Edgar
Era stato bello. Non avevo altro da dire.
M'incamminai verso l'immenso portone quando Colette mi arrestò sull'uscio.
C:«Non dirai niente a Fang vero?»
Mi voltai verso di lei con movimenti cauti e controllati, schiusi le labbra in un ghigno. Dirlo a Fang sarà la prima cosa che farò.
E:«Arrivederci Colette»
Indossai il cappuccio uscendo finalmente da quell'immensa villa e iniziai ad incamminarmi verso casa.
—
Fang
Non mi fermavo un secondo. Nell'attesa che Edgar tornasse a casa per scrivere il finale avevo sistemato tutta casa. Dalla cucina al salotto, dalla camera da letto al bagno. Ovunque. Cercavo di non farmi mangiare dai sensi di colpa che come demoni si addentravano nel paradiso che aveva costruito Edgar nella mia anima, appropiandosene, governandola e aggiogarla come se fosse il loro "nuovo inferno", ne mangiavano ogni parete colorandola di rosso vivo mentre i pavimenti fatti di nuvole andavano a fuoco sgretolandosi in piogge acide. Non trovavo pace, mi lasciavo andare piano piano a quelle tentazioni negative che ormai erano prossime a trasformarmi di nuovo nel piccolo Fang senza un luogo sicuro dove scappare. Edgar. Ed é tutta colpa tua Fang.
La porta si aprì con un rumore vivo che mi riportò alla realtà. Sembrava così surreale eppure lui era lì.
F:«Hai parlato con Colette?»
Notai il modo in cui trattenne un ghigno mordendosi la guancia per poi avanzare verso di me come un leone. Il ripiano della cucina era l'unica cosa che ci divideva e anche se erano pochi centimetri sembravano kilometri e kilometri di buio più totale.
E:«Passami un tovagliolo»
Mi guardò in cagnesco, ero completamente perso in quella situazione ma acconsentii stando ai suoi ordini. Afferrai un tovagliolo e glielo passai. Lui lo afferrò e iniziò a giocherellarci tra le mani affusolate tra cui si intravedevano vene acquamarina ricoperte da un velo di pelle sottile e candido. Distolsi lo sguardo mentre lui si appropriava del mio imbarazzo.
E:«Si Fang, ci ho parlato...»
Sembrò interrompersi. La tensione creata era disumanamente assordante nel silenzio che spezzava le frasi incomplete di Edgar.
F:«Allora?»
Edgar sorrise.
E:«Ci ho parlato...anche»
Mi accigliai.
F:«In che senso?»
Edgar si abbandonò ad un ghigno spavaldo.
E:«L'ho scopata Fang, ho provato quello che tu mi hai fatto, ed è stato bello Fang, stupendo»
Questo é troppo. Mi abbandonai al vizio di ogni uomo. La protesta.
F:«Si può sapere come cazzo hai potuto Edgar?! Ma che cazzo ti passa per la testa?!!»
Sbattei il palmo della mano sul ripiano in marmo provocando un rumore non indifferente, quel gesto fu seguito dalla protesta di quello di fronte.
E:«E allora? Perché ti incazzi? Non vedi che sono il tuo cazzo di riflesso Fang? Guardami. Non è come guardarsi allo specchio?»
F:«Che cazzo di paragone é?!»
E:«É la realtà Fang! Guardami negli occhi. Prova il mio stesso dolore, stai un intera notte al freddo sotto casa dell'uomo che ti sta tradendo con una tua ex cotta! Come ci si sente? Eh?»
Una stretta al petto mi impedì di parlare. Mi morsi la lingua. E in quel momento realizzai.
F:«Lo hai fatto per vendetta...»
Edgar si spinse via dal ripiano alzando le mani al cielo.
E:«Grazie a Dio l'hai capito Fang!»
F:«Si ma che cazzo vuol dire? Mi stai lasciando? Edgar siamo entrambi in difetto»
Edgar si riavvicinò al ripiano e mi fissò negli occhi con una intensità spaventosa.
E:«Spiegati meglio»
F:«Ci siamo fatti del male a vicenda Edgar, se tu non te la scopavi dopo di me avevi motivo per lasciarmi, ma adesso? Che motivo c'è?»
Edgar continuava a fissarmi ma stavolta sembrava perso. Le sue pupille vacillavano e potevo percepire la rabbia insinuarsi nei suoi occhi.
E:«Ci lasciamo. Non sono io a lasciare te, né tu a lasciare me, dobbiamo lasciarci Fang.»
F:«Cos-no Edgar che cazzo-»
E:«É la cosa migliore Fang»
No no no no no. Tutto mi stava cadendo addosso. I demoni si stavano riappropriando del mio paradiso rendendolo di nuovo il loro inferno, quello che mi aveva condizionato per tutti gli anni della mia vita. Edgar mi stava scivolando via come acqua fresca.
F:«Edgar...io ti amo»
Edgar rise trattenendo le lacrime.
E:«E quello che dici da un cazzo di anno Fang, sempre la stessa cosa, sempre la stessa. "Ti amo Edgar", si vede come mi ami»
F:«No Edgar io...»
E:«Non arrampicarti sugli specchi Fang quando lo specchio qui sono io»
Lasciai una lacrima solcarmi il viso. Feci il giro del ripiano e afferrai il volto di Edgar tra le mani baciandolo dolcemente. Lui sembrò lasciarsi andare stringendomi con le sue mani sui miei fianchi. Ricambiò il bacio. Fiamme pure. L'inferno stava venendo travolto da un ondata di sentimenti sconosciuti ma che sembravano riaccendere quel sole che era Edgar. Il proprietario del mio paradiso.
F:«Lo vedi come ti amo Edgar?»
Continuai a baciarlo e lo spinsi verso il muro continuando a baciarlo ancora e ancora, lui ci stava, anche lui sembrava volere quel bacio più di me.
F:«Io non posso perderti Edgar, potrei perdere tutti ma non te...»
Tra un bacio e l'altro spezzettavo delle frasi che mi uscivano naturali. Non ero bravo con le parole ma più con i fatti. Presi a baciargli il collo in modo incessante mentre Edgar chiuse gli occhi lasciandosi completamente andare a me.
F:«Ti amo Edgar, e l'ho sempre fatto anche quando non te lo dimostravo»
E:«Fang..»
F:«Dio se ti amo...»
Portò la sua mano nei miei capelli massaggiandoli delicatamente. Quanto amo sentirmi a casa.
E:«Ti amo anche io»
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Edgar x Fang "Amore sopra ogni pregiudizio"
Fanfiction⚠️STORIA DI @c0ffebre4k_⚠️ la sto semplicemente continuando con la sua supervisione (ovviamente) e con suo permesso, é semplicemente il continuo della sua storia, aggiungerò gli ultimi capitoli e niente spero che vi piaccia♡♡