Capitolo 17

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<...Questo è tutto> concludo, stringendomi il cuscino contro il petto. Soffermo il mio sguardo sulla libreria vicino al balcone, non riuscendo a guardare in faccia mio zio. So che scoppierei a piangere, nel caso.



L'appartamento di mio zio Michael è accogliente, in stile moderno con mobili Ikea. La porta di ingresso si apre su un open space, composto da soggiorno con divano, parete attrezzata e cucina, affianco vi è un piccolo corridoio che porta alle due camere da letto e il bagno. L'ambiente chiaro mi conferisce un senso di tranquillità e anche se non è molto spazioso ha le giuste dimensioni ed è proprio il suo essere ristretto che mi infonde calma.


Gli ho raccontato tutto quello che ho scoperto su mio nonno e sul fratello di mio padre, tralasciando la parte in cui credo che sia il padre dei miei fratelli.


È stato un shock per tutti i miei amici quando l'ho rivelato, in preda a un attacco isterico, dopo aver litigato con James perché secondo lui mi stavo comportando di merda.


Mio padre ha un diavolo per capello sapendo che suo fratello è in città e ci ha categoricamente proibito di non avere alcun contatto con lui. Io ho deciso di evitare di dirgli che l'avevo già incontrato a casa dei White, mi avrebbe barricato in casa. Infatti, da quando ho scoperto della malattia di mio nonno mi sento peggio di una criminale agli arresti domiciliari. I miei genitori tengono sotto controllo la mia posizione e appena vedono un movimento sospetto mi contattano.

Hanno paura che possa scappare di nuovo e rompermi l'osso del collo. Sinceramente, non li biasimo, però la pressione che mi sento addosso in questi giorni mi rende difficile anche respirare. Inoltre, sono tre giorni che non ho un momento per stare sola con Ryan e al momento vorrei solo poter stare con lui.


Ecco perché mi sono ridotta a starmene di venerdì pomeriggio sul divano di mio zio, ignorando completamente tutti. Mi ha scritto perché Tim, dicendo che ha sentito suo padre parlare con il mio e che per qualsiasi cosa lui e Lizzie c'erano.

Certo, improvvisamente io vengo a conoscenza della malattia di mio nonno e tutti in automatico lo vengono a sapere. Molto più sensato sapere che tutti mi hanno preso per il culo.

<Mandy, non fare quella faccia per favore. Farai deperire i fiori e li ho comprati solo ieri> distolgo lo sguardo dai fiori posati come centrotavola della cucina. Fisso i miei occhi su mio zio e sospiro pesantemente, trattenendo le lacrime.

<È che...mi sento così, così stupida. Io non ho bisogno di essere protetta. Mi sento messa in gabbia, vorrei che avessero fiducia in me> gli confesso, torcendomi le maniche del maglione. Mio zio si siede al mio fianco, posando davanti al tavolino una tazza di cioccolata calda.
<Loro si fidano di te, sono solo preoccupati. Non pensarci troppo, cerca di mantenere il tuo ottimismo. Ci sono possibilità che l'intervento funzioni, no?> mi accarezza piano la schiena.
<Tante quanto la possibilità che possa non farcela> ammetto lugubre.
<Cosa ti ho appena detto riguardo l'ottimismo? Stai tranquilla> il suo telefono squilla mentre prendo un sorso di cioccolata, vedo il suo viso addolcirsi all'istante e si concede due minuti per digitare una risposta.
<Chi ti scrive? Una nuova fiamma?> lo punzecchio, quando sistema il telefono a faccia in giù.

Mi sembra di avere a che fare con un adolescente in piena fase ormonale.

<Qualcosa del genere ma tu sei troppo piccola per queste cose> mi redarguire. Inarco un sopracciglio.
<Potresti evitare di fare sexting davanti a tua nipote? Mi bloccherai la crescita>
<Tu hai smesso di crescere a tredici anni...e anche il tuo cervello> ribatte.
<Chi lo dice lo è> gli faccio una linguaccia e il suo telefono suona nuovamente.

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