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Era un giorno come tanti, mi stavo dirigendo all'università. Guardai l'orologio e come al solito ero in ritardo, allungai il passo.
Mi sono dovuta trasferire a Milano perché li c'era un'ottima università di medicina.
Ero in ritardo di ben 20 minuti così presi a correre, svoltai l'angolo senza guardare e mi scontrai su una figura massiccia e robusta. Stavo per cadere a terra quando questo ragazzo mi tenne ben salda a lui. Lo guardai per la prima volta negli occhi, erano di colore castano, mi fecero un certo effetto.

«Oddio scusa tutto bene?» mi disse

«Si tranquillo, scusami non volevo venirti addosso» gli riposi con le guance in fiamme.

«Beh io adesso devo andare. Ci becchiamo... Oddio scusami non ti ho chiesto come ti chiami?» mi domandó

«Giorgia, tu?» gli dissi

«Mario piacere» mi strinse la mano facendomi un sorriso spontaneo.

Ci fu qualche minuto di pausa finché non lo interruppi.

«É stato un piacere incontrarti, ma io ora devo scappare in università, sono in ritardo di parecchio.» gli comunicai

«Se vuoi ti accompagno ho la macchina parcheggiata in quel parcheggio» mi indicó una macchina sportiva nera.

«Grazie mille Mario, ma non è il caso, ti ho già disturbato abbastanza.» gli feci notare

«Dai su vieni. Insisto.» mi disse facendomi degli occhi dolci.

«E va bene, ma la prossima volta ti offro qualcosa al bar!» lo feci ridere.

Era proprio un bel ragazzo, occhi castani, capelli lunghi con dei riccioli che cadono sul suo viso e un sorriso contagioso.

Salimmo su una Mercedes nera, restammo in silenzio per tutto il viaggio, finché non arrivammo davanti alla mia università.
Lo salutai e ringraziai.
Appena entrata in università mi ritrovai subito Beatrice a farmi il solito interrogatorio sul motivo per cui ero in ritardo di quarantacinque minuti.

«Bea ti spiego dopo. Ora andiamo a fare lezione.» tagliai corto

«Va bene ma dopo mi spieghi tutto!»

Dopo sei lunghe e interminabili ore tornai a casa insieme a Beatrice. Condividevamo un piccolo appartamento in centro Milano.

Appena varcammo la porta la mia amica mi tempestò di domande.

«Hai incontrato qualcuno di famoso? Ti sei fidanzata? Hai fatto un incidente? Sei cadut...» non fece nemmeno in tempo a concludere

«Basta Bea sono stanca ne parliamo domani» sbottai.

Andai subito in camera mia, dovevo studiare per l'esame che dovrò affrontare tra due settimane, ma non riuscii a togliermi dalla testa quell'incontro. Quel ragazzo aveva una faccia nota, ma non riuscivo a capire chi fosse.
Dopo aver cenato e guardato un film, mi addormentai sfinita a causa della lunga giornata.

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Ciao ragazze, questa è la mia prima storia. Spero vi piaccia.
Buona lettura!🩷🩷🩷🩷
Giorgia🌟

Ti ho persa e cercata come la farfalla dell'orecchino- TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora