Capitolo 20

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Incrocio le braccia al petto, ammirando soddisfatta le mie creazioni. Kendall, che indossa un semplice vestito nero che si allaccia collo e lascia scoperte le spalle e la schiena, mi lancia uno sguardo esasperato.
<Mandy, se ci guardi ancora in quel modo giuro che ti denuncio. Sembri una manica> mi dice, puntandomi in dito contro con un sorriso in viso.
<A me piace essere guardata da Mandy. Se fossi lesbica ci proverei con lei> ammicca April, la quale indossa una gonna cargo grigia e un body nero. Juliet ride a quelle parole, lei indossa una gonna di jeans e un corsetto bianco, troppo audace per la sua timidezza. Infatti è mio, ma è stata April ad insistere affinché lo indossasse.
<Non sei divertente> borbotto, aprendo la porta. Mi agguanta da dietro, posandomi le mani sui fianchi e facendomi scappellare un urletto.
<Devo dire che quel piercing è estremamente eccitante, chissà come si diverte Ryan> avvampo di colpo a quelle parole ma non posso insultarla perché corre subito via.
<Questa me la paghi! Ti drogo il drink e ti riporto da Hunter> le urlo dietro, raggiungendola.

Mi blocco dietro di lei, osservando proprio l'oggetto della nostra conversazione davanti ai miei occhi. Improvvisamente mi pietrifico, sentendo la bocca secca. È appoggiato con un'aria insofferente al pilastro della cucina, indossa un paio di pantaloni scuri e una camicia bianca sbottonata fin troppo, riesco a intravedere il tatuaggio vicino al capezzolo destro. Risalgo la mia ispezione e i miei occhi si concentrano ne suoi, sentendo un vuoto alla bocca dello stomaco. Inarca un sopracciglio, lanciandomi uno sguardo di sfida, come a invitami a contraddire la sua scelta di stile.

<Andate alla festa di Abigail?> chiede, invece, Connor. Solo quando parla mi rendo conto della sua presenza, proprio affianco a lui. È fermo sull'uscio della cucina con la bocca piena di pane. Faccio una smorfia, notando l'insalata ferma sul suo mento.
<Mandy! Vieni a mangiare!> urla Nate dalla cucina, che quasi non mi spacca i timpani. Il rumore dei tacchi di Juliet e Kendall mi riscuote. Mi giro verso di loro, vedendo Kendall che sembra essere diventata di ghiaccio, mentre una Juliet imbarazzatissima prova a trascinarla giù dalle scale.
<Oh, cazzo> Connor prende a tossire violentemente, entrando in cucina. Ryan si raddrizza, ispezionando Kendall come se avesse tre teste e poi sposta il mio sguardo su di me.

Grugnisco in risposta, cosa diavolo ha da guardare? Non ha mai visto una ragazza?

<Ragazze, andate in macchina. Arrivo subito> dico flebilmente. April, al mio fianco, scatta e si avvicina alle ragazze. Non mi volto ma solo quando sento il rumore della porta sbattere mi dirigo in cucina, sento Ryan seguirmi ma al momento vorrei solo tiragli un pugno. Idiota.

<Nathaniel> mi fratello, sentendo il suo nome si raddrizza velocemente, smettendo di sorreggere Connor piegato nel lavandino intento a sputacchiare pezzi di cibo.
<Che cazzo gli hai fatto? È traumatizzato> indica esasperato Connor, mentre si passa una mano tra i capelli e quest'ultimo ricade a terra, strusciando contro il mobile.
<È solo idiota. A quanto vedo, anche voi andate alla festa di Abigail. Avvicinati a Kendall e giuro che ti stacco il cazzo, va bene? E non provare a scherzare perché ti ricordo che viviamo nella stessa casa...potrei farti molto male mentre tu stai dormendo> mio fratello impallidisce improvvisamente sentendo quel nome.
<Kendall? Cosa c'entri tu con lei?>
<Era nella sua stanza! Stanno andando alla festa insieme...è stato come vedere un fantasma> Connor si aggrappa all'orlo dei pantaloni di mio fratello. Nate fa saettare velocemente lo sguardo tra noi due.
<Da quando sei amica con Kendall?> sbotta.
<La mia vita privata non ti riguarda...ah, prova a intrattenerti con qualche ragazza questa sera e pubblicherò il video di te che canti e ricrei il videoclip di Blake Space> incrocio le braccia al petto e alzo il mento con fierezza.
<Non osare! Ero ubriaco!> mi urla contro rabbioso.
<Tutte le volte? Perché sai...i muri sono sottili> ribatto ironicamente, poi indietreggio e mostro un sorriso falso ai tre moschettieri.
<Ora se volete scusarmi, le mie ragazze mi aspettano> e detto questo mi dileguo velocemente.
















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