Viviana raggiunse il grande ponte di pietra che divideva Silvanor dalle Terre di Umbrafell. Le luci Natalizie in lontananza del villaggio brillavano ancora alle sue spalle, ma davanti a lei si apriva un mondo completamente diverso. Mentre a Silvanor la neve copriva il paesaggio con un manto bianco e tranquillo, come una coperta che proteggeva il villaggio dal freddo pungente dell'inverno, dall'altra parte del ponte, Umbrafell si estendeva come un'ombra oscura. La neve sembrava fermarsi bruscamente al confine, come se avesse paura di penetrare quel territorio inquietante. La vegetazione densa e macabra delle Terre di Umbrafell limitava la visibilità, creando un tunnel verde-nero che inghiottiva la luce del giorno. Gli alberi si alzavano come giganti antichi, con rami intrecciati che formavano un soffitto naturale sopra il sentiero. Le foglie erano di un verde scuro, quasi nero, e le loro ombre danzavano inquietanti sotto il pallido bagliore della luna.
Viviana fermò il cavallo e guardò il ponte davanti a lei. La struttura massiccia sembrava quasi viva, con la pietra consumata dal tempo e dalle intemperie che emanava un’aura di antichità e mistero. Il fiume Vesper scorreva sotto di lei, le sue acque limpide e turbolente che riflettevano la luce lunare in un modo che sembrava quasi surreale. Era come se il fiume stesso fosse una barriera tra il mondo sicuro di Silvanor e l'ignoto di Umbrafell. Un brivido le percorse la schiena mentre fissava l'oscurità che l'aspettava oltre il ponte. La paura le serrava il petto, un nodo freddo e soffocante. Aveva sentito storie su Umbrafell, racconti di creature spaventose e di foreste che inghiottivano chiunque osasse avventurarsi troppo in profondità. Ma il pensiero di Apnea, della ragazza che considerava come una figlia, le dava la forza di andare avanti. La determinazione ardeva nel suo cuore come una fiamma che non poteva essere spenta.
<< Devo farlo,>> sussurrò a se stessa, la voce tremante ma risoluta. << Per Apnea.>>
Spronò il cavallo e iniziò ad attraversare il ponte. Ogni passo sembrava risuonare nell'aria silenziosa, il suono degli zoccoli che colpivano la pietra amplificato dall'eco. Ogni metro percorso le faceva sentire come se stesse abbandonando il mondo familiare per entrare in un regno di incubi.
Oltre il ponte, l'atmosfera cambiò drasticamente. Il silenzio era quasi opprimente, interrotto solo dal fruscio delle foglie mosse da un vento gelido. La vegetazione era così fitta che la luce della luna faticava a penetrare, creando un gioco di ombre che sembrava prendersi gioco della sua percezione. Rami nodosi si allungavano verso di lei come dita scheletriche, e il sottobosco era un intreccio di radici e rovi che sembravano volerle intrappolare.
Il ponte segnava solo l'inizio del suo cammino, un fragile collegamento tra due mondi opposti. Ora, Viviana si trovava davanti al vero pericolo che si frapponeva tra lei e Umbrafell: la foresta di Gloamwood. Questo luogo era ancor più spettrale del bosco accanto alla sua casa, che segnava il confine tra Silvanor e la città capitale di Aerathia. Quel bosco, con i suoi sentieri familiari e la luce del giorno che filtrava tra gli alberi, era un mezzo di comunicazione tra il villaggio e la città durante i primi raggi del sole, pullulante esclusivamente dalle leggende delle creature ultraterrene che si presumeva vivessero al suo interno. Ma Gloamwood era tutta un'altra storia. Gloamwood fungeva da protezione naturale per i silvani contro le insidie di Umbrafell, un bastione di tenebra e mistero. La sua fitta flora, intrecciata come le dita di un gigante antico, e l'atmosfera perennemente avvolta in una penombra crepuscolare rendevano difficile l'attraversamento in ogni ora del giorno. Anche quando il sole era alto, la foresta manteneva un'aria di eterno tramonto, come se fosse bloccata in un limbo tra il giorno e la notte.
Viviana avanzava con cautela, il cuore che ruggiva forte nel petto. Ogni rumore, ogni movimento nella penombra, la faceva sobbalzare come un uccellino spaventato. Ma non poteva permettersi di esitare. Il tempo era un ladro implacabile, e ogni istante che passava strappava Apnea sempre più lontano dalla sua portata. La notte si distendeva come un velo di velluto scuro sopra le Terre di Umbrafell, un mare di tenebre in cui Viviana navigava con timore reverenziale.
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APNEA
FantasiNel regno medievale di Aerathia, un luogo tormentato dalla superstizione, la paura regna sovrana e l'ignoranza alimenta atrocità in nome di Dio. Mostri, esseri fantastici e creature bizzarre dominano l'immaginario collettivo, mentre le superstizioni...