2. damn mojito

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Layla

«Lay, passami il rossetto» esclama Addy.

Era venuta e casa mia così che ci potessimo preparare insieme, nonostante mio padre non sia molto contento del suo arrivo, diciamo che tra loro c'è un odio reciproco.

Tralasciando ciò, adoro prepararmi insieme a qualcuno prima di uscire, per quelle rare volte che esco, ma con la mia amica mi piace ancora di più, riesce a rendere divertenti anche le cose più banali.

Passiamo il tempo a truccarci a vicenda e ora sto passando la piastra ai suoi capelli lucenti.

Ci accorgiamo che siamo in ritardo, in sua compagnia il tempo vola, sono già le 9:15, prendo velocemente le chiavi, le infilo in borsa, mi do un'ultima occhiata allo specchio, spruzzo il mio amato Good Girl e corriamo di sotto verso la macchina di Addy posteggiata sotto casa mia, allacciamo le cinture e si parte.

Ci eravamo messe d'accordo con altre nostre amiche, ci vediamo davanti al bar. Sono felice, non uscivo da un bel po' di tempo e Addy, come se mi stesse leggendo nel pensiero, dice: «Questa sarà una serata indimenticabile, me lo sento».

«Già, hai ragione» poi mi viene un idea «Che ne dici se stanotte dormi da me»

«Assolutamente si, cosa c'è di meglio di una notte intera a riguardare Outer Banks per l'ennesima volta».

Appena arrivate ci raggiungono Alyssia, Emily e Becca, facciamo una passeggiata sul lungomare, prima di entrare nel locale.

Nonostante il temporale di ieri, stasera si sta bene. Mi piace molto questa brezza fresca che mi batte sulla pelle, il riflesso della luna piena e luminosa sulla distesa scura e scintillante del mare, le mie treccine che svolazzano dolcemente e la musica leggera proveniente dal Waterfront, il locale dove passeremo la serata.

La voce di Addy interrompe la tranquillità «Dall'esterno sembra un bel locale» le lancio uno sguardo di approvazione e le altre confermano

«Si, ha una bella estetica»

«Dai, entriamo» dico.

Fuori ci sono alcuni tavolini insieme a degli sgabelli gialli, poche persone sedute qui, la maggior parte si trovano dentro, e sopra c'è l'insegna del bar.

Varchiamo la porta di vetro e mi investe un piacevole calore. C'è molta più confusione di quanto mi aspettassi, la musica ad alto volume mi rimbomba nelle orecchie e mi fa vibrare la cassa toracica, è un ambiente troppo confusionario per i miei gusti, ma tendo ad adattarmi a tutto.

Addison, invece, sembra stare molto a suo agio, mi prende per mano, mi trascina in mezzo alla folla e si comincia a muovere a ritmo della musica.

Mi sono messa a ballare come lei, ma dopo un po' di tempo io e Emily ci stiamo stancate per via del caldo e ho proposto ad Addy di prendere qualcosa da bere.

Si avvicina all'unico barista che vediamo nei dintorni e inizia a parlargli.

(Come fa ad essere così socievole anche con le persone che non conosce).

Lui è un ragazzo alto, penso che abbia più o meno la mia età, probabilmente poco più grande di me, i capelli scuri gli ricadono sulla fronte in maniera disordinata e la maglietta nera gli fascia il petto muscoloso ma non in modo esagerato, ha degli occhi azzurri come il ghiaccio e porta degli occhiali da vista neri.

Mi incuriosisco, quindi decido di dirigermi verso di lei per sentire di cosa stanno parlando

«Cinque mojito, grazie» gli si rivolge lei.

Mi sono resa conto solo ora che lo stavo fissando, spero che non se ne sia accorto.

Poi mi viene un dubbio «Come facevi a sapere che volevo proprio questo da bere?»

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