4. Perché non mi fermi, allora?

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Eco

Finalmente ero tornata a casa. La psichiatria mi stava facendo impazzire. Allora quale cazzo di senso ha, se fa diventare ancora più pazzi le persone?

In realtà la psichiatria non era niente di particolare. Non mi hanno fatto esperimenti strani, rinchiuso in una stanza con una camicia di forza, fatto il cazzo di elettroshock. Erano tutti abbastanza gentili con me e parlavo una volta al giorno con la dottoressa Mary, che mi avrebbe dovuto seguire anche dopo essere uscita dall'ospedale... una sorta di seconda Kim, ma più "ospedaliera". Comunque sia era veramente bello tornare a casa.

Stavo seduta alla scrivania, con un foglio bianco davanti a me, ma non riuscivo a concentrarmi. I miei pensieri tornavano sempre a Billie... anche perché avevo casa sua letteralmente di fronte a me.

Ad un tratto la vidi uscire di casa con un sacco della spazzatura. Attraverso la finestra, la osservai dirigersi verso il bidone sul bordo del marciapiede. Un impulso improvviso mi spinse ad alzarmi e correre fuori, sperando di riuscire a fermarla prima che rientrasse. Dovevo parlarle.

«Billie!» la chiamai, appena fuori dalla porta di casa mia. Sentii il cuore battere forte, sperando che si voltasse, e che mi desse almeno una possibilità di spiegarmi.
«Billie, aspetta!» ripetei, avvicinandomi. Ma lei non fece un gesto, non disse una parola. Continuò a camminare, raggiungendo il bidone e gettando il sacco dentro con un movimento deciso.
«Sono così felice di rivederti!» dissi, con la voce rotta dall'emozione. Finalmente Billie si voltò a guardarmi. Il suo sguardo era freddo, distante. I suoi occhi blu bellissimi erano carichi d'odio... gli stessi occhi che fino a un mese prima erano pieni di amore per me. Per un momento, pensai che stesse per dire qualcosa, ma poi scosse la testa leggermente e, senza una parola, tornò verso casa sua.

Cos- ma... quella stronzetta mi ha appena ignorata?

«Lasciami stare» disse poi con sdegno.

Rimasi lì, immobile, guardando la sua figura sparire dietro la porta di casa. Era la prima volta che venivo rifiutata così da una mia ex. Di solito tornavano sempre tutte da me, basti pensare ad Ash.

***

Billie

Vedere Eco quella mattina fu strano. Sulle sue braccia c'erano solo delle grandi cicatrici e ai polsi portava un numero eccessivo di braccialetti, probabilmente per nasconderle agli occhi della gente. Ero soddisfatta e felice del fatto che l'avessi ignorata del tutto; dovevo farmi valere! Mostrarmi dura!

La stessa notte, sdraiata nel letto e illuminata solo da una piccola lucina sul comodino, stavo leggendo l'ultima pagina del Simposio. C'era scritto che l'amore non è altro che cercare di riempire una mancanza: Eros è figlio di Povertà e Ingegno... non ha nulla se non il desiderio e la capacità di ottenere ciò che non possiede.

Non riuscii a leggere le ultime frasi che sentii qualcuno "bussare" nel vetro della finestra.
È il vento. Pensai.
Sentii quel rumore di nuovo e mi voltai verso la finestra.
«Ma che cazzo!» esclamai, vedendo Eco là dietro.

Che cazzo ci fa Eco fuori dalla mia finestra all'una di notte?

«Aprimi!», riuscii a capire leggendo il labiale.
Mi alzai confusa dal letto e andai ad aprirle.

Il davanzale della finestra era a un metro e mezzo da terra, ed Eco cadde a peso morto sul mio pavimento, provocando un po' di rumore.
«Ah! Cristo... che male!» esclamò a terra cercando di trattenersi, per non svegliare tutti.
«Perché sei qui?» domandai con la tachicardia.
«Oh, finalmente mi parli!» disse alzandosi, massaggiandosi il ginocchio.
«Mi hai spaventata, credevo fossi un ladro!»
«Sì. Un ladro educato che bussa prima di entrare».

Girl 2^ ~Billie Eilish~ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora