Finalmente giungemmo di fronte al luogo in cui Zaccaria stava trascorrendo le sue giornate in Marocco e scendemmo dall'auto. Simba ci guardò e poi prese la parola. "Voi avete una discussione da concludere, quindi... vado a fare un giro. Vi lascio soli."
Si sedette al posto del guidatore e dopo aver messo in moto si allontanò lentamente. Noi due, invece, entrammo all'interno dell'edificio e Zac dopo aver lasciato il borsone sul tavolo e tolto il passamontagna si girò verso di me. "Adesso voglio sapere come hai fatto a lasciare quel posto." Tirai un lungo sospiro e cercai di fargli il punto della situazione. "... e quindi è andata più o meno così." Conclusi. "Ti avrebbe potuto uccidere te ne rendi conto?" Sbottò. "Ora capisci perché mi sono allontanato?" "E tu lo capisci che non devi andartene senza dirmelo?" Cominciai a singhiozzare. "I-io quando mi sono svegliata tu non c'eri. Mi è preso il panico, pensavo di averti perso o che non mi volessi più."
Lui si avvicinò sollevando le braccia e scuotendole appena, in segno di disappunto.
"Ma cosa cazzo dici? Ti rendi conto di quello che stavo per fare poco fa? Mi farei l'ergastolo per te. Ti voglio più di quanto io abbia mai voluto qualunque altra cosa al mondo." alzò il tono della voce e sbatté le mani sul tavolo, per poi passarne una fra i capelli.
Lasciai che la mia schiena aderisse contro il muro e posai lo sguardo a terra.
"Perché non mi credi?" a questo punto urlò. Non lo avevo mai visto così arrabbiato. Non con me.
"Perché ogni volta in cui ho sentito parole come queste poi sono rimasta sola, mi hanno abbandonata. Non voglio più stare così." confessai, sollevando il mento e cercando il suo sguardo, che si era fatto più dolce e comprensivo.
Si avvicinò a me e mi guardò negli occhi. "Adesso tu fai una cosa per me. Apri quel cassetto e prendi il pacchettino che c'è dentro." Mi disse indicandomelo. Feci quello che mi aveva chiesto ed aprendo quel cassetto vidi un pacchetto con un fiocchetto. Lo afferrai e lo posai sul tavolo fissandolo. "Cosa aspetti ad aprirlo?" incalzò lui. "Cos'è?" Chiesi. "Aprilo e basta."
Quando sfilai la scatolina dal pacco più grande notai che era qualcosa preso da Tiffany&co. Sollevai la parte superiore del contenitore e sgranai gli occhi.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
"M-ma sei pazzo...?" Domandai con un filo di voce. "Ricordo benissimo come guardavi quell'anello quando siamo passati davanti alla gioielleria e quindi te l'ho preso." rispose con un tono tranquillo. "Ricorda: con me tutto quello che vuoi é tuo."
"Ma costa una fortuna Zac..." osservai mentre continuavo a fissare quel gioiello da sogno.
"Indossalo." affermò lui mentre con lo sguardo non si lasciava sfuggire nemmeno uno dei miei movimenti. Lo infilai sull'anulare della mano sinistra e lo guardai a lungo. Sentii le sue mani avvolgermi i fianchi e le sue labbra percorrere collo, il suo respiro lo percepivo addosso, come se volesse accarezzarmi anche con quello. Mi girai di scatto per vedere il suo viso e per parlare con lui. "Hai voglia di..." cercai di dire, ma non mi lasciò finire. "Sì, ne ho voglia. Tu?" chiese fissandomi e accarezzandomi i capelli. "Sì, ma ad una condizione." risposi ridendo e mordendomi appena il labbro inferiore. "Quale?" Sollevò le sopracciglia con fare interrogativo. "Puoi indossare il passamontagna?" gli domandai guardandolo con gli occhi più innocenti che avevo. "Vuoi che ti scopi con il passamontagna?" si lasciò sfuggire un verso divertito. Poi senza fare troppe altre domande camminò verso il tavolo e fece scivolare sul viso il passamontagna, sistemandolo accuratamente. Poi sistemò le dita a mo' di pistola e le indirizzò verso di me. "Signorina lei adesso mi deve dare tutto quello che ha." disse cercando di rimanere serio. "Se no che fai?" risposi io stando al gioco. "Altrimenti sarò costretto a prendere io tutto con la forza." rispose ridendo e sollevandomi le maglia, sfilandola e lanciandola a terra. Sollevò appena l'estremità inferiore della copertura per baciarmi delicatamente. "Sto andando bene?" chiese fissandomi preoccupato. "Non sapevo ti piacessero queste cose." Aggiunse. "É così strano?" Domandai corrugando le sopracciglia ed il mio sguardo da innocente passò ad uno colmo di sensi di colpa. "No." mi rassicurò. Poi mi tolse il resto e mi lasciò senza vestiti addosso, facendomi adagiare sulla superficie di legno del tavolo e con i suoi occhi percorse il mio corpo completamente nudo ed inerme. Girai il viso verso la finestra e notai una macchina della polizia fuori in giardino.
"Zac... metti via tutto, ora mi rivedrò. C'è la polizia."
Lui deglutì rumorosamente e mise via tutto ciò che avevano usato quella mattina. Le armi non erano vere, naturalmente, però non eravamo alla ricerca di altri guai.
"Zac ora tu te ne vai. Esci dalla porta del retro. Non devono trovarti." Gli ordinai io. "Ma... non posso lasciarti sola." rispose lui. "Fai per una volta quello che ti dico." avevo la mascella tesa ed avevo la pazienza che era arrivata al limite. "Ma..." cercò di ribattere lui. "Esci da quella porta, c'è un passaggio sotterraneo che ti porterà ad un chilometro da qui. Anche se ispezioneranno il giardino non ti troveranno. Raggiungi Simba in periferia e poi quando saranno andati via voi potete tornare. Tanto vorranno parlare con me."
Lui annuì, ma non sembrava avere l'aria convinta.
"E se ti chiedessero di me? Di Simba?" incalzò. "Dirò che non vi ho mai visti e che non vi conosco. Hasta la muerte, ce lo siamo giurati. Non si infama e non si tradisce in questa coppia, te l'ho promesso." Risposi con sicurezza, mentre mi rivestivo e mi davo un'aria decente e presentabile.
"Non mi piace che tu sia entrata in questo giro." Affermò. "É troppo tardi. Sapevo cosa stavo facendo quando ho scelto la mia vita con te. Ti devo tirare fuori da questa situazione una volta per tutte." Poi lo spinsi verso la porta che gli avevo indicato. "Ora vai. A dopo."
Lui mi baciò e prima di girarsi e andare via disse "Non è fino alla morte, ma fi dunya wal akhirah, cioè in questa vita e nella prossima."
Il campanello suonò. Zac chiuse la porta alle sue spalle ed io andai ad aprire. Due dei poliziotti che mi avevano aiutata ad uscire fuori dal casale mi guardarono da capo a piedi.
"Senta le dispiace se entriamo? Le dobbiamo fare solo qualche domanda."