È mattina, sono ancora sul letto a non fare niente, penso solo alla scenata che ha fatto mio padre ieri sera, anzi, ieri notte, pensavo magari che rimandasse il suo monologo a oggi siccome era già tardissimo ma non ha aspettato un secondo da quando siamo rientrati e abbiamo chiuso la porta di ingresso. La sua voce riecheggiava tra le pareti così forte che ad un certo punto sono stata costretta a tapparmi le orecchie, gesto che lo ha fatto innervosire ancora di più, i suoi occhi puntati su di me e il suo sguardo fisso che avrebbe potuto pure uccidermi, mentre mi rimproverava e mi minacciava dicendomi che non sarei più potuta uscire la sera. Il telefono suona segnalandomi l'arrivo di un messaggio, lo prendo e vedo che è Addy. Mi ha chiesto come sto.
Tutto bene se solo non fosse che non posso più uscire
Ah, quindi tuo padre ti ha già fatto la ramanzina
Eh sì, inaspettato, vero?
Ti conviene uscire ora, approfitta che è al lavoro, fai una passeggiata. Io non posso venire con te perché devo finire un progetto di psicologia da consegnare entro domani (come sai, mi ritrovo a fare sempre le cose all'ultimo momento)
Beh, in effetti potrei farlo, tanto per rilassarmi un po'. Vedo che Addy sta ancora scrivendo.
Anzi, vieni a piedi fino a casa mia, così mi fai compagnia e mi dai consigli su questo lavoro che sto facendo.
Ci sto, dammi dieci minuti
Una scusa per alzarmi dal letto e fare qualcosa di produttivo, odio sprecare le giornate, soprattutto il weekend, stasera dobbiamo ritornare nel dormitorio della nostra università e prepararci ad un'altra settimana di studio. Mi infilo un paio di jeans e una felpa, mi preparo e in pochissimo tempo sto già scendendo le scale di casa mia. Mi avvio per la strada, fortunatamente siamo anche vicine di casa, distanti cinque minuti a piedi. Mi prendo tutto il tempo, camminando lentamente, per assaporarmi la brezza fresca di metà mattinata, questa via mi piace molto, per gli alberi fioriti e per il poco traffico.
Decido, di scorrere un po' su Instagram nel frattempo, solitamente lo faccio la mattina ancora sul letto per preparami psicologicamente ad alzarmi, oggi però c'è stata Addy che mi ha distratta e ne approfitto ora. Non faccio molto caso alle storie che vedo, devo stare attenta anche alla strada, ma il mio sguardo si sofferma su una in particolare. È un video della festa che c'è stata ieri al Waterfront, raffigura dei ragazzi con i bicchieri in mano che si divertivano, ma un attimo... sullo sfondo si vede Michael che prepara un mojito, io sono di lato e mi vedo a metà. Arresto il passo perché questa scena cattura la mia attenzione, rimetto la storia di Instagram da capo un infinità di volte per vedere il barista preparare il drink ma non vedo nulla di ambiguo, lo prepara normalmente, eppure ancora credo che lui c'entri qualcosa. Una voce mi fa sussultare «Credi ancora che sia stato io?» che infarto! Pensavo di essere sola nei dintorni. Capisco di chi è la voce prima di girarmi di scatto e trovarmi Michael di fronte.
«Mi hai spaventata!»
«Scusami ma cosa dovrei dire se ti ritrovo ferma in mezzo al marciapiede a guardare mille volte un video dove mi vedo anch'io» si giustifica
«E io cosa dovrei dire se ti ritrovo dietro di me a guardare il mio telefono» lo accuso.
«Ti ho detto che ti avrei convinto che nemmeno io so come sia successo»
«Non ti dovrebbe interessare di quello che penso, tranquillo che non sto andando a denunciarti alla polizia, ti ricordo che non ho nessuno prova»
«Mi interessa, invece» dice.
La notifica di Addy che mi è appena arrivata mi ricorda che ho già perso molto tempo, devo sbrigarmi. Gli rivolgo un'ultima occhiata e, senza dire niente, continuo a camminare. Sento i suoi passi raggiungermi
«Inizio a pensare che mi stai perseguitando» scherzo
«Guarda caso devo andare nella tua stessa direzione e devi sopportarmi un altro po'». Stiamo per un pezzo di strada senza dire niente fin quando non decido di rompere il silenzio.
