Deva si dirige alla porta e la apre, trovando il suo nuovo paziente lì ad aspettarla.
Alza lo sguardo e lui le rivolge un piccolo sorriso.
"Sono in anticipo?" Chiede.
Deva scuote la testa, e un sorrisetto gentile, quasi impercettibile, le tira gli angoli delle labbra.
"No. Lei è..."
"Ryan. Ho preso appuntamento circa una settimana fa."
Lei annuisce e resta ferma. Poi, dopo averlo guardato dalla testa ai piedi per un'ultima volta, lo lascia entrare.
Chiude la porta alle sue spalle e inizia a studiare la sua espressione, senza nemmeno rendersi conto di quanto il suo sguardo possa essere causa di disagio, in realtà.
Tuttavia, è solo uno dei suoi modi per conoscere meglio il paziente, anche se solo da dei piccoli dettagli che potrebbero risultare futili agli occhi della gente.Ryan Clark è un ragazzo di trent'anni. Molto alto, i capelli ricci e neri, il ciuffo ben curato.
Il taglio al sopracciglio, gli occhi color nocciola, uno sguardo sempre molto serio, le labbra carnose.
Egli si siede su una piccola poltrona e appoggia la testa contro di essa, guardando il soffitto.
Indossa una canotta piuttosto larga e una tuta, i tatuaggi che coprono le sue braccia e il suo petto.Deva torna alla sua scrivania e si siede, schiarendosi la gola.
"Vedo che è già a suo agio."
Lui sorride, poi torna a guardarla.
"Non dovrebbe essere una cosa positiva?"
Chiede, un sorrisetto arrogante che persiste sul suo viso.
Deva non risponde, prendendo un taccuino e una penna.
"Che ne dice di parlarmi del motivo per il quale ha deciso di intraprendere questo importante percorso? Sa, di frequentare un esperto."
Ryan inclina la testa di lato, i suoi occhi vagano su di lei e poi sul resto della stanza.
"A proposito... dov'è?"
Deva stringe le sopracciglia, visibilmente confusa.
"Chi?"
Lui sorride divertito e si siede più comodamente.
"L'esperto che dovrebbe aiutarmi. Lo psicologo."
Lei lo osserva, poi risponde.
"Sono io." Cala il silenzio. Maschilista, eh?
"Mh." Dice semplicemente.
Lei continua a guardarlo, e proprio mentre sta per parlare, viene interrotta.
"Da quanto tempo fai questo lavoro? Non sembra che tu abbia molti pazienti."
E a questo punto Deva si blocca. È infastidita, ma mantiene un sorriso gentile, anche se falso.
"Siamo qui per parlare di lei, non di me o dei miei pazienti.
Perciò, gradirei molto se iniziasse a cercare di aprirsi, rendendomi le cose facili.
Ah, e le chiedo la cortesia di non darmi del tu.
Non sono una sua amica, tantomeno una ragazzina."
Ryan resta fermo, poi sorride e alza le mani in segno di resa, senza controbattere.
"Sono qui per migliorarmi. Ho dei problemi nel gestire la rabbia, e questo mi porta a preoccuparmi sul come potrei reagire in determinate circostanze."
"A che tipo di circostanze si riferisce?"
"Non saprei."
Deva annuisce e fa un respiro profondo, raccogliendo i pensieri.
"È mai stato violento a causa di..."
Viene interrotta di nuovo.
"No."
Deva annuisce. È la terza volta che viene interrotta. Probabilmente alla quarta potrebbe lanciargli il taccuino addosso.
"E ha mai avuto il desiderio o sentito l'esigenza di diventare violento? Per sfogarsi, magari."
Ryan si guarda le mani, poi la sua attenzione torna su di lei.
"Sì, ma ogni tanto ho alcuni match di pugilato che mi aiutano a calmarmi.
Se non ho match ai quali partecipare, invece, vado semplicemente in palestra per allenarmi."
Deva annuisce e poggia una gamba sopra l'altra, scrivendo qualcosa sul suo taccuino.
"Da quanto tempo ha a che fare con questi problemi di rabbia?"
Lui si irrigidisce, la mascella che si stringe.
"Da tempo."
Deva si schiarisce la gola, consapevole di aver toccato un tasto dolente.
"C'è qualcosa in particolare che vi ha portato ad avere a che fare con questa opprimente rabbia? Se posso."
Ryan scuote la testa.
"Preferirei non parlarne adesso, dottoressa."
Dice con freddezza, cosa che porta Deva ad annuire senza obiezioni.
"Rispetto i suoi tempi. Ma sappia che è molto importante per me sapere cosa abbia scaturito questo..."
Viene interrotta ancora una volta.
"Lo so. All'inizio non è mai facile, giusto?"
Deva lo guarda per qualche istante, sospira e annuisce, poi gli rivolge un piccolo sorriso.
