«𝑺𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 𝒔𝒃𝒂𝒈𝒍𝒊𝒂𝒕𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒖𝒐𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒏𝒔𝒊𝒆𝒎𝒆...»
«𝑶 𝒇𝒐𝒓𝒔𝒆 𝒔𝒊𝒂𝒎𝒐 𝒍𝒂 𝒅𝒊𝒔𝒔𝒐𝒏𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 è 𝒑𝒓𝒐𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒅 𝒂𝒔𝒄𝒐𝒍𝒕𝒂𝒓𝒆.»
Questa è la storia di Livia Stone, una ra...
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"Don't worry about a thing, 'cause every little thing is gonna be alright." - "Three Little Birds" di Bob Marley
Questa è Elbomoore, una scuola internazionale, l'unica di questo tipo in città, e anche l'unica scuola, a parte quella in cui andavo prima, che fosse abbastanza vicina a casa mia. In poche parole, si trattava di una scuola per ricchi, o "élite".
Ovviamente, se qualcuno che conoscevo fosse venuto a saperlo, si sarebbe chiesto come avessi fatto ad entrarvi, soprattutto considerando il mio passato e il fatto che, praticamente, ero povera rispetto a queste persone. In realtà, neanche io ci credevo. Ma a quanto pare avevo uno zio ricco da parte di mio padre che non conoscevo. I due avevano litigato in passato e , per questo, non si erano più visti. Recentemente, questo zio era morto in un incidente e, visto che non aveva una famiglia propria, una grande parte dei suoi soldi era stata destinata a noi.
Non riuscivo a credere a come la mia vita fosse cambiata così in fretta. Un giorno ero una ragazza normale che cercava di sopravvivere alla quotidianità, e ora mi trovavo in questa scuola per l'élite, circondata da lussi che non avrei mai immaginato. Entrare a Elbomoore era stato come varcare la soglia di un mondo parallelo.
Il cancello d'ingresso, un'imponente struttura in ferro battuto, si apriva su un viale lastricato di pietra che conduceva a un edificio principale maestoso e affascinante. La scuola si ergeva come un antico castello, con torrette eleganti e finestre ad arco che riflettevano la luce del sole, creando un effetto quasi magico. Intorno, giardini curatissimi si estendevano a perdita d'occhio, con aiuole di fiori colorati e piante esotiche che formavano un mosaico di bellezza naturale.
Camminando lungo il viale, non potevo fare a meno di ammirare le statue di marmo che decoravano i giardini, ognuna con una storia da raccontare, e le fontane zampillanti che aggiungevano un tocco di serenità al paesaggio. Le panchine in legno intarsiato erano posizionate strategicamente sotto gli alberi secolari, offrendo luoghi perfetti per studiare o semplicemente rilassarsi.
L'edificio principale, con la sua facciata in pietra e l'architettura gotica, era maestoso e intimidatorio allo stesso tempo. Le porte d'ingresso, enormi e decorate con intagli dettagliati, si aprivano su un atrio vasto e luminoso. Alti soffitti con affreschi intricati, lampadari di cristallo che pendevano elegantemente e pavimenti in marmo che risplendevano sotto i miei piedi creavano un'atmosfera di opulenza e tradizione.
Mentre mi avvicinavo, sentivo il brusio di conversazioni ovattate provenire dall'interno, mescolato al suono di passi echeggianti. Un senso di storia e prestigio permeava l'aria, e ogni dettaglio, dal design degli arredi alle opere d'arte appese alle pareti, sembrava raccontare una storia di eccellenza e dedizione.
Stare lì, davanti a quel luogo incredibile, mi faceva sentire piccola e sopraffatta. Mi chiedevo come sarei riuscita a trovare il mio posto in un ambiente così grandioso e sofisticato. Ero consapevole che il mio passato semplice, umile e difficile era un segreto che dovevo custodire gelosamente. La paura che qualcuno potesse scoprire la mia vera origine mi accompagnava costantemente, rendendo ogni passo incerto e ogni interazione una sfida.