«Si può sapere dove stai andando, è praticamente lo stesso posto in cui devo andare io» sbotto
«Ah, vedo che ti interessa di me» fa una faccia da pervertito ma si capisce che è ironico «sto andando da un mio amico» continua. Quando svolto e vedo a casa di Addy capisco che anche Michael ha raggiunto la sua destinazione, perché ha lo sguardo rivolto verso la casa accanto. «Alex» penso, o forse i miei pensieri si sono automaticamente trasformati in parole dette sottovoce. Alex, il mio compagno del corso di criminologia, nonché mio amico stretto, abita lì, per questo ho subito pensato a lui. Spero non lo capisca ma Michael lo sente subito «Come hai fatto a capire che devo andare da Alex?». All' unisono esclamiamo «Come lo conosci!?»
Nello stesso istante Alex apre il portone, forse si era accorto della nostra presenza, «Ciao Michael» lo saluta con un gesto alla mano, poi si gira verso la mia direzione, un po' più a sinistra e a vedermi sembra un po' sorpreso «Ehi Lay» mi abbraccia sorridente e ricambio. Poi si blocca un attimo e ci squadra «Non pensavo vi conosceste, siete venuti insieme?» Michael fa uno sorrisetto malizioso «Ci conosciamo e in teoria sì, abbiamo fatto un tratto di strada insieme»dice lui, Alex cerca il mio sguardo per ottenere approvazione ma io nego tutto «Ci conosciamo a malapena e non siamo venuti insieme, sono qui per Addy».
Inizio ad avvicinarmi all'altra porta quando Alex mi richiama «Un attimo Lay, resta qui che ti do una cosa» lo vedo risalire le scale. Mi giro e vedo la faccia di Michael in un'espressione confusa, aspetto pochissimo tempo, quando il mio amico è già davanti a me che mi porge il mio quadernetto degli appunti di criminologia che gli avevo prestato qualche giorno fa per farglieli recuperare. Mentre lo afferro mi fa l'occhiolino rivolgendo il suo sguardo più volte verso il taccuino. Saluto Alex con un sorriso e il suo amico con un'occhiata al volo e vado per suonare al portone di casa di Addy ma lei apre subito, come se sapesse già che mi trovavo lì.
«Ciao Carotina, finalmente sei arrivata per rendere molto più divertente il mio studio, su entra!»
«Ciao» saluto amichevolmente «Scusa se ho ritardato un po' ma-»
«Non c'è bisogno di sprecare fiato, ho visto tutta la scena dal mio balconcino»mi interrompe.
«Allora perché non mi hai chiamato subito?»
«Come? No! Io mi stavo già godendo lo spettacolino, ero a tanto così e prendevo anche i popcorn».
Ci dirigiamo verso la sua camera, lei continua il suo lavoro al computer, ogni tanto mi chiede qualche consiglio su come impostare la grafica. Io, nel frattempo, ricordo l'occhiata che Alex aveva lanciato al quadernetto che tengo ancora in mano e decido di aprirlo, Addy, girata di spalle mentre digita sulla tastiera, si accorge del fruscio delle pagine «Sono curiosa anch'io, vai aprilo! Ho visto come lo guardava, sicuramente voleva dirti qualcosa in privato ma l'ha fatto così per via di Michael», intelligente la mia amica. Continuo a sfogliare quando, nella pagina degli appunti che servivano ad Alex, c'è un bigliettino: è un invito.Sabato prossimo festa in grande a casa mia ;)
PS l'ho già detto anche a Addy (e non solo)Mi giro di scatto verso la mia amica «Lo sapevi già e non mi hai detto niente!?»
«Calma, me l'aveva detto solo qualche giorno prima e mi ha supplicato di tenere la bocca chiusa perché voleva invitarti lui, ma non pensavo che lo facesse in un modo così originale» dice
«Ti ricordo che sono in punizione, non posso andarci»
«Per questo non devi preoccuparti, ci penso io» mi guarda già emozionata, so quanto le piacciono le feste, mi fido di lei.
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Nothing is perfect
RomanceLayla Nader è una ragazza tranquilla e dedita allo studio, che vorrebbe poter vivere a pieno la sua vita, senza dover stare in continuazione alle regole di suo padre. Lui ha già programmato la vita perfetta di sua figlia, il problema è che i due han...