~8~

27 1 0
                                    



Song:
Please,Please, Please,
Let Me Get What I Want-The Smiths

So for once in my life
Let me get what i want
Lord knows, it would be the first time


So for once in my lifeLet me get what i wantLord knows, it would be the first time

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


16 usttembre 2008
Nevada, Carson City

HEAVEN

La felicità è assenza di dolore e per adesso è il meglio a cui io possa puntare.

Mia nonna Adele mi direbbe di prenderla meno sul serio "La vita non è una prova generale Heaven, devi credere nei piani di dio". Chissà cosa penserebbe se sapesse cosa mi è successo in quella casa e che cosa ho dovuto fare per uscirne, se avesse ascoltato le urla in quella stanza.

Cazzo. Sarebbe questo il piano che Dio ha in serbo per me?

Avere un atteggiamento positivo è fondamentale per sopravvivere qui fuori, per strada, ma è dura con tutti questi stronzi, schizzati , criminali, spacciatori.

Avrei voluto le cazzate quotidiane che ognuno da per scontato: un posto a cui appartenere, un luogo sicuro in cui dormire, sapere da dove arriverà il mio prossimo pasto.

Lo vedo nei loro occhi mentre mi passano davanti, è facile pensare che io me lo sia meritata, ma forse, hanno ragione.

Tutto quello che avevo non c'è più, nessun posto dove andare, nessuno futuro e nessuna via d'uscita.

Ci sto provando nonna, ma non trovo niente per cui valga la pena di lottare.

Mi è rimasto solo il ricordo di una giornata di sole, delle tue dita tra i miei capelli scompigliati dal vento e delle tue labbra sulla mia fronte.

"Che bella giornata vero paradiso?"
Non risposi. Mi guardasti negli occhi.
"Heav, le cose vanno meglio adesso, devi fare un piccolo sforzo per uscirne, hai a disposizione una sola possibilità: o trovi il modo per essere felice e divertirti, oppure no, la vita non è una prova generale"

Ho provato ad essere felice, ma non ci ho mai creduto veramente.

Le tasse sulle strutture ospedaliere erano aumentate, i soldi erano quelli che erano e ho visto la vita scivolare via dal tuo corpo senza poter fare niente, facendo diventare tutte le mie paure realtà.

Non credo in Dio ma sono una ipocrita, molte notti prego,come un mantra in sottofondo.
Prego affinché io possa andarmene lontana da un'altra vita , da un'altra condanna , un'altra gabbia.

Prego perché qualcuno mi aiuti.

Ma la verità è che non ci guarda nessun Dio misericordioso e la vita è insignificante, un breve ronzio, un tremito.

Niente ha senso ma allo stesso tempo tutto ha una ragione, le stronzate accadono, non c'è nulla da fare e solo con il tempo ho imparato che l'unico modo per superarle è diventarne parte.

"Heaven, Heaven,Heaven, cosa hai oggi per me?" Mi sento sfilare lo zaino dalla spalla.

Alfred.

Un sudicio senzatetto di mezza età che si crede il capo del quartiere.

Apre il mio zaino in cerca disperata di cibo ma, purtroppo, trova qualcos'altro.

"Ma guarda un po', cosa abbiamo qui? Ma che carina" tira fuori l'unica foto con la nonna che mi è rimasta.

"No!" Grido scagliandomi verso di lui cercando di afferrarla ma mi prende per la gola avvicinandomi esageratamente al suo viso.

"Che pensavi di fare ragazzina?" Il suo alito disgustoso mi fa storcere il naso. Stringe la presa facendomi boccheggiare per poi buttarmi a terra.

Strappa la fotografia davanti ai miei occhi lasciandola svolazzare al vento, la prendo appena in tempo e quando mi rigiro è di spalle che si allontana.

Soffio un sospiro di sollievo abbandonandomi sull'asfalto freddo con la polaroid stretta al petto.

Non è ancora abbastanza?

"Heaven ci sei?" Mi richiama David di sfuggita riportandomi alla realtà, scuoto la testa scacciando via quelle orrende immagini.

Dopo la conversazione di qualche giorno fa con Gustav , fin troppi ricordi sono tornati a galla e io non credo di poter sopportare tutto di nuovo.

Alzo lo sguardo , fino a poco prima perso nel vuoto, e biascico un si poco convinto.

Il moro si sfila le cuffie dalle orecchie e si gira per osservarmi meglio.

Sospira avvilito.

"Qualunque cosa stessi pensando, ricorda che non è stata colpa tua, eri solo una ragazzina prigioniera di una brutta situazione".

"Si, lo so" sussurro e lo guardo cercando di non far trasparire alcuna emozione, ma i miei occhi lucidi mi tradiscono.

David si avvicina al divano su cui sono seduta, poggia i palmi sulle mie ginocchia e si abbassa alla mia altezza.

Il suo sguardo compassionevole è fisso sul mio apatico.

"Heav, ti comporti sempre come se non ti importasse di niente ma , se continui così , finirai per affogarti nell'abisso che hai immaginato per te stessa"

Le sue parole mi ammutoliscono , sento un enorme groppo in gola e un dolore lancinante mi opprime il petto.

Abbasso la testa e una lacrima solitaria mi invade il volto.

Affogherò?

Faccio un respiro profondo, alzo la testa guardando David negli occhi sorridendo forzatamente. Non accetterò la sua compassione.

"Ho tutto sotto controllo" nascondo il tremore della mia voce.

Affogherò.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 11 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

𝐓𝐇𝐄 𝐃𝐀𝐑𝐊 𝐒𝐈𝐃𝐄 𝐎𝐅 𝐓𝐇𝐄 𝐇𝐄𝐀𝐕𝐄𝐍  [𝐭𝐨𝐦 𝐤𝐚𝐮𝐥𝐢𝐭𝐳]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora