CAPITOLO 4

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Canzone che ascoltavo mentre leggevo il capitolo: don't blame me - Taylor Swift

Ace

Esco sbattendo la porta del bar. Corro a casa e mi butto sul letto, non volevo essere esagerato ma ho dovuto. Io non sono uno dei soliti  bad boys, sono uno dei ragazzi più dolci del mondo, ma oggi credo di essere stato crudele.

Ho urlato a Viola con le poche forze che mi erano rimaste eppure provavo una sensazione di potere, mi sentivo superiore a lei. Ma io non sono questo, non ho mai pensato questo e mai più lo penserò. Prendo il mio quaderno  -di cui mi vergogno tanto- e scrivo della mia giornata.

"Caro Diario
Oggi la mia giornata è stata un disastro, la mia collega ha fatto cadere dei bicchieri con dell'acqua e sono caduto sopra, mi ha fatto svenire e dopo questo ricordo solo che gli ho urlato contro, mi sono sentito superiore, e solamente tu sai che io non sono superiore a nessuno. I miei ultimi attacchi di rabbia sono dovuti alla morte dei miei genitori (e questo tu lo sai benissimo). Questi attacchi c'erano da quando ero piccolo, ma sento che adesso sono cresciuti e ho paura di me stesso. Adesso ho sonno quindi a domani, ad una nuova giornata del cazzo.
Dal tuo amato Ace Hall"

Metto il quaderno nel cassetto del comodino, giro la testa e dormo.


                                     ***


Arrivo al bar in un secondo.
«Ciao Les» io e Maise salutiamo all'unisono la signorina Martin, vedo Viola in fondo al bar che leggeva "orgoglio e pregiudizio" ' uno dei miei romanzi preferiti'. Viola si gira verso di me e cerca di avvicinarsi, «Ace, scusami per ieri, non volevo» la ignoro, lei continua fin quando non urla.



«Ace cazzo girati» mi giro e vedo la sua faccia tenera, ma anche incazzata con me perché non mi sono girato. Lei si scusa ancora, ancora e ancora.


«Va bene, Collega. Mi scuso anch'io per il mio comportamento inadeguato, ti sei scusata all'infinito ed ora tocca a me. Scusami tanto Viola per averti urlato e insultato, sono stato crudele ed io non sono così. Quindi, ti prego perdonami, tu sei perdonata.» le spiego.



«Certo che sei perdonato, avevo paura che tu non perdonassi me, a dirla tutta» lei si avvicina e mi stringe fra le sue braccia, il suo abbraccio e morbido, il suo collo e profumato da un profumo di Charlotte Herrera. 

Non volevo mai più staccarmi da quell'abbraccio, mai.

«Grazie». Diciamo all'unisono, la guardo dritto negli occhi blu zaffiro e capisco di provare qualcosa per lei, qualcosa di inspiegabile.
Non so neanche io se è amore, odio, pena e chissà che altro, ma so che provo qualcosa per lei.

                                      ***

Sono passate ore da quando il mio cuore ha rivelato che c'erano dei sentimenti nei suoi confronti, ma la cosa che mi spaventa di più è: se lei non provasse quello che provo io?

Prendo le mie cose ed esco dal bar, questa volta ero felice ma allo stesso tempo spaventato.

Prendo il quaderno e scrivo.

"Caro diario, oggi ho capito che provo qualcosa per una ragazza, una ragazza meravigliosa, bellissima e simpatica (a volte). Penso di amarla, e tu sai che io sono spaventato dall'amore. Adesso buonanotte, e sperando che domani non sia una giornata del cazzo. Con grandissimo affetto, Hall"

Whisper of the heart Where stories live. Discover now