"Certo. È del tutto normale."
Il silenzio cala nuovamente e la seduta prosegue in questo modo fino all'ultimo istante.Ryan si alza e le porge velocemente i soldi prima di andare via, senza salutare.
"Che scortese." Borbotta Deva, tornando al suo taccuino e segnando alcune cose.
La giornata è ancora lunga per lei.Tuttavia, verso le 21:30, può finalmente tornare a casa.
Certo, dopo essersi addormentata sulla scrivania del suo stesso studio.Sale in macchina e mette in moto, pronta a crollare sul confortevole divano di casa sua.
Tecnicamente di Amber, ma tra amici si condivide tutto.Quando supera la soglia della porta, vede la televisione accesa, ma nessuna traccia di lei.
Posa la borsa e si dirige al piano di sopra, dove trova Amber avanti allo specchio del bagno che cerca di mettersi correttamente l'eyeliner.
Deva sorride leggermente e si appoggia allo stipite della porta.
"Esci?"
Amber sobbalza, tracciando per sbaglio una linea storta.
"Cristo! Ma entri come i ragni!"
Deva ridacchia.
"È il paragone più brutto che io abbia mai sentito.
E tra l'altro senza senso."
"Si, beh, comunque non devo uscire.
Mi stavo solo annoiando."
Deva stringe le sopracciglia.
"E tu quando ti annoi inizi a truccarti? Io non faccio altro che lamentarmi e arrabbiarmi quando mi trucco."
Amber si fa beffe.
"Questo perché non hai pazienza."
"Detto da te..." Borbotta.
"Senti, perché non mi dai una mano invece di fare la mummia come sempre?"
Deva nasconde un altro piccolo sorriso e alza gli occhi al cielo, poi si avvicina.
"Siediti sul bordo della vasca." Dice semplicemente. E quando Amber lo fa, prende un dischetto e le afferra il mento tra le dita della mano sinistra, mentre con l'altra sistema quello che ha combinato.
"Sai che ho visto un porno iniziare così? Devo cercarlo e fartelo vedere." Dice Amber, con un sorriso.
Deva ridacchia e scuote la testa.
"Ti credo sulla parola."
Amber alza le spalle e il suo sorriso si trasforma in un sorriso al contrario.
"Era solo un'idea sul come passare la serata."
"Mh."
Deva mette via il dischetto e sistema l'eyeliner piuttosto velocemente, senza intoppi.
"Bene." Dice, allontanandosi e mettendo via anche l'eyeliner.
"Adesso va via. Devo farmi un bagno."
"Nel senso che te lo fai proprio?" Chiede.
Deva la guarda male, ma non può fare a meno del sorriso stanco che si insinua sul suo volto.
"Vai via." Ripete.
Così, Amber si alza e annuisce. Ma prima di uscire, le posa la mano sul braccio.
Sembra quasi seria.
"Sappi che per te avrò sempre due spalle sulle quali appoggiare le gambe." Afferma, cercando di trattenere una risata, ma fallendo.
Deva la spinge via con un sorriso e posa lo sguardo sulla sua camicetta, iniziando a sbottonarla.
"Sparisci."
E a quel punto Amber esce dal bagno con un sorrisetto sul viso, chiudendo la porta alle sue spalle.Deva si spoglia ed entra in doccia, l'acqua bollente che le scorre lungo il corpo mentre si copre il viso con le mani.
Una volta finito, si asciuga frettolosamente e decide di indossare solo delle mutandine, coperte dalla maglia oversize e lunga che decide di indossare.
Scende al piano di sotto per raggiungere Amber a cena, i suoi capelli rossi e scuri ancora bagnati che le inumidiscono la maglia e si appiccicano al viso.
"Cosa hai cucinato?" Chiede, stropicciandosi gli occhi.
"Cotolette e patatine." Risponde Amber, voltandosi e portando i piatti in tavola.
"Wow, il menù baby. Il mio preferito."
Amber sorride e si siede di fronte a lei, Deva che inizia a mangiare senza aspettare troppo.
"Mh. Affamata."
"Mh. È stata una lunga giornata." Risponde Deva, senza guardarla.Ma finalmente Deva è a casa, e dopo cena non vuole far altro che vedere un film e rilassarsi.
Difatti, è la prima cosa che fa non appena finisce, prestando attenzione alla televisione e aprendo netflix per scorrere tra le varie categorie.Sceglie il film, lo guarda per i primi dieci minuti e poi finisce per crollare.
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AMOR AMARA DAT
RomanceLa sua presa si stringe, il loro respiro si mescola. "Ti stai avvicinando troppo." Dice Deva, senza fiato. "E tu non mi stai allontanando." Risponde. La sua mano si fa spazio tra i suoi capelli, stringendoli con forza e facendole inclinare la testa...