Deva chiude la porta alle sue spalle e accende le luci, lasciando la borsa sul tavolo e controllando l'orario. Sono le 21:25.
Si guarda intorno e sospira, indecisa sul da farsi.
Da una parte vorrebbe chiamare Amber e cercare di chiarire, ma dall'altra, pensa che discutere con lei proprio adesso sia l'ultima cosa da fare, soprattutto dopo una giornata così stressante.Resta ferma per qualche secondo, e alla fine decide che, per il momento, sia meglio non contattarla. Vuole che le acque si calmino.
Sale al piano di sopra e va a farsi una doccia, impiegando più del previsto.
Una volta finito, si veste e torna al piano di sotto. Sono le 22:15.
Si siede sul divano e accende la televisione per ammazzare il tempo, nella speranza di cenare con lei e non da sola.
"Magari tornerà tra un po'." Dice tra sé, cercando di convincersi a stare calma e a non dare di matto per il suo ritardo.
Tuttavia, i secondi, i minuti e le ore passano piuttosto in fretta. Sono le 00:35.
A questo punto Deva inizia a preoccuparsi.
Sa che Amber sia arrabbiata, ma non è da lei sparire per una giornata intera senza nemmeno avvisare.Prende il telefono e digita il suo numero, ma non ottiene alcuna risposta.
Allora Deva continua a chiamarla fino allo sfinimento, camminando nervosamente per la stanza e sentendo un buco allo stomaco mentre il senso di colpa la pervade. Se non avesse reagito così, probabilmente Amber adesso si starebbe vantando di essere l'unica con dei gusti decenti in fatto di film e serie tv.
E Deva sa che non avrebbe dovuto risponderle in quel modo, comportandosi come una ragazzina che preferisce far notare la propria indignazione con gesti infantili e nient'altro che inutili.
Si è comportata come una bambina, una bambina che prima rifiuta un giocattolo e poi si offende se un altro bambino, a differenza sua, ce l'ha.
L'ha fermata, e non ha fatto altro che prendersela con lei. Deva preferirebbe non essere una delle tante ragazze con le quali gioca, ma, in realtà, le piace.
Tuttavia, cerca ancora di allontanarla ogni volta che può.Torna sul divano e tenta ancora, prima di lanciare il telefono sul tavolino di vetro di fronte a lei e sdraiarsi.
"Cazzo." Sussurra, chiudendo gli occhi per un momento, un momento che le porta via ogni preoccupazione e lascia che si addormenti.E mentre Deva dorme, Amber giace sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto e Madison Cruz che le lascia dei piccoli baci lungo il collo.
Quest'ultima è una ragazza di ventidue anni con la quale ha sempre avuto una relazione piuttosto aperta.
L'ha conosciuta in un locale circa tre anni fa, e, ovviamente, Amber non ha perso tempo a portarsela a letto.
Capelli castani, occhi di un verde piuttosto chiaro, naso piccolo e labbra carnose e rosse.
È esattamente quello che non avrebbe mai potuto lasciar andare via così facilmente.
Ma, come sempre, è solo sesso. È sempre stato quello, niente di più e niente di meno.Amber sospira e lascia che le sue dita vaghino lungo la sua spalla, sentendo la pelle morbida di Madison contro di lei.
"A cosa stai pensando?" Chiede in un sussurro Mad, nomignolo con la quale la chiamava Amber appena conosciute.
Lei fa un respiro profondo e chiude gli occhi.
"A niente. Continua e basta." Dice a voce bassa, schiarendosi la gola un istante dopo.
Madison sorride leggermente, le sue labbra che raggiungono quelle di lei.
"Solo se domani mi porti a fare un giro con te."
Sussurra tra un bacio e l'altro, lo sguardo che si intreccia con il suo.
Amber scuote la testa e fa sdraiare Madison, la schiena che preme contro il materasso.
"Domani ho da fare." Dice semplicemente, impedendole di rispondere con un altro bacio.
Madison sorride e le morde leggermente il labbro inferiore, le sue mani che si aggrappano alle sue spalle.
"E allora ti chiedo almeno di non sparire. Mi piace fare sesso con te."
Amber nasconde un sorrisetto e annuisce, poi inizia ad allontanarsi.
"Devo tornare a casa adesso." E con questo, inizia a vestirsi.
Madison rimane ferma lì, con un'espressione compiaciuta sul viso e le labbra lievemente gonfie.
"Quanto tempo dovrò aspettare prima di finire di nuovo a letto con te?" Chiede.
Ma Amber non risponde. Alza le spalle e, dopo essersi vestita, le lascia un bacio veloce sulle labbra. "Ti scrivo io." Dice semplicemente, andando via con fretta.Torna alla moto e parte a tutta velocità come al solito, raggiungendo casa sua dopo circa venti minuti.
Una volta entrata, scruta la stanza e stringe gli occhi nel momento in cui nota Deva sdraiata sul divano.
Sospira piano e posa le chiavi sul mobile accanto alla porta, attraversando il soggiorno e sedendosi lì, proprio accanto a lei.
Le sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e cerca di non svegliarla, ma invano.Deva apre lentamente gli occhi e cerca di mettere a fuoco la sagoma accanto a lei, ma appena lo fa, i suoi occhi si spalancano.
Cerca di alzarsi con fretta, reggendosi sui gomiti.
"Dove sei stata? Ho provato a chiamarti un migliaio di volte!" Dice, quasi urlando.
Amber sospira ancora una volta e fa scorrere il pollice lungo il suo zigomo.
"Avevo messo il silenzioso, e non ho avuto modo di controllare le notifiche." Risponde con calma.
Ma Deva, invece, è tutto tranne che calma.
Si siede completamente e spinge via la mano di Amber.
"Mi hai fatto preoccupare! È tardissimo! Io non sono una delle tue puttane, capito?! Non puoi incazzarti e sparire come se nulla fosse!"
Amber cerca di rispondere, ma le risulta quasi impossibile.
"Io non sono stata così stronza con te! Anch'io avrei potuto mandarti a fanculo e sparire, ma non l'ho..."
"Smettila, Deva. Ho capito." La interrompe lei, sostenendo ancora il suo sguardo.
"Dove sei stata?!"
"In giro."
E prima ancora che Deva possa dire altro, Amber torna a parlare.
"Non voglio litigare con te.
Quindi, ora che sono qui e sei sicura che io sia sana e salva, puoi andare in camera tua.
Cerca di dormire, io e te parleremo domani."
Ma Deva scuote velocemente la testa.
"Non puoi sparire per un giorno intero e pretendere che io non dica niente."
"Non ho detto questo, ma non voglio parlarne adesso. Aspetta domani e poi potrai urlarmi contro per tutto il giorno, se lo vorrai."
Deva sospira e abbassa lo sguardo.
"Io devo ancora mangiare."
Amber fa un respiro profondo e annuisce.
"Ti cucino qualcosa, va bene?"
Deva scuote di nuovo la testa.
"Non ho fame, l'ho detto solo per farti sentire in colpa. Non ho cenato per colpa tua."
E senza aggiungere altro, si alza per andare via, sentendo la voce di Amber portare avanti la conversazione.
"Allora sono importante per te, mh?"
Ma lei non risponde e scuote la testa, salendo le scale e andando in camera sua.
Amber, invece, rimane ferma lì, guardandola mentre va via e andando in camera sua solo dopo aver fatto una doccia ed essersi assicurata che Deva si sia addormentata di nuovo.
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AMOR AMARA DAT
RomanceLa sua presa si stringe, il loro respiro si mescola. "Ti stai avvicinando troppo." Dice Deva, senza fiato. "E tu non mi stai allontanando." Risponde. La sua mano si fa spazio tra i suoi capelli, stringendoli con forza e facendole inclinare la testa...