1. MA CHE CAZZO HO SOGNATO?

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Billie, 10 agosto, 7.04 a.m.

Mi svegliai di soprassalto nel mio letto, ansimando.
Con il batticuore scrutavo la mia stanza, agitata e irrequieta come se avessi appena bevuto una bevanda energetica. Il cuscino era a terra, fuori gli uccellini cinguettavano, le cicale cantavano già e il sole era sorto da poco. Le persiane della finestra della mia camera erano tirate giù, e poca luce entrava da quegli spiragli.

Cristo... Ma che cazzo ho sognato? Pensai mettendomi le mani in faccia, sedendomi nel mio letto. Avevo una forte emicrania e sudavo freddo, sebbene fosse ormai agosto inoltrato.

Cercai di fare qualche respiro profondo, ripensando al sogno che avevo fatto...

Sembrava più vero della realtà:
Mi trovo nel bilocale di Eco, sdraiata nel divano-letto in biancheria intima, e solo la piccola abatjour illumina la stanza. Steso di fianco a me alla mia sinistra c'è Nicolas, in un paio di boxer neri, ed io lo guardo incuriosita.
«Nic... che stai facendo qui?» gli dico, perplessa nel vederlo nel letto insieme a me.
Lui non risponde ma mi bacia piano il collo... la spalla sinistra.... il fianco... ed io non lo fermo. È strano, perché è il mio migliore amico, ma non voglio interromperlo. Gli alzo il viso e lo bacio in bocca, delicatamente. Il suo fisico slanciato, i suoi muscoli in tensione, la sua erezione che tocca la mia gamba. Non avevo mai guardato Nicolas sotto questo punto di vista.

Una mano mi gira piano la testa dall'altra parte, separandomi dalle labbra di Nic. 

Volto quindi lo sguardo e vedo Allison, sdraiata accanto a me alla mia destra; anche lei si unisce al complesso, baciandomi dietro l'orecchio... toccandomi il seno... sfiorando la mia lingua con la sua. Sono in mezzo a loro due, stesa a pancia in su... adorata e desiderata da entrambi. Mi sento un po' confusa, ma mi piace come sensazione.

Allison mi accende di più.

Mi dimentico di Nicolas e la metto a cavalcioni su di me, e questo le fa sfuggire un ghigno provocatorio. Mi tiro su con la schiena, la prendo per i fianchi e la spingo sempre più verso il mio ventre. È bellissima in questa visuale: seduta su di me nella penombra, con i capelli sciolti e un reggiseno di pizzo nero. So che abbiamo otto anni di differenza, ma non mi importa.

Alle mie spalle sento però che c'è qualcun altro, e non è Nicolas. Lui è sparito dal nulla.

È Eco.

«Ciao, Fata» mi sussurra all'orecchio da dietro. Anche lei è in intimo.
Mi blocco, e un brivido mi pervade in tutto il corpo mentre Allison intanto è ancora sopra di me.
«Non credevo avessi una mente così perversa...» continua provocandomi. Intanto mi bacia piano dietro le spalle, facendomi sentire il suo respiro fresco sulla mia pelle.

Davanti a me ho Ally, una donna sexy, colta, affascinante, desiderabile; dietro ho Eco, il mio punto debole, il mio tallone d'Achille. L'unica che sceglierei tra tutte le persone del mondo.

Ad un tratto Allison si avvicina alle labbra di Eco e cominciano a baciarsi fervidamente, mostrando le loro lingue che si intrecciavano. Io sono al centro tra loro due, e le osservo pomiciare ipnotizzata dalla loro bellezza. Mi sposto e faccio loro spazio: in ginocchio, si prendono la testa e continuano quel bacio a cui voglio dannatamente partecipare anche io. Vederle così è estremamente eccitante... i loro corpi perfetti, seminudi, a contatto l'un con l'altro.
Eco poi si stacca dalla bocca di Allison e mi avvicina a lei: finalmente sento di nuovo il sapore delle sue labbra, e come se non bastasse ho anche gli occhi sexy di Allison che ci fissano, e che godono vedendoci baciarci in quel modo.
Ci uniamo in un unico aggregato di corpi, pelle, mani, respiri affannosi, baci e sorrisi. Non mi sento in colpa, non mi sento sbagliata a provare quella sensazione... non mi sento peccatrice nel provare piacere osservando due donne toccarsi e, al tempo stesso, nel farmi toccare da loro.

Ignoro Allison e mi dedico completamente a Eco.
È lei che voglio, è lei che desidero. È lei che amo.

«Mi mancavano i tuoi baci» sembra dire a me Eco... però non è così. Tra di noi, infatti, ora c'è anche Ash.
Eco sorride e ha gli occhi innamorati, ma non di me. Guarda lei. Le osservo fare quel che poco prima avevamo fatto noi tre. Io sono immobile, non posso fermarle, non posso nemmeno muovermi. Voglio solo staccarle, allontanarle e avere Eco tutta per me. Senza Allison, senza Ash.

Vedere Ash tra le sue braccia mi fa ricordare che Eco è una puttana, che mi ha tradito, che la odio e che lei nei miei confronti non prova nulla.
Sento un forte dolore al petto e mi pervade un senso di ansia e angoscia profonda.

All'improvviso vedo il letto macchiarsi di rosso vivido, e i polsi di Eco sanguinare mentre con le mani tocca i loro corpi, il loro viso e le loro gambe, che si sporcano.
«Eco, stai sanguinando» le dico preoccupata, ma lei non mi ascolta e non si ferma. Dai suoi polsi continua a sgorgare il sangue ma né a lei, né ad Ash, né ad Allison sembra importare.
«Eco... guardati le braccia. Sanguini! Perché non fate qualcosa?!» ribadisco, ma vengo ignorata da tutte e tre, che persistono a scambiarsi baci, carezze e saliva.

A quel punto mi sono svegliata.

***

Lo stesso pomeriggio andai al Variety Store, che era pieno di turisti accinti a comprare calamite e altri souvenir stupidi. Io avevo la mente altrove.

«Bil, tutto bene? Ti vedo stanca» mi disse Nicolas, facendomi sussultare. Lo guardai e mi ricordai del sogno fatto quella notte.

Chissà perché era presente anche lui... pensai.

«Hai una faccia...»
«Non ho dormito molto bene» risposi.
«Sicura che è solo questo?»
«No» dissi sospirando dopo qualche secondo di silenzio.
«Devi dimenticarla, Bil. Eco ti fa solo del male»
«Sì... ma non è facile. Qualunque cosa mi ricorda lei, anche questo negozio»
«Mh. Metto un po' di musica allo stereo, che ne dici?» affermò dolcemente, «Cantare ti distrae».
Non appena accese lo stereo una musica risuonò:

...Ain't no sunshine when she's gone
Only darkness every day
Ain't no sunshine when she's gone
And this house just ain't no home...
anytime she goes away...

Be', non è proprio la canzone adatta per cercare di dimenticare qualcuno.

Guardai Nicolas, che imbarazzato cercava di cambiare canzone inutilmente. Alla fine diede un calcio allo stereo, e questo si spense subito dopo.
«Cazzo, scusami»
Io risi.
«Tranquillo Nic, hai fatto del tuo meglio»
«Volevo solo distrarti un po'»
«Lo so, ti ringrazio».

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