato", riferito al suo essere l'ultima rimasta della sua famiglia
Razza: "Sì, posso diventare un drago"
Lei è un drago. I draghi, così come i grifoni, le fenici, gli ippogrifi e gli unicorni, è un animale fantastico. Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà. Il termine deriva dal latino draco (nominativo), draconis (genitivo), a sua volta proveniente dal greco δράκων (drakon), con l'omologo significato di serpente. L'etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo δέρκεσθαι (dèrkesthai) "guardare", "che guarda lontano", probabilmente in connessione ai poteri legati allo sguardo di queste bestie o alla loro presunta vista acutissima. Nel sanscrito e nell'indiano antico: dragh-ayami, allungare. Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati "draghi" alcuni sauri, come il varano di Komodo (o drago di Komodo, Varanus komodoensis), il drago barbuto (Pogona vitticeps), il drago d'acqua (Physignathus cocincinus), il drago volante (Draco), e il drago marino comune. Presso gli antichi Greci e, a seguire, presso i Romani, acquisirono questo nome tutte le specie di serpenti grossi ed innocui che potevano anche essere tenuti come animali domestici. Già con Omero si cita un "drago", un animale fantastico con una vista acuta, l'agilità di un'aquila e la forza di un leone, rappresentato come un serpente con zampe e ali. Nelle Argonautiche di Apollonio Rodio è proprio un "drago" a sorvegliare il Vello d'oro, mentre Filostrato, nel 217 d.C., dissertava al riguardo di queste bestie ne La vita di Apollonio di Tiana (II, 17 e III, 6-8). L'animale è già presente nella mitologia greca in vari miti, come in quello del drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto nel firmamento nella costellazione del Draco, o del drago Pitone ucciso da Apollo. Ampie trattazioni sul drago sono presenti anche in opere di scrittori Romani come Plinio, nella sua Historia Naturalis, Gaio Giulio Solino e Pomponio Mela. Nella favola di Fedro La volpe e il drago, il mitologico animale appare per la prima volta come guardiano di tesori nascosti, a simboleggiare il vizio dell'avarizia. In Cina, i draghi sono da tempo immemorabile, assieme alla fenice, simbolo della famiglia imperiale. Il drago è divenuto quindi una creatura mitico-leggendaria presente nell'immaginario collettivo di molte culture, sia come essere malefico ma anche come guardiano e difensore di antichi tesori e luoghi magici e portatore di grandissimo sapere e conoscenza. Inoltre, non è infondato pensare che queste fantasie possano essere state alimentate dal ritrovamento di fossili di dinosauro, per l'epoca impossibili da spiegare altrimenti: per esempio, già nel 300 a.C., un misterioso fossile ritrovato a Wucheng, Sichuan, in Cina, è stato etichettato come fossile di drago da tale Chang Qu. Intorno al 1910 è stato reso pubblico che una specie di drago lucertola esisteva realmente e si trattava del cosiddetto drago di Komodo. Questo animale è stato fotografato negli anni 70 da Walter Bonatti, noto scalatore ed esploratore italiano, che ne pubblicò foto e articoli su diverse riviste in modo molto esauriente. Si tratta di una specie di sauro chiamata "varano", normalmente di lunghezza non superiore ai due metri, mentre la specie che abita sull'isola indonesiana di Komodo (il "Varano reale" dell'isola di Komodo) supera i 3 metri nella razza. Esistono vari tipi di varani, fra cui anche quello arboreo che è capace di volare gettandosi dagli alberi: questo tipo sembra non superi i due metri. Infine in Australia è esistito un varano gigante (il Varanus priscus, noto anche come Megalania), che si ritiene potesse raggiungere i 7 metri di lunghezza ed i 1900 chilogrammi di peso; nell'ipotesi che avesse una corporatura simile a quella del "Drago di Komodo". È quindi possibile che i rituali e le feste cinesi che richiamano la figura del drago siano da ricondurre al varano; questa ipotesi è rafforzata dal fatto che alcune popolazioni orientali vivono a stretto contatto ogni giorno con i varani che si aggirano tranquillamente vicino alle loro capanne in cerca di cibo. Vi è quindi una forma di relazione stretta uomo - varano in queste isole, dove l'uomo ammira questo animale e dove l'animale non lo aggredisce perché sa di poter avere del cibo senza doverselo procacciare. Esistono altre forme di draghi viventi (varani) in Africa e Australia, a volte in competizione per il cibo con il coccodrillo africano, anch'esso rassomigliante alle versioni poetiche sui draghi: ricordiamo che La famosa "Leggenda di San Giorgio a cavallo che uccide il Drago" si svolgeva proprio in Africa, dove sia coccodrilli che grossi varanidi vivono da tempo. Quando parliamo di un animale frutto della fantasia umana, può sembrare inutile trattare degli attributi fisici e delle qualità di queste creature; sta di fatto che, data la vastissima diffusione di questi rettili alati all'interno delle culture di tutto il mondo, è possibile catalogare e registrare differenti specie, ognuna solitamente caratterizzata da tratti distintivi ricorrenti. In linea di massima possiamo intanto affermare che tipicamente il drago è visto come una creatura appartenente alla classe dei rettili, ha sangue caldo, è carnivoro e depone le uova (ovviamente esistono eccezioni). È possibile, a grandi linee, fornire due grandi metodi di distinzione per classificare questi animali fantastici: per classi (o famiglie) o per tipi (o specie). Poiché i due metodi di raggruppamento non sono perfettamente sovrapponibili, è necessario esaminarli separatamente.

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