Capitolo 7

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Avevo percepito la sua presenza sin da subito

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Avevo percepito la sua presenza sin da subito.

Non ero nessuno per potermi arrabbiare, ma in quel momento, vedendola sulla moto di Davis la collera stava prendendo il sopravvento.

Forse perché sapevo come era fatto Davis con le donne e, vedere che Cheryl era diventata una nuova preda mi faceva alquanto scoppiare la testa.

Da lontano potevo ugualmente vedere come l'avesse legata alla moto per non farla scappare; il tutto era fatto così male che sarebbe riuscita a slegarsi in un attimo.

Leggevo chiaramente dai movimenti del suo corpo, come si sentisse spaventata e agitata dalla situazione.

Dentro di me sentivo l'istinto di proteggerla da qualsiasi cosa le potrebbe accadere. Quello era uno di quei momenti in cui lo avrei fatto, che le andasse bene o meno.

Accesi la moto e con calma mi avvicinai a lei appena i due uomini che la tenevano d'occhio si allontanarono.

Cheryl si girò verso di me nello stesso momento in cui mi fermai.

Feci girare il motore tre volte e con un semplice sguardo diretto le feci chiaramente capire cosa dovesse fare.

A differenza della moto degli altri concorrenti, non avevo la cinghia che teneva le zavorrine incollate al loro posto; le allacciai le braccia attorno alla vita in modo tale che si tenesse.

Non sarei andato piano; avevo vari record da tenere tali, se non migliorarli.

Davis non era un problema per quest'ultimo punto, tuttavia adoravo fargli mangiare la polvere proprio come adoravo la mousse ai tre cioccolati, andavo pazzo per quel dolce.

«Che galantuomo, lo sarai anche appena verrai sconfitto penosamente?». Davis si era messo in sella e come al solito si divertiva a punzecchiarmi.

Guardai dritto senza calcolarlo.

Sgasai nell'esatto istante in cui il via risuonò nelle orecchie.

Amavo guidare.

Era una valvola di sfogo perfetta.

Il terreno era completamente bagnato, ragione per cui in certi punti entrambe le ruote slittavano quel pelo in più per far sì che Cheryl si aggrappasse molto più forte.

Il football e il correre in modo spericolato sulle due ruote mi davano una sensazione che raramente avevo provato nella vita.

Era come se una luce si accendesse sulla mia testa, mentre mi trovavo in una scatola buia, chiusa, con l'intento di farmi dare il massimo per poter toccare quella luce che sembrava lontana ma al contempo estremamente vicina da scapparmi ad un filo di respiro.

Appena frenai la gente si accalcò addosso, non in tempo per bloccare la zavorrina che era seduta dietro di me fino a pochi millesimi di secondi fa.

Era stata la prima a salire sulla mia moto dopo Kate, tuttavia anche l'ultima; anche se le regole erano chiare: ogni biker era obbligato a portarsi una ragazza dietro, per me era il contrario.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 05 ⏰

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Reckless - pericolosamente mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora