Capitolo 2

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Mi girai di scatto dall'altra parte di quel materasso così morbido che non sembrava nemmeno il mio

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Mi girai di scatto dall'altra parte di quel materasso così morbido che non sembrava nemmeno il mio.

Il profumo di lavanda che sprigionavano quelle lenzuola mi estasiava.

Tuttavia qualcosa non tornava.

Il letto dove ero solita dormire era duro come il marmo e le lenzuola non toccavano la lavatrice da una settimana, cosa per cui dubitai di essere effettivamente nel mio letto.

Mi rigirai un'altra volta mugugnando qualcosa di incomprensibile persino per me.

Poi tirai una manata verso il cuscino, quest'ultimo fece un verso acuto di disapprovazione.

Da quando i cuscini avevano il dono della parola?

Spalancai gli occhi, ritrovandomi davanti un ragazzo dal sorriso compiaciuto e divertito.

«Di notte sei sempre un terremoto?», mi domandò.

Schiusi di poco le labbra, non sapendo cosa rispondere.

In realtà stavo ancora cercando di capire se stessi sognando o ero completamente sveglia con delle reazioni a effetto ritardato.

Era sicuramente la prima.

«Vedo che sei di poche parole a differenza di ieri sera».

Per quale strano motivo non mi ricordavo cosa avessi fatto ieri sera...Non avevo bevuto solo mezzo bicchiere di alcool?

«Cosa ci faccio qui?», sbiascicai; avevo la bocca secca e le labbra appiccicate fra di loro per via del caldo afoso di quella mattina.

Il tempo sembrava essere bipolare.

«Ti sei addormentata sulla sdraio mentre parlavamo».

Mi tolsi i capelli appiccicati sul viso, constatando che ero fin troppo calma per essere nel letto di uno sconosciuto.

«Mi dispiace, levo subito il disturbo».

Non gli chiesi cosa gli avessi raccontato, volevo solo tornare a casa e prendermi un'aspirina, se non due.

Quando mi alzai, la testa aveva iniziato a girare e il mio corpo a vacillare.

Qualcosa non andava.

Mi sedetti a peso morto sul letto, provocando uno scricchiolio delle doghe.

«Aspetta, tieni. Te l'ho preparato appena mi sono svegliato», mormorò.

Me lo ritrovai davanti con un bicchiere di acqua e una pillola ancora nella sua confezione.

Li presi entrambi sussurrando un flebile «Grazie.»

«Non mi ricordo come ti chiami, me lo potresti ripetere, per favore?»

Sorrise ed io presi un lungo sorso d'acqua.

Reckless - pericolosamente mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora