Check - in di passaggio

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Quel diavolo in vesti nere, rievocava le sembianze della luce del mattino, l'angelo più bello cacciato dal paradiso per essersi ribellato proprio come aveva fatto dinanzi a una sconosciuta, sfidando le persone che lo avevano messo al mondo.

Gli occhi dalla forma di una tigre a marcare disprezzo nei miei confronti, nel suo fare da esagitato. 

Dall'istinto, girai appena la testa, scorgendolo incamminarsi nel vialetto che portava dietro il retro della casa.

Scoccò un'ultima occhiata, senza fermarsi. 

Uno sguardo di tenebre e fumo bianco da ridursi a un soffio lontano. 

Mi avrebbe dato filo da torcere. 

E poi sparì. 

Eppure faticai a capire in che modo l'avesse partorito, come faceva a essere loro figlio? 

Erano completamente l'opposto. 

Forse era uscito di piedi dall'apparato femminile. 

Forzai un sorriso per smorzare l'aria tesa, per il trattamento inospitale, calata sulle uniche tre persone. 

Poco dopo si sentì il grattare di ruote sulla ghiaia, cessare, seguito dallo spegnersi di un motore. 

Nel vedere Leonardo e Diana, guardare dietro il mio corpo, mi girai anch'io

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Nel vedere Leonardo e Diana, guardare dietro il mio corpo, mi girai anch'io.

Dal lato guidatore vidi scendere, in abiti eleganti, quello che dedussi si trattasse di un addetto al servizio di Leonardo. 

Lo vedemmo avvicinarsi alla portiera del lato passeggeri e tirare la maniglia, in modo da dare agio a una donna alta e slanciata, vestita con un semplice jeans chiaro e un maglioncino beige, dal collo alto, guardarsi attorno per capire dove fosse arrivata.

"Oh, finalmente" l'esclamazione ponderata di Diana mi fece girare a guardarla, curvata a Leonardo per continuare a riferirgli: "è la nuova insegnate che seguirà Victor, l'altra non ha retto i suoi capricci e ha dato le dimissioni" poi alzò gli occhi verso il marito che ricambiò allo stesso modo.

"Vado io, le mostrerò la teca. Tu prenditi cura di Greta" focalizzando lo sguardo su di me. "Scusaci per nostro figlio, non sta passando un bel periodo" tipica frase per camuffare la polvere sotto al letto. 

Glielo concessi.

Fece scivolare la mano che ancorò sulla spalla della moglie, accingendosi ad accogliere la nuova arrivata. 

"Se hai da fare non voglio disturbarti, posso trovare da sola la stanza" chiarii, percependo la sua aura di benevolenza troncare la mia richiesta, tramite gli occhi che ammorbidì come i muscoli tesi dapprima.

Portò a rilassare anche a me.

"Niente affatto" nell'allungare un braccio, mi fece capire di affiancarmi a lei. "Non ho fatto altro che aspettarti tutta la mattinata, mi sono svegliata addirittura alle sei del mattino" intanto che si mise a parlarmi, varcammo l'imponente porta. 

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