Haru -36

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Ami's pov

'Sto correndo mentre l'erba di un prato mi sfiora le caviglie, sono scalza, ma non è un problema visto che l'erba sembra appena tagliata. Il respiro lo sento lontano e le gambe stanche non si fermano, continuo a correre, ma del perché, non ne ho idea.
Iniziai a intravedere due figure, già lo sapevo che uno dei due fosse papà ma l'altra figura sembra un bambino, questa volta un maschio.
Più mi avvicinavo più la figura minuta mi sembrava famigliare, più mi avvicinavo più capivo che forse sarei dovuta semplicemente tornare indietro.
Il bambino mi salutava con la mano mentre sorrideva, sembrava felice, sembrava non aspettasse altro che vedermi.
Finalmente mi fermai di fronte a loro e solo allora, mi resi conto che il bambino lo conoscevo, anche troppo bene.. Haru.
Si girarono e iniziarono a camminare dalla parte opposta alla mia, provai a seguirli, provai a fermarli, ma sentivo le gambe fisse per terra, non riuscivo a muovermi.
Urlai, o almeno ci provavo, ma non sentivo nulla. Sembravo invisibile nel mio stesso incubo."

"Ami! Ami!" "Svegliati!" Finalmente aprì gli occhi; come ogni volta, ogni mattina che mi svegliavo a causa di un incubo, stavo sudando "Tutto ok? Sono le cinque di mattina e stavi urlando, sembrava avessi visto un noumo."

Solo in quel momento capii chi fosse in camera mia, ci sono Uraraka e Jirou al lato del letto e Mina è appoggiata alla porta che si strofina gli occhi per il sonno.

"Mh, stavo solo sognando.. scusate, non volevo svegliarvi." "Non è un problema, solo, sei sicura di stare bene?" Disse Mina mentre mi guardava preoccupata.

Annuì e basta.

Tornai finalmente sola; mi alzai e mi infilai immediatamente sotto la doccia.

Dovrei lasciar stare e non preoccuparmi?

Chiusi subito gli occhi lasciandomi coccolare dal conforto che mi donava l'acqua calda.

Ho sonno, si.
Ma non posso tornare a dormire, per nessuno motivo.

Pazienza, è l'unica cosa su cui posso contare.

Uscì dalla doccia gocciolante, mi allungai per afferrare l'asciugamano ma lo sguardo mi cadde sullo specchio che in quel momento raffigurava perfettamente il mio corpo bagnato.

Iniziai a scrutare la mia figura, osservavo e allo stesso tempo rispettavo ogni centimetro del mio corpo perfetto; eppure, l'odio che provo verso la mia persona non si allevia.

Non ne parlo, mai, con nessuno.

E fingo che la gente non mi importi.

Ma lui.

Mi ha lasciato.
Ha lasciato tutti noi.

E questo mi importa.

So perfettamente che tutto l'odio verso me stessa lo provo per colpa sua.

E la domanda che continuo a farmi da quel cazzo di giorno, non migliora la situazione.

Quando tornerà?

Quando tornerà?

Quando?

Non credo che tornerà.

E se tornerà?

Non gli farò il piacere di tornare ad essere mio padre.

Mai.

E soprattutto, non deve avvicinarsi a mamma, ne tanto meno a Haru.

Feci un sospiro, e cercai di tornare me stessa.

Mi vestii e tornai sul letto per leggere un libro visto che non avevo nulla da fare.

Sentì bussare, così mi alzai per aprire.

"Buongiorno, com'è la febbre?" Aizawa?

Che ci fa qui?

"Bene, è successo qualcosa?" Teneva salda la solita espressione ma una cosa che mi fece preoccupare, e non poco, fu la sua testa bassa.

"A dire il vero, si, sono qui per questo."
Ecco appunto..

"Non saprei come dirtelo in modo diverso, tua madre ha telefonato 10 minuti fa; tuo fratello è stato investito da un auto ieri e ora è ricoverato in ospedale, sfortunatamente è in coma e quindi non si sa quando, e se si sveglierà; mi dispiace..."

Sto guardando il professore con bocca aperta, è successo tutto così velocemente che non so neanche se potrebbe essere realizzabile per me.

Che cazzo..

Deglutii.

"...E c'è altro, ho avuto il permesso dal preside di accompagnarti in ospedale se mai tu lo volessi." Annuì leggermente senza fiatare.

"Preferisci andare ora o questo pomeriggio?" "Ora, se a lei va bene.."

Così lo seguii fino al piano terra in cui trovammo Bakugou e Izuku fissarci confusi.

Ma non ci feci tanto caso ai due, ho altri pensieri per la testa.

E se non c'è la facesse?

...

Siamo finalmente arrivati davanti l'ospedale, scesi di fretta dall'auto del professore e mi diressi verso l'entrata.

Una volta informata sulla camera mi diressi lì, trovai mia madre seduta in corridoio, si fiondò tra le mie braccia appena mi vide.

Immagino che ne avesse bisogno..

"È colpa mia.."

Sentii la sua voce spezzarsi in un pianto colmo di senso di colpa, e con lei sentì il battito prendere un ritmo diverso che si trasformò poi in una sensazione difficile da digerire.

"Avrei dovuto fare più attenzione.. Se adesso non riuscisse a-"
"Non è colpa tua, smettila di darti colpe che non hai."

So di aver sbagliato il modo di parlarle, ma di sto passo si sarebbe solo continuata a rovinare.

Le lacrime minacciano di uscire, ma non posso, non posso permettermi di piangere, soprattutto davanti a lei.

"Si può entrare?" La vidi annuire debolmente.

"Entra tu, io resto qua." Entrai senza dire altro.

Haru..

Era sdraiato di schiena, avvolto da fili e fili, con una garza in testa.

"Haru.." ovviamente non ricevetti risposta.
Mi sedetti di fianco a lui sul letto e gli accarezzai il viso.

Presi coraggio

"Ti ricordi quando.. passavamo tutta la giornata insieme, dalla mattina alla sera, mentre ora ci sono giorni in cui neanche ci vediamo.. Credo sia normale visto che ora non sto più a casa con voi.. Ti ricordi quando hai perso il tuo primo dente? Io me lo ricordo molto bene, sei arrivato piangendo perché pensavi di aver tirato una testata al muro mentre dormivi.."

Risi un po'

"... E invece.. Ti ricordi quando ero caduta e mi ero rotta il braccio, non hai esitato a venire a consolarmi... E poi, ti ricordi... Quando.." Sentì le prime lacrime farsi strada sul mio viso

"... Quando, mi fermavo la sera per guardare le stelle e mi raggiungervi sempre nonostante fossi con i tuoi amici, e quando ti chiedevo perché mi dicevi che preferisci passare il tempo con me che con qualunque altro.. Io mi ricordo di tutto, Haru."

La mia voce iniziò a spezzarsi, si sentiva a malapena.

"Non voglio che mi lasci.. almeno non anche tu.. non lo sopporterei.. Non sopporterei il fatto che te ne sia andato così presto; abbiamo ancora troppe cose da fare.. insieme."

Gli stampai un bacio in fronte e uscii.

spazio autrice

sto piangendo.


Half a heart for two ||Bakugou KatsukixReader||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora