CAPITOLO 3

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Ragazzi consiglio la lettura di questo capitolo ad un publico responsabile (Avvertenza: violenza domestica)

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Ragazzi consiglio la lettura di questo capitolo ad un publico responsabile
(Avvertenza: violenza domestica)

Canzone che ascoltavo mentre scrivevo il capitolo: one last time - Ariana Grande

Sei anni prima

«Papà basta mi fai male» urlai contro mio padre mentre mi picchiava e mi minacciava di uccidermi.
«Piccola stronza, quando parli con me devi portare rispetto, hai capito? L'educazione chi te l'ha insegna? Quella puttanella di tua mamma?» continua ad urlarmi contro, dice che sono maleducata solo perché gli ho pestato il piede mentre giocavo a palla da sola, si è arrabbiato subito e ha iniziato a picchiarmi.


«Gabriel lascia stare Viola e vieni da me» lo istica mia mamma. Mio padre si stacca da me e si dirige verso mia madre, gli tira un pugno e lei cade per terra, «Mamma. Brutto bastardo, come ti permetti di fare questo vicino mia mamma», mi alzo e gli punto il dito contro, lui sbuffa.

«Fai così solo perché sei un uomo di merda senza cuore, incapace di provare amore e tristezza, invece io per te provo solo disgusto e rabbia. Non ti sai controllare, basta.» lui mi prende per la maglietta azzurra e mi sbatte al muro, mi guarda in faccia e ride. Dal muro mi sbatte per terra e... e non ricordo più nulla, ricordo solo che ero in ospedale nel lettino a fianco mia mamma e la flebo che mi scorreva nelle vene.



Cinque anni prima

Papà lo sta rifacendo. Sta picchiando di nuovo me e la mamma.
Ha tirato 2 schiaffi sul visto della mamma, ormai ho 15 anni e non ho paura di chiamare la polizia per violenza domestica.

«Pronto polizia» rispondono in un battibaleno, «Pronto, sono Viola Thompson. Mio padre picchia me e mia mamma, abito a tre isolati da Time Square. Vi preg-» mi interrompo.


«A chi stai chiamando, eh?» mio padre si dirige verso di me, e inizia a insultarmi, dicendomi che sono un ingrata e che non sono degna di vivere.



«Signorina Thompson, è ancora qui» la poliziotta cerca di ricontattami, ma a rispondere è mio padre. «Ciao salve, per qualunque cosa abbia chiamato mia figlia è uno scherzo. Scusate per l'inconvenienza»



«No papà per favore, non farmi del male» lo implorai. Per fortuna che mio padre non aveva staccato la chiamata con la centrale della polizia e loro hanno sentito tutto.
Passano all'incirca sei minuti da quando ho chiamato la polizia, e, sento la sirena in lontananza che si sta avvicinando sempre di più, fin quando non arrivano davanti casa.




«Signore Thompson apra immediatamente la porta» gli ordinano i poliziotti. Lui esegue l'ordine ed apre la porta, mio papà nega tutto quello che è stato detto nella chiamata fin quando non arriva la ragazza che era in chiamata - la riconosco dalla voce -. Lei vede mia madre accasciata per terra, decide di entrare, la poliziotta è infuriata -lo noto dalla sua espressione-, lei chiama un altro poliziotto per far prendere me, per fortuna io ero ancora cosciente quindi ricordo tutto. Arriviamo all'ospedale, ormai i medici mi conoscono benissimo, mi mettono nel lettino e vado nel mio solito sonno profondo.



Due anni prima

Care Viola e Margareth
Vi scrivo questa lettera con il cuore colmo di rimorso e vergogna per le mie azioni. So che le parole non possono cancellare il dolore che vi ho causato, ma sento il bisogno di esprimere il mio sincero pentimento e chiedere il vostro perdono.

Sono consapevole che il mio comportamento violento ha avuto un impatto devastante su di noi. Ho tradito la vostra fiducia e ho compromesso la sicurezza e la serenità del nostro ambiente familiare. Ogni volta che ripenso a ciò che ho fatto, mi sento profondamente colpevole e dispiaciuto.

Non ci sono scuse valide per ciò che ho fatto. So che il mio comportamento è inaccettabile e non meritate di vivere nella paura. Ho iniziato un percorso di terapia per affrontare i miei problemi e imparare a gestire la mia rabbia in modo sano e costruttivo. So che questo è solo un piccolo passo, ma è un impegno che prendo seriamente per diventare una persona migliore.

Vi voglio dire quanto mi dispiace di avervi causato dolore e paura. Non posso immaginare quanto questo abbia influito su di voi, e mi spezza il cuore sapere di   avervi causato sofferenza. Voglio che sappiate che farò tutto il possibile per rimediare e costruire un futuro migliore per voi, un futuro dove vi sentirete al sicuro e amate.

Comprendo che il tempo e le azioni saranno le uniche prove del mio cambiamento. Non pretendo che voi mi perdoniate immediatamente, ma spero che voi possiate vedere il mio impegno nel cambiare e nel fare ammenda per il male che ho causato.

Con tutto il cuore, vi chiedo perdono. Spero che un giorno, con il tempo e con i miei sforzi concreti, potremo trovare un modo per guarire insieme.
Con profondo rimorso e speranza,
Gabriel Thompson.

Adesso

Io ancora ad oggi spero che un giorno mi voglia bene. Perché lo farà con tutto il suo cuore, grazie alla terapia è cambiato, ma io non perdonerò mai quello che ha fatto a me e a mia madre.

Whisper of the heart Where stories live. Discover now