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“𝘎𝘶𝘦𝘴𝘴 𝘸𝘩𝘰’𝘴 𝘣𝘢𝘤𝘬”

Quando oltrepasso il cartello con su scritto "Welcome to the Outer Banks" tiro un sospiro di sollievo.
Siamo arrivati, finalmente.

Sono ore che viaggio per venire qui e non vedo l'ora di tornare a casa.

Purtroppo qualche mese fa mio padre dopo essere uscito a fare un giro in barca non fece più ritorno, da lì dovetti imparare a gestire me e mia mamma da sola.

Dopo qualche settimana dalla sua scomparsa mia madre cominciò a bere e a drogarsi nella speranza di migliorare, quando in realtà non faceva altro che distruggersi sempre di più.
Poi cominciò a diventare sempre più violenta nei miei confronti, e si giustificava dicendo "sei proprio come tuo padre", come se fosse una buona scusa per sfogarsi su di me.

Ad oggi è migliorata molto e sono molto fiera di lei.

Riguardo a mio padre invece, tutti credono che sia morto e che il suo corpo sia disperso nel mare, ma nel momento in cui non vedo nessun corpo rimango dell'idea che lui sia ancora lì fuori.

Al momento comunque stiamo attraversando la parte ricca dell'isola, cioè Figure Eight, la zona in cui vivo.

Dall'altra parte dell'isola invece c'è la zona dei Pogues, coloro che si guadagnano da vivere servendo ai tavoli o pulendo gli yacht dei Kook.

In poche parole l'opposto.

◦•●◉✿◉●•◦

Arrivati a casa sistemo le mie cose e mi metto subito a letto.

Ho passato ore su quei sedili scomodissimi non vedo l'ora di mettermi comoda.

Nel giro di qualche secondo mi addormento senza neanche accorgermene.

D'un tratto mi sento chiamare ripetutamente e mi sveglio all'improvviso.

Vedo mia madre davanti al letto con le braccia conserte come se stesse aspettando qualcosa.

«Stavo dormendo benissimo, cosa c'è?»

«Ti sono venuta a svegliare poco fa per dirti delle cose e mi hai anche risposto, neanche il tempo di chiudere la porta che ti sei addormentata di nuovo, com'è possibile?»

«Non ricordo niente di tutto ciò, posso tornare a dormire?»

«Ti ho detto che stasera andremo a mangiare dai Cameron, quindi no, alzati e preparati che è già tardi»

Poi esce dalla stanza, ma prima accende la luce pensando possa darmi fastidio e quindi non possa tornare a dormire.

Sono capace di dormire anche con la guerra fuori casa, non mi dà fastidio la luce, ma la faccio contenta e mi alzo.

◦•●◉✿◉●•◦

Mi trovo davanti la casa di Sarah e neanche il tempo di bussare una seconda volta vedo la porta aprirsi: è Ward. Non mi sta per niente simpatico, infatti faccio un sorriso tirato e stringo la mano per evitare un abbraccio.

Entro e neanche il tempo di scambiare un sorriso anche con Rose, la compagna di Ward, che Sarah mi abbraccia e per poco non cadiamo all'indietro.

«Mi sei mancata tantissimo, Isa» dice con un filo di voce che quasi non riesco a sentirla, mi stringe ancora più forte e ricambio.

«Isabel...» Rafe?

Interrompo l'abbraccio con Sarah e corro da lui. Il suo solito profumo mi invade le narici e mi sento al sicuro tra le sue braccia.

Mi da una carezza e un bacio sulla testa e sento in lontananza qualcuno correre e urlare: è Wheezie, la sorella minore tra i tre.

«ISABEL! ODDIO ISABEL, FINALMENTE!»

La piccolina mi abbraccia da dietro e devo purtroppo interrompere l'abbraccio con Rafe.

Mi giro e mi abbasso per arrivare alla sua altezza a causa dei tacchi alti che porto. Le do un bacio sulla guancia e le chiedo come va. Con Sarah e Rafe mi ci scrivevo quasi tutti i giorni, con lei purtroppo no.

«Siete mancate a tutti quanti, soprattutto tu...» prende parola Ward, e poi si volta a guardarmi

«si è sentita molto la tua mancanza qui» continua.

Interrompo l'abbraccio e mi limito a sorridere.

«Prego, possiamo anche accomodarci, aspettavamo solo voi» prende parola Rose.

«Ci dispiace tanto di avervi fatto aspettare, ma qui qualcuno ha il sonno pesante» alza gli occhi al cielo e in risposta le sorrido mentre prendo posto.

Ormai si è fatta tarda sera, e mentre gli adulti continuano a parlare, io e Rafe usciamo fuori a parlare e fumare.

«io vi raggiungo dopo, sto un po con Wheezie e arrivo», queste sono le parole di Sarah prima di salire in stanza con la sorellina, lasciandoci quindi da soli.

Io e il biondo facciamo strada in silenzio mentre ci sediamo da qualche parte fuori e mi fermo a osservare le stelle mentre lui accende la sigaretta.

Aspira e mentre getta fuori il fumo, la passa anche a me e faccio la stessa cosa.

Andiamo avanti così fino a quando non finiamo la prima sigaretta in silenzio.

Io e lui agli inizi neanche ci sopportavamo, ma essendo la migliore amica di sua sorella Sarah era costretto a vedermi quasi tutti i giorni. Col passare del tempo poi ci siamo avvicinati sempre di più e anche da lontano abbiamo mantenuto i rapporti anche se con difficoltà.

«Mi sei mancato tanto, Rafe» distolgo lo sguardo dalla luna e mi soffermo a guardarlo, e lui fa la stessa cosa subito dopo.

Rimaniamo così per qualche secondo fino a quando non veniamo distratti dall'arrivo di Sarah.

«Anche tu, Isa», è l'unica cosa che dice prima di alzarsi, darmi un bacio sulla fronte e lasciare sole me e sua sorella, che mi guarda stranita, ma le dico di non pensarci e ci mettiamo a parlare di altro.

◦•●◉✿◉●•◦

Ecco a voi il primo capitolo!💗

Vi chiedo di scusarmi per i vari errori che vedrete ma vi assicuro che prima di pubblicare controllo e ricontrollo più volte, solo che non sempre me ne accorgo:/.
Si, è un po cortino ma vi assicuro che i prossimi saranno mooolto più lunghi rispetto a questo.
Fatemi sapere se vi piace come inizio e vi chiedo di mettere una stellina alla fine di ogni capitolo così da potermi supportare e qualche commento durante la lettura, così almeno mi diverto a leggere ciò che scrivete!

𝐑𝐄𝐅𝐋𝐄𝐂𝐓𝐈𝐎𝐍𝐒|| 𝘫𝘫 𝘮𝘢𝘺𝘣𝘢𝘯𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora