Squarci di momenti in cui Apnea si disperava sotto un abisso d'acqua si alternavano al buio irreale che le offuscava la vista. Solo il suono affannoso del suo respiro riusciva a sfiorare il silenzio prima di venire sommersa di nuovo nelle profondità delle tenebre. Poi, finalmente, il tormento ebbe fine. Apnea si ritrovò accanto alle rive di un lago, il cuore martellante nel petto. La superficie dell'acqua giaceva immobile come un'enorme lastra di nero infinito, uno specchio d'ossidiana che rifletteva le sue paure più profonde. La luna, pallida e solitaria, gettava un bagliore spettrale sulle onde calme, creando un riflesso inquietante. Sopra l'acqua, a pochi metri da lei, apparve la figura di una giovane, somigliante ad Apnea. La pelle era bianca come la neve, le labbra bluastre, e gli occhi vitrei del colore di una folta foresta morente fissavano Apnea senza vita. L'acqua fluiva incessantemente sul corpo della ragazza, come se fosse ancora immersa nelle immensità del lago. I suoi capelli, di un rosso più intenso, tendenti al mogano, aggrovigliati e coperti di alghe, fluttuavano lentamente attorno al suo viso come serpenti marini.
Il cuore di Apnea si fermò per un istante. Sentiva il gelo della paura insinuarsi nelle sue ossa, immobilizzandola come un'incantesimo. La figura sollevò lentamente un braccio, la mano pallida e ossuta sembrava un richiamo spettrale. Le labbra bluastre si mossero in un gesto impercettibile, e il suono che doveva emettere si percepiva in ritardo, accompagnato dal vento che si alzava improvvisamente, portando con sé il lamento distante, un'eco di angoscia in cui vedeva come protagonista:
<< Apnea...>>
Una forza invisibile cominciò ad attirare Apnea verso l'acqua. Ogni passo era un tormento, i piedi scalzi che si muovevano contro la sua volontà, affondando nella fanghiglia fredda della riva, come sabbie mobili pronte a inghiottirla. L'acqua le avvolse le caviglie, gelida come la morte stessa, e il richiamo della ragazza si fece più forte, un sussurro ipnotico che penetrava nella sua mente. Il liquido continuava a salire, avvolgendo i fianchi, il petto, serrando la sua presa attorno alla gola. Le onde lambivano il viso, e l'acqua scivolava nelle narici, un fluido ghiacciato che le invadeva la bocca, bruciando i polmoni per la mancanza di ossigeno. Solo in quel momento Apnea si accorse di star affogando, come se l'assenza d'aria fosse stato il presagio che spezzò il sortilegio persuasivo. Cercò di risalire, ma il lago la teneva stretta a sè come se mani invisibili la stessero trattenendo. L'acqua era un coltre soffocante, pesante e implacabile. La figura, ancora sospesa sopra di lei, la guardava impassibile, lasciando una lacrima scendere sulla guancia bianca, per poi fondersi con l'acqua, e rivelando le sue vere emozioni.
Il terrore cresceva, un nodo soffocante nel petto. Apnea tentava di urlare, ma le bolle d'aria sfuggivano dalla sua bocca senza portare suono, mentre l'acqua penetrava sempre di più nelle sue vie respiratorie come un'invasione implacabile. L'oscurità la avvolgeva, e tutto diventava nuovamente nero. Di nuovo nel buio. L'ultima cosa che vide fu il volto della ragazza, congelato in un'espressione mista tra apatia e dolore eterno, mentre le sue labbra si muovevano ancora una volta.
<< Non puoi sfuggire al tuo destino, Apnea...>>
Apnea si svegliò con un sussulto, il respiro affannoso e il cuore che martellava come un tamburo impazzito. Le lenzuola erano intrise di sudore freddo, il corpo tremante per l'agitazione. Ogni volta, riviveva quel momento con una chiarezza devastante, sentiva la paura che stringeva le membra, lo sgomento di un addio che non era mai stato pronunciato. La maledizione dell'acqua la teneva prigioniera, un'afflizione che si ripeteva in eterno, un legame indissolubile con il passato e con la morte della madre. Poi, all'improvviso, l'acqua si apriva sotto di lei, come un abisso senza fondo, e Apnea cadeva, cadeva, cadeva. Il cuore martellava nel petto, il respiro si faceva affannoso, e sentiva la vita sfuggirle tra le dita come granelli di sabbia. Ma proprio quando l'oscurità sembrava volerla inghiottire del tutto, si svegliava, ansimando nel buio della sua stanza, il muscolo cardiaco che batteva ancora selvaggiamente nella cassa toracica.

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APNEA
FantasyNel regno medievale di Aerathia, un luogo tormentato dalla superstizione, la paura regna sovrana e l'ignoranza alimenta atrocità in nome di Dio. Mostri, esseri fantastici e creature bizzarre dominano l'immaginario collettivo, mentre le superstizioni...