«𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒃𝒂𝒈𝒍𝒊𝒂𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆...»
«𝑶 𝒇𝒐𝒓𝒔𝒆 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒔𝒐𝒏𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 è 𝒑𝒓𝒐𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒅 𝒂𝒔𝒄𝒐𝒍𝒕𝒂𝒓𝒆.»
Questa è la storia di Livia Stone, una ra...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
"And if you feel you're sinking, I will jump right over, into cold, cold water for you." - Cold Water by Major Lazer ft. Justin Bieber & MØ
Quando l'ansia mi colpì, fu come se il mondo intero crollasse intorno a me. Il respiro diventò corto, il cuore batteva all'impazzata, e ogni rumore si amplificava fino a diventare assordante. Le mani tremavano, i pensieri si confondevano in un turbine di confusione, e il panico mi avvolgeva come un mantello oppressivo.
Iniziai a sentirmi peggio finché, nel bel mezzo del caos, una voce tagliente e fredda squarciò l'aria: "Basta! Date fastidio!"
Mi girai di scatto e scoprii che era lui, era Alastor, il ragazzo con cui mi ero scontrata per sbaglio.
Il suo viso era impassibile e lo sguardo freddo che rivelava pochissimo delle sue reali intenzioni; visto che mi fissava ancora come quella volta, mi bloccò sul posto.
La sua interruzione brusca mise fine alla derisione di Eleonor, Emily, Stefan e Simon, che abbassarono lo sguardo imbarazzati. Nonostante ciò, la mia ansia restò palpabile, alimentata dal confronto imprevisto e dalla loro costante presenza attorno a me.
Capii che Alastor era stato lì dall'inizio; forse aveva visto tutta la scena, compreso il mio stato d'ansia. Questo pensiero mi fece sentire ancora più a disagio, non so perché, era come se non volessi che mi vedesse in quello stato pietoso... Anche se era strano, visto che doveva essere uno sconosciuto per me.
La situazione divenne sempre più imbarazzante mentre l'attacco d'ansia peggiorava. Iniziai ad avere il respiro affannato e le lacrime che cominciavano a scorrere sul viso rendevano difficile anche guardare chiunque. Evitai accuratamente lo sguardo di Alastor, per non dover affrontare la vergogna di essere vista in uno stato così vulnerabile. Sentendo che il panico stava prendendo il sopravvento, presi il cellulare e le cuffie e corsi in bagno. Fu un gesto istintivo, cercando disperatamente un momento di solitudine per ritrovare la calma.
Quando entrai nel bagno, la prima cosa che notai fu quanto fosse fresco e silenzioso, una benedizione rispetto alla tensione palpabile della classe. Le piastrelle bianche e pulite riflettevano la luce fioca proveniente dai piccoli faretti incassati nel soffitto, creando un'atmosfera calma e rassicurante. Le pareti erano ornate con eleganti mosaici blu che ricordavano il mare, contribuendo a un senso di freschezza e purezza.
Notai gli specchi ampi e ben illuminati che correvano lungo una parete, ognuno perfettamente lucido, riflettendo un'immagine chiara di chiunque vi si guardasse. I lavandini in ceramica bianca erano ordinati e sobri, con rubinetti moderni che scintillavano sotto la luce. Su una mensola accanto, erano disposti con cura dei piccoli vasi con piante verdi, il cui tocco di natura viva aggiungeva una nota di serenità all'ambiente.
Il pavimento di marmo grigio chiaro era fresco sotto i piedi, un contrasto piacevole rispetto alla tensione opprimente della classe da cui ero fuggita. Le cabine dei bagni, disposte ordinatamente lungo una parete laterale, erano tutte chiuse e silenziose, contribuendo ulteriormente alla sensazione d'isolamento e pace.