Quando finimmo io quasi non scoppiai in lacrime davanti a lui.
Richard mi guardò con indifferenza, mi pagò e se ne andò, ma prima mi sussurrò all'orecchio
<<so cos'hai fatto, vivi.>>
Non mi chiamava Vivi da prima che fosse arrestato; un brivido mi scese lungo la schiena a quelle parole, si riferiva forse all'omicidio di Daisy?
Non lo so, non lo saprò mai.
Qualche giorno dopo uscii per schiarirmi le idee su cosa fare, avevo bisogno di cambiare aria, ma da giorni un pensiero fisso mi tormentava in testa.
Mi era piaciuto uccidere Daisy.
Mi piaceva uccidre, cazzo.
Forse io e Richard eravamo uguali?
Mi mancava, mi mancava da morire e non sapevo come rintracciarlo
<<forse io e Richard eravamo
come il sole e la luna, entrambi, senza l'altro, non potevano esistere, si alimentavano a vicenda, ma c'era una particolarità: non si incontravano mai.
L'uno aveva bisogno dell'altro per continuare a vivere, magari io e Richard eravamo come il sole e la luna, eterni, destinati a non rincontrarci più..>>Io avevo bisogno di rivederlo, solo una volta, come una volta.
Quel giorno iniziò come un altro, mi preparai e andai a comprare le sigarette, ma non appena mi girai per uscire dal tabaccaio vidi due agenti di polizia venirmi addosso e una volante fuori, non stavo connettendo, erano lì per me?
<<Violet Clark sei in arresto per l'omicidio di Daisy Smith.
Mani dietro la schiena, qualsiasi cosa dirai potrà essere usata contro di te in tribunale.>>il collega mi lesse i miei diritti, mi ammanettarono e mi portarono in centrale, non appena vidi che mi portavano nella stanza dell'interrogatorio, con in alto la scritta “omicidi” capì che era finita, mi avevano beccato, e il mio sogno, di diventare una criminologa, finì in frantumi
mi inventai una storiella, aveva abbastanza senso, ma mi stavo contraddicendo un po' troppo, si capiva che era una cazzata e quindi mi vidi costretta a confessare, mi sbatterono in cella e il mio compagno di cella sosteneva di avermi già vista da qualche parte, era un tipo arrestato per l'omicidio della moglie, scoprì chiamarsi Andrew..
Quando all'improvviso ricordai.
ERA IL COMPAGNO DI CELLA DI RICHARD!
<<Tu sei Violet Clark.. giusto? l'ex di Ramirez..>>
<<proprio io.>>
<<vedo che hai seguito le orme del tuo ex>>
disse scherzando tra se e se..Non lo sopportavo già più.
4 month later, the process
Mi scortarono in tribunale, quando mi guardai intorno i miei occhi videro una persona, che stava spiando dalla finestra, sgranai gli occhi e quasi feci un sussulto quando vidi Richard là fuori, ce l'avevo con lui perché pensavo fosse stato lui a dire tutto alla polizia, ma quando finsi di andare in bagno mi avvicinai a lui.
<<che cazzo ci fai qui?>>
<<Violet ascoltami. mi manchi. sono stato un vero stronzo con te, permettimi di ricominciare.>>
Dopo quelle parole mi disse che aveva un piano per aiutarmi a fuggire, mi fidai, lui si avvicinò pericolosamente a me, baciandomi e chiedendomi scusa tra un bacio e l'altro, gli dissi che dovevo andare, e che nonostante tutto, lo amavo..
judge: <<Violet Clark, con l'accusa di omicidio di primo grado verrai condannata all'ergastolo con la possibilità di richiedere la libertà vigilata dopo un minimo di quarant'anni di carcere, la famiglia di Daisy mi iniziò a urlare contro, dicendo che Daisy non meritava di morire, io sapevo già che Richard mi avrebbe fatto uscire quindi me ne sbattei e gli insultai.
Non sapevo a cosa stavo andando incontro.
continua...
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SPAZIO AUTRICE:questa parte la divido in due capitoli che posterò subito, spero vi piaccia anche se alcune cose non c'entrano ma sinceramente non ho molte idee, ma non voglio lasciarvi senza un continuo..
-jane
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you belong to me.
FanfictionRicordatevi di votare questa storia se questa notte non volete ritrovarvi teresa fidalgo nel vostro letto!👽🧞♀️ Violet Clark,"vivi", una bellissima ragazza di 18 anni dai lunghi capelli neri e lisci, occhi verdi e brillanti come la luna, di origin...