Capitolo 4

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Rubino

L'anno scorso, in primavera, avevo ancora 15 anni e un giorno ero ad una festa. Una festa di compleanno di un'amica in comune tra me e Nathaniel. Lui è un po' più grande di me, di pochi anni. Lo conosco da quando avevo 9 anni grazie ai nostri genitori e lui aveva 11 anni.

Abbiamo 2 anni di differenza ma a noi non importa, l'importante era stare uniti come due migliori amici fanno. Si fa così, giusto?

A quella festa più tardi era successo qualcosa a Nathaniel. Ed io ero in lacrime quando vidi che qualcuno stava cercando di ucciderlo davanti a tutti a quella festa. Il padre della nostra amica ha fatto di tutto per difenderlo e ci era riuscito ma lui stava già sanguinando. Quel qualcuno che cercò di ucciderlo stava già scappando. Alcuni dei presenti stavano già chiamando la polizia e io ero solamente in lacrime.

Con me c'era anche Nina e quell'amica. Stavano cercando di calmarmi, provando a farmi evitare questa brutta vista allontanandomi via. Io le capivo, anch'io avrei fatto questo gesto alla mia propria amica ma io ero sconvolta. Sconvolta e senza parole.

Una persona potrà mai fare qualcosa di così crudele? Il suo cuore glielo permette? Non prova niente dopo averlo fatto?

Sto ancora cercando una risposta di perché lo avevano provato ad uccidere ma non la trovai. Per fortuna non era morto cazzo! Era per un po' di tempo in ospedale, 8 settimane o anche di più.

Io ero distrutta.

Non volevo parlare con nessuno per un certo periodo affinché non decisi di prendermi di nuovo cura di me stessa e ritornare com'ero prima. Il mio stato mentale non era dei migliori ma cercavo comunque di passare del tempo con me stessa e con gli altri. Soprattutto con Nina ed Hermes. Le migliori.

Almeno posso dire che ora sono migliorata e sono apposto...credo.

[ . . . ]

Fine orari scolastici e sono fuori dall'ingresso, finalmente. Alle 15:00 devo rientrare per basket e io non ho per niente voglia di andarci. Mi era passata la voglia dopo aver ricevuto quella orrenda chiamata. Non volevo parlare con Nina, Hermes o Summer. Non ancora.

Da quella chiamata stavo parlando con mio zio. Mio zio mi stava dicendo di sua moglie, Nathaniel e mio padre. Soprattutto anche su James, Steve e il nostro coach.

Stava parlando di tante cose ma qualcosa aveva attratto la mia curiosità e interesse. Una chiave? Mi disse che aveva trovato questa chiave e li sembra molto famigliare e vorrebbe darla a me.

Non capisco perché proprio a me...ma forse ci arriverò.

Quando me l'aveva data prima di andare a scuola questa mattina, a me è sembrato di averla già vista...

Aspetta...

Ricordai quando io e Summer avevamo notato qualcosa cadere dalla scatola di shein di Nina che aveva ordinato tutte quelle robe(sicuramente inutili). Può darsi che sia questa chiave la "cosa" che era caduta da lì?

Ma...

Chi cazzo l'ha trovata e l'ha mandata a casa di Nina?!

Forse qualcuno voleva fare uno certo scherzo a Nina...ma questa chiave mi è tanto famigliare e pure a mio zio.

Odio quando qualcosa è come un rompicapo, difficile da smontare. Odio il fatto che sia su una cazzo di chiave a farmi preoccupare in questo modo.

Sto evitando Nina, Hermes e Summer. E si, lo sto facendo apposta. Ho bisogno di spazio e non ne voglio parlarne con loro ancora.

Ero pronta per andarmene da davanti alla scuola piena di pensieri affinché non sentì la loro voce.

"Ruby! Aspettaci!" Hermes esclamò.

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