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<<No! Devi atterrare meglio nell'Axel. Non ci siamo, rifallo.>>

Batte le mani due volte e il suono, rimbomba per la pista illuminata dalle luci.

<<Pausa acqua? Ne ho davvero bisogno.>>

Porto le mani alle ginocchia, piegandomi per riprendere fiato. Ormai è la ventesima volta che faccio questo salto.

Ci pensa un attimo, mentre mette le mani sui fianchi e mi ispeziona bene.

<<No. Un due e tre!>>

Pattino via, andando a tempo della sua voce e giro gli occhi. Giuro su Dio che se rigiro in aria un'altra volta, vomito tutto il pranzo. Ho fatto solamente una pausa d'acqua in tre ore. Ancora ne manca una e di sicuro, se non bevo neanche un goccio, svengo dissetata.

Ma Abby pensa che io m voglia fermare perché non abbia più forse. Ma non è così, almeno per non la maggior parte. In una pausa di cinque minuti, ho dovuto bere e riposare per altre ore di allenamento, sopratutto di Axel.

Il salto più facile ma me l'ho ha inserito nella coreografia che farò in pochi mesi e lei, lo vuole perfetto come sul computer. Impossibile ma possibile per la mia bravura in pista.

<<Non se ne parla, rifallo. Da capo e correttamente o non finiremo per le otto.>>

Piccolo aggiornamento. É passata precisamente una settimana da quando Hanna ha fatto la scenata da mamma per proteggermi e ha ben deciso, il giorno seguente, di andare dal preside del college e aggiornalo su alcune cose a riguardo di Abby.
Così il preside Reed, ha deciso di tenere sottocchio Abby per qualche mese e vedere come si comporta.

Da adesso in poi dovrà finire gli allenamenti in ora, insegnarmi in modo costruttivo e non pessimo per la mia salute mentale..Beh si dovrà dare a molte cose in questi mesi di osservazione.

<<Cosa ti dice il cervello?>>

La porta di entrata vigila, attirando completamente la mia attenzione a essa. Cosa ci fa qui il coach di hockey?
Ho visto altre due figure dietro ma non capisco chi siano, sono troppo concentrata nel capire cosa stia succedendo.

<<Un Axel si fa con gentilezza e perfezione. Mi stai ascoltando?>> Si schiarisce la voce. <<Ho detto, mi stai ascoltando?!>>

Bum.

Uno schiaffo mi arriva dritto in faccia, facendomi voltare la testa dj lato da quanto forte era lo schiaffo. Questo ha fatto male.
Era parecchio arrabbiata.

<<Wow. Cosa sta succedendo qui?>>

Gli occhi di Abby si spalancano in due fessure mentre si gira. É proprio fottuta. Non si era accorta che qualcuno era entrato dalla porta, giusto in tempo per vedere la sua esibizione.

<<Co..Niente. E lei chi è?>>

Il coach di hockey, lo sai benissimo.

Tutto il suo ego si fa avanti, mentre incrocia le braccia a petto, pensando a cosa dire. Ricordiamo, lei è Abby. La insegnante di pattinaggio più dolce e perfetta di tutte. 

<<Sono Evans, il coach dei Fires del college, sa hockey.>>

Evans, tiene stretta una cartella in plastica in una mano mentre porge quella libera a Abby. Indossa dei semplici vestiti lunghi blu, con un berretto da baseball rosso e bianco in testa. 

<<Oh ma certo. Salve, sono Abby Lee, l'insegnante di pattinaggio sul ghiaccio.>>

Gli stringe la mano con delicatezza, proprio come farebbe una principessa con un cavaliere innamorato di lei. Ma in questa storia, il cavaliere non è assolutamente innamorato della principessa.

THE ICEBLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora