Capitolo 11

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Summer

Non ero sicura di che cosa stavo per dirle a Ruby in questo esatto momento, ma credo che io debba dirle che mi sono sentita osservata parecchie volte e devo scoprire se non sono l'unica qui.

Presi un respiro profondo prima di schiarire la mia voce. "Come dire...emh... È normale sentirsi osservate?"

La sua faccia divenne da confusa a sorpresa in un attimo. "Come?" Si guardò attorno e per un momento pensai che anche in questo momento pure lei si sentisse osservata ma era solamente per dare un'occhiata in giro per poi guardare me di nuovo. "Beh...Uh...Perché me lo chiedi?"

"Perché mi sono sentita osservata in questi giorni e non sapevo a chi rivolgermi." E subito le dissi ciò senza più esitare.

Lei è ancora più sorpresa e anche un po' sospetta. "Quindi...Pensi che sia qualcuno ad osservarti?"

"Sì! Ne sono certa, oppure è solamente la mia paranoia. Quando stavo tornando a casa dopo la festa, mi sentivo come se qualcuno mi stava seguendo, cazzo." E dalla mia voce si capì subito che in quel momento, tornando a casa, ero un po' preoccupata e lei lo notò.

Mi prese a braccetto e sorrise. "Parliamone dopo, andiamo in classe prima che ci buttano fuori e non entreremo più."

Ci affrettiamo subito dentro scuola come delle sceme. E subito quando siamo entrate dentro la nostra aula, siamo state quasi sgridate dalla prof.essa Johnson di letteratura.

Oliver

"Cazzo che stupida idea, coglione!" Mi dissi frà me e me, quasi bisbigliando ma era piuttosto un urlo da farmi sentire da tutti.

Sono un'idiota in questo momento, cazzo! Devo sempre avere a che fare con altri fottuti spacciatori di merda? Non sanno altro che spacciare di qua e di là.

Ero in un vicolo, aspettando uno dei 'soliti' pezzi di merda, poco lontano dalla Beverly Hills. Se qualcuno mi vede, pronto ad affrontare uno spacciatore qui, sono estremamente fottuto.

Erano le 13:40 e io aspettai altri due minuti. "Due minuti, se non si fa vedere, io giuro che-"

"Tyler?"

E all'istante a sentire il mio nome in 'codice' come nome falso per identificarmi tra le persone più crudeli di questo posto schifoso. Alzai lo sguardo verso all'uomo che stava lì fermo davanti a me guardandomi come se si aspettasse che li rispondo.

Riuscì a intravedere da una delle tasche dei suoi pantaloni qualcosa quasi fuoriuscirne e sembrava fosse una pistola, ma non riuscì a vedere di più perché la spostò con la sua mano.

Che bastardo. Pensa davvero che non ho notato quella piccola pistola? Pensa che io non li dia i soldi per avere quella maledetta droga?

Bastardo.

Appoggiai la mia schiena sul muretto, osservando con un aria abbastanza seria e amara quel bastardo. "Secondo me, dovresti nascondere meglio un'oggetto del genere." E subito mi guardò perplesso, scioccato, affinché realizzò e io non esitai ad avvicinarmi a lui. "Forse con un borsellino adatto per i coglioni come te."

Il mio tono di voce penso che lo stia intimidendo e...esitare su 'qualcosa'. "Che c'è? Perché quella faccia? Non avrai mica fatto due pensieri su nel darmi la droga, vero?" Non aprì bocca.

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