«È buono, vero?»
Hana annuì con la bocca piena. Aiden l’aveva portata a una bancarella di Wisconsin kringle, sostenendo che fosse la migliore di tutto lo Stato, e in effetti erano i più buoni che avesse mai assaggiato. Aiden sorrise felice e diede un gran morso al suo dolce; Hana non poté fare a meno di guardarlo mentre le guance del ragazzo si coloravano di rosso per il freddo. Non aveva smesso di sorridere nemmeno per un minuto da quando Hana gli aveva proposto di diventare amici.
Aiden aveva risposto "Sì" senza esitare nemmeno un attimo, poi l’aveva aiutata a catalogare ogni singolo libro degli scatoloni. Ora erano seduti su una panchina di fronte a una bancarella di kringle. Il sole era calato da un pezzo ormai, e il calore del pomeriggio aveva lasciato posto a un freddo pungente.
«Fa freddo, eh?» disse Aiden.
«Già,» rispose Hana. «Ma non mi dispiace, mi piace l'autunno.»
Aiden annuì. «Anche a me.»
Finito di mangiare, restarono in silenzio per qualche minuto. Un silenzio piacevole e confortevole.
«Ci saranno gli esami di fine semestre tra poco,» osservò Hana.
«Ugh!» Aiden gettò la testa all’indietro, afferrandosi il capo. «Speravo proprio che non lo dicessi.»
Hana prese dallo zaino un pacchetto di salviettine umide e si pulì le dita appiccicose, lo porse ad Aiden che fece lo stesso.
«Riuscirai a studiare?» gli chiese alzandosi e gettando le salviettine in un cestino.
Aiden si strinse nel cappotto e espirò una nuvola di vapore. «Troverò un modo… e il tempo. Ho abbastanza risparmi per il momento. Penso… sì, penso di poter resistere in qualche modo nel periodo degli esami. Parlerò con il mio capo e chiederò una pausa dal lavoro.»
Hana annuì. «Conosci il programma di quest’anno?»
Aiden alzò gli occhi pensieroso. «Umm… sono sicuro di averlo da qualche parte.»
Hana aprì la bocca, ma la richiuse subito. Esitò altre tre volte prima di riuscire a parlare.
«Possiamo studiare insieme se vuoi. Siamo entrambi all’ultimo anno e seguiamo per lo più gli stessi corsi.»
Aiden aggrottò la fronte. «Sei sicura? E tutte le tue attività extrascolastiche?»
Hana si sfregò le mani cercando di scaldarle. «Non è un problema, di solito prima degli esami molti club fermano le attività.»
Aiden batté le palpebre velocemente e finalmente, dopo qualche secondo, annuì.
«Ok,» disse abbassandosi il cappellino sulla fronte e incrociando le braccia sul petto. «Sì, perché no.»
Tornò il silenzio; un’auto in lontananza suonò il clacson.
Hana prese il suo telefono e sospirò. «Devo tornare a casa.»
Si alzarono entrambi e restarono fermi uno di fronte all’altra, impacciati.
Hana si mordicchiò le labbra e infilò le mani nelle tasche del cappotto. «È un po’ strano, vero?»
Aiden piegò la testa di lato. «Che cosa?»
Hana strinse le spalle. «Non so. Tutto. Fino a l’altro ieri non ci conoscevamo e adesso, tutto d’un tratto siamo amici. Mi sembra un po’...» lasciò cadere la frase. Non sapeva nemmeno lei come definire tutto quello.
Aiden le colpì la punta della scarpa con la sua, attirando la sua attenzione. «Come puoi immaginare, non ho molti amici. Quindi non so se c’è un modo giusto o sbagliato per diventarlo però…» alzò lo sguardo riflettendo. «Non saprei. Il nostro mi sembra quello giusto, se non altro da adesso in poi avremo l’un l’altro. Finché andrà bene per noi, che importa? Giusto?»
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Un kotatsu per l'inverno
Teen Fiction"Zweisamkeit". Una parola tedesca, quasi impossibile da tradurre, ma che, se vogliamo interpretare grossolanamente, possiamo rendere come "Da soli insieme". Era così il rapporto tra Hana e Aiden. Le loro vite erano solitarie, difficili, disgrazi...