Capitolo 12

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Carissa

"Mamma, ti prego, basta. Ho bisogno di spazio. Com'è colpa mia se papà se n'è andato?

Le parole, ogni singola parola che le dissi, per convincerla che non fosse stata colpa mia che non avrei rivisto più papà.

Papà, ma dove sei?

Avevo sperato che un giorno potesse ritornare a casa, con o senza come se nulla fosse successo, come se non mi avesse dato l'ultimo 'addio' alla propria residenza.

Un uomo, no, anzi, mio papà...pensavo era diverso. L'unico che poteva mostrarmi una briciola di conforto, se n'è andò. Lasciandomi con mia madre.

Non poteva andare peggio di così, vero? Una notte qualunque, nel garage, guardandolo negli occhi nel bel mezzo della notte, nel mentre che raccoglieva il suo bagaglio e infilandolo dritto dentro al cofano della macchina.

Non sapevo se continuare a guardarlo tristemente, piangere o cercare di mantenere la mia stupida faccia neutrale.

Ero stupita dal suo coraggio. Mia mamma diceva che lui non era un buon esempio per me e forse aveva ragione... Perché penso che anch'io possa diventare così un giorno.

Però avevo anche la vita da adolescente che dovrei cercare di essere felice, dandomi le mie soddisfazioni quindi, diamo inizio alle danze per prepararsi alla nuova scuola, al nuovo anno d'inferno scolastico.

Nuove regole, nuovi infranti

Nuovi studenti, nuovi infami.

[ . . . ]

La mattina del 19 dicembre...

"Carissa! Presto! Farai tardi a scuola ed è l'ultimo giorno prima delle vacanze!"

Mia mamma. Perfetto. Ora mi parlerà di quanto io potrò fare tardi se non mi sbrigassi.

"Si, ho già iniziato a fare la lista per Babbo Natale." Risposi e dopo mi resi conto che ho appena risposto in questo modo a mia madre.

Non me la farà svignare così facilmente dopo questa.

"Carissa!"

Asia!

Dopo finalmente una sgridata da parte di mia madre, mi ritrovai davanti alla Beverly Hills.

Sono solamente da due o quasi tre settimane nuova in questa scuola. Già intravedo tutti i gruppetti attorno vicino all'entrata, soprattutto Adeline insieme alle altre, la prima che mi ha dato una parola il primo giorno dell'inferno.

Hollywood, un giorno mi farai uscire pazza dentro ad un manicomio.

Non mi sono trasferita, ma ho solamente cambiato scuola. Sì...al quarto anno potevo anche rimanere là, no?

No. Perché conoscevo solamente persone false, che avrebbero potuto rovinarmi e portarmi cattiva influenza. Così disse mia madre.

Qualcheduno, sì, era falso, ma non così tanto. Almeno credo. Ma per me, l'unica vera è stata Ivy Smith. La mia migliore amica d'infanzia, sempre stata al mio fianco e la ringrazio davvero per averlo fatto.

Mi avvicinai alle mie 'nuove' amiche. Jiyoung, Adeline e Alice. Tutte stupende e poi ci sono io. "Oh! Ciao, nostra Carissa." La prima a salutarmi, Jiyoung.

"Ciao...Che mi dite? Vi vedo così...eccitate." Sì, eccitate per qualcosa che starà per arrivare tra un po'.

Adeline mi si avvicina e mi prese la mano. Ma, al posto suo parlò Alice. "Sai...Per capodanno, daremo una festa grazie al padre di Ade."

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