LI - steven-ding up for myself

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THE SMALLEST MAN WHO EVER LIVED, TAYLOR SWIFT

Niall imprecò sbattendo il ginocchio contro un angolo acuto dei mobili della cucina.

"Shh!" Louis sibilò, lanciandogli un'occhiata che trapassava anche la fitta oscurità. "Se li svegli, Liam ci farà la predica fino alla morte, e io non ho intenzione di morire stanotte"

Niall sorrise, ma emise un silenzioso "scusa" mentre si infilava il cappotto sulle spalle.

Louis gli lanciò un ultimo sguardo, chiedendosi per un attimo se i suoi occhi arrabbiati fossero visibili nella stanza in ombra. Poi si accovacciò accanto al divano e il suo volto si addolcì in un sorriso affettuoso quando guardò Harry. Gli ci erano voluti quasi cinque minuti per sgusciare via dal sonno del suo ragazzo senza svegliarlo; ora Harry era rannicchiato felicemente nel suo nido di coperte, con un pugno arricciato intorno all'angolo del cuscino dove di solito si sarebbe raggomitolato sul petto della maglietta di Louis.

Si chinò per sfiorare con le labbra la fronte di Harry "Torno subito, angelo" sussurrò contro la pelle del ragazzo più giovane "Ti amo"

Le dita di Harry si contorsero, come se anche nel sonno volesse raggiungere Louis e tirarlo indietro. Louis baciò ancora una volta la fronte del suo ragazzo prima di seguire Niall fuori dalla porta.

"Cristo, fa freddo" si lamentò subito il ragazzo irlandese.

"Siamo a gennaio" rispose Louis, con un commento breve e sprezzante.

"Mi ricordi perché sto facendo questo per te?"

"Non stai facendo niente per me. Lo stai facendo per Harry"

Niall inclinò la testa di lato, annuendo in silenzio. Conosceva la strada per l'appartamento di Steven, e non distava più di dieci minuti a piedi dall'appartamento di Harry. L'aria notturna era fredda e pungente, il vento pizzicava le loro guance come se sapesse che stavano andando incontro a una brutta scena.

"Avremmo dovuto portare Liam", si preoccupò mentre si avvicinavano all'edificio familiare. Sapeva che avrebbe dovuto fingere di non sapere dove vivesse Steven quando Louis glielo aveva chiesto. "Almeno lui va in palestra".

"Io vado in palestra" sbottò Louis, offeso.

"Sì, quando procrastini i compiti"

"Io procrastino molto regolarmente, grazie mille!"

L'irlandese sbuffò, scuotendo la testa incredulo "Stiamo per essere pestati" mormorò sottovoce. Per fortuna Louis non sentì... non che gli sarebbe importato.

"Come fai a sapere dove abita?" chiese il ragazzo più grande mentre entravano nell'edificio. L'atrio era sorprendentemente caldo e luminoso, in netto contrasto con i rigidi venti di fine inverno che spazzavano la notte fuori.

"Ogni tanto accompagnavo Harry qui" spiegò Niall "Non molto spesso, ma ha conosciuto Steven subito dopo che siamo diventati tutti amici, quindi... forse solo cinque o sei volte in totale?"

"Buona memoria"

"È questo" disse Niall, fermandosi davanti a una porta dipinta di bianco sporco appena fuori dall'atrio "Pensi che dovremmo...?"

Louis si avvicinò e batté con forza sulla porta.

Niall scrollò le spalle senza speranza "Sì, va bene. Oppure potremmo fare così"

Quando non ricevettero risposta per un minuto, con la porta ancora incombente e impenetrabile davanti a loro, Louis bussò di nuovo, un po' più forte questa volta. Il suono vuoto riecheggiò nell'atrio e lui lanciò un'occhiata a Niall, alzando le sopracciglia come a dire "e adesso?"

Next To You  ➳ l.s. | Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora