Dopo il loro giro in moto Hana aveva, in un minuscolo angolo del suo cuore, iniziato a riaccendere quella piccola flebile speranza che con tanta fatica aveva sepolto.
Forse, dopotutto, poteva ancora creare dei bei ricordi.
Aveva l'occasione di non lasciare che quegli anni finissero dimenticati in un angolo freddo e buio della sua mente, ma invece di poterci ripensare, da lì a venti, cinquanta anni, con un sorriso nostalgico.
E Hana, si rese conto, che non provava quel pizzico di speranza nel cuore da molto, troppo tempo. Aveva ancora fissi i suoi obiettivi, ovviamente. Ma la prospettiva di poter trascorrere quell'ultimo anno di liceo godendosi l'amicizia reciproca con Aiden, le dava l'impressione che tutto avesse più senso e le regalava un senso di normalità e spensieratezza a cui ormai credeva di dover rinunciare. Ne avrebbe assaporato ogni minuto e ogni momento. La sua amicizia con Aiden era come una tela bianca, avrebbe avuto la possibilità di renderla unica e interamente loro. E di nessun altro.
E fu con questo senso di chiarezza che Hana trascorse la settimana in attesa che Aiden tornasse a scuola. E improvvisamente non era più "solo" la Maplewood High, ma era la Maplewood High sua e di Aiden, e questo cambiava tutto.
"Sono alla fermata di fronte alla scuola" le aveva scritto Aiden in un messaggio.
E fu ai lati di quella strada che si ritrovarono.
Hana guardò Aiden attraversare la strada e salutarla con la mano. Era passata solo una settimana ma era come se non vedesse i suoi occhi nocciola da un'eternità; si rese conto che gli era mancato molto, nonostante fossero passati così pochi giorni e quando ripresero a chiacchierare, capì che le era mancato ancora di più il timbro della sua voce. 'Sono così felice' pensò senza volerlo 'Sono così felice di essere sua amica'.
Si adeguò al passo di Aiden e lui si adeguò al passo di Hana.
Si accomodarono sui gradini della palestra, il loro posto.
Hana offrì ad Aiden i suoi muffin fatti in casa alla vaniglia e l'uvetta passa, ne mangiò solo uno, e anche se sembrò apprezzarlo esitò molto prima di assaggiarlo, rigirandoselo tra le mani per qualche minuto mentre parlavano.
Hana ebbe l'impressione che fosse dimagrito: aveva le guance incavate e delle occhiaie profonde; i suoi occhi però erano vivaci e il livido era ormai quasi del tutto scomparso.
«Pensavo, sai» disse Aiden dopo aver inghiottito l'ultimo boccone «Dovremmo trovare un posto per studiare in tranquillità».
Hana ripose il suo contenitore nello zaino «Non ti piace la biblioteca?».
Aiden scosse la testa «Ho tanto da recuperare, e non sopporto l'idea di dover bisbigliare per ore».
Hana si morse le labbra, lo sguardo perso verso le finestre delle classi «Beh, ci sarebbero delle alternative. La prima che mi viene in mente è il magazzino della biblioteca, è poco più avanti e non ci va mai nessuno».
Aiden aggrottò la fronte «La biblioteca ha un magazzino?».
Hana alzò le spalle «Più che altro uno stanzino. Ci accumulano i libri troppo rovinati, quelli da catalogare o quelli banditi».
Aiden trattenne una risata: «I libri banditi? Tipo, quelli troppo espliciti o cose così?». Hana alzò le spalle «Non ho mai controllato».
Aiden le diede una spallata e scosse la testa «Ma dai, è troppo divertente. Vorrà dire che lo faremo insieme, mi piace».
La campanella suonò per annunciare la prima ora, entrambi i ragazzi si alzarono spolverando gli abiti. Aiden si tolse il cappello e si grattò nervosamente la nuca, abbassò lo sguardo sulla margherita pizzicandola e tirandola su e giù.
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Un kotatsu per l'inverno
Teen Fiction"Zweisamkeit". Una parola tedesca, quasi impossibile da tradurre, ma che, se vogliamo interpretare grossolanamente, possiamo rendere come "Da soli insieme". Era così il rapporto tra Hana e Aiden. Le loro vite erano solitarie, difficili, disgrazi...