5

24 3 0
                                    

La luce del sole, mi arriva dritta in faccia, svegliandomi del tutto. Allungo il braccio verso il basso e prendo un cuscino, per poi spiattellarlo sulla faccia.

Non voglio alzarmi. Oggi è sabato e mi voglio risposare.

<<Buongiorno bella donna, è l'ora di tornare casa!>>

Hanna, fa la sua mitica entrata nella sua camera e io, mi metto seduta sul letto. Ancora assonnata.

<<Altri cinque giorni?>>

Si ferma per guardarmi e mette le mani sui fianchi, inclinando la testa di lato.

<<Ellie, sono passati quattro giorni da quando non torni a casa tua. Devi superare le tue paure.>>

Si avvicina a me, prendendomi le mani e le stringe delicatamente.

Ha ragione. Sono passati troppi giorni da martedì, ma cavolo, ho gli incubi tutte le notti e non mi alzo mai dal letto. Ho saltato tutte le lezioni, compresi gli allenamenti. Mi sono data per malata, anche se è vero, ma malata di mente.

È quella che non fa fare niente, dalla mattina alla sera.

<<Già, aiutami a radunare le poche cose che ho, per favore.>>

Annuisce e insieme, ci mettiamo a prendere le mie cose. Spazzolino, spazzola, scarpe, intimo, vestiti e medicine.

Era mercoledì mattina, quando sono uscita dalla casa in cui ce stato l'incontro con Anderson. Hanna, ha fatto andare a casa Nicholas, meglio così anche se mi ha aiutata. Ma questo non glie lo diremo mai.

Hanna, mi ha portata in ospedale per controllare la ferita e l'hanno disinfettata, per poi fasciarla. Mi hanno detto che mi rimarrà la cicatrice a vita e nessun intervento, potrà levarla. Quindi mi hanno assegnato delle medicine che devo prendere tutti giorni. Non chiedetemi per cosa, perché in quel momento ero in un'altro universo.

<<Finito. Ecco a te.>>

Mi porge la borsa in tela dove ha messo le mie cose, mentre io mi facevo una doccia per pulirmi da tutto il sudore e sporco.

Prendo la borsa e la metto sulla spalla. Sospiro pesantemente.

<<Grazie, davvero, senza si te sarei sotto il letto a vita.>>

<<Ehi, lo sai che ci sarò per sempre. Anche se ti metteranno in carcere ma non credo che ti potrò pagare la cauzione.>>

Ridacchiamo assieme e l'abbraccio forte.

<<Bene, vado. Ci vediamo domani?>>

<<A domani.>>

Apro la porta di casa ed esco, per poi richiuderla alle mie spalle. Faccio un lugno sospiro per far entrare l'aria fresca nei polmoni. Cavolo, mi era mancata l'aria fresca.

Aprire semplicemente la finestra, non è come adesso.

Nel mentre che mi guardo in torno, aspetto il taxi che pochi minuti dopo arriva e mi scarica davanti a casa mia.

Devo proprio scendere? Si.

Quando vedo l'auto andare via, stringo i pugni e osservo bene la casa. È casa mia, non ce niente di cui debba aver paura. Faccio qualche passo in avanti e cammino nell'erba del giardino, per fortuna avevo portato un paio di scarpe di ricambio, sennò sarei sprofondata con i tacchi.

<<Casa dolce casa.>>

Borbotto, mentre struscio il piede sull'asfalto, per spostare dei sassolini.

Coraggio Ellie. La vita è una, non fermarti al primo ostacolo che trovi.

Stringo bene le unghie nella pelle e faccio i primi passi sul portico della casa. Estraggo le chiavi dalla borsa in tela che tengo sulla spalla e infilo la chiave giusta, nel chiavistello della porta.

THE ICEBLADEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora