5- Amore del papà

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Dallo squarcio di un vetro

una donna corre verso casa

con un cesto di pane caldo.

Ne sento il torbido odore,

reso tale dalla sacra

menzogna di un'amorevole

madre.

Andra Indivar Veleda


Quattro anni prima...

La cucina è pervasa dal profumo del pane appena sfornato, comprato da mia madre alla bottega della signora Elena ed affettato da mio padre, che è il primo ad assaggiarlo.

Lui ha sempre amato questa pietanza, ed ama poter sentire il sapore dell'impasto al suo interno. Non possiamo di certo definirci il cliché della perfetta famiglia americana, ma facciamo il possibile per mantenere salda la rete in cui noi tutti siamo avvolti. Mio padre ama la sua donna, e mia madre ama il suo uomo.

Il principio della nostra famiglia è tutto racchiuso in questa sala, nel pane che mia madre acquista solo per noi, nelle fedi che i miei genitori baciano al mattino prima di dare inizio alla loro giornata lavorativa. Io sono orgogliosa di essere il frutto di una famiglia forgiata dall'amore, dal bene e dal rispetto.

Io e mia madre azzardiamo a rubare una fetta di pane prima che mio padre potesse riporle nel cesto, guadagnandoci un'occhiataccia carica di un finto disprezzo. Dalla dispensa, estrae il cesto in legno fabbricato da mio nonno pochi mesi prima della sua morte, decorato con del nastro disposto a forma di fiocco.

Gettato il pane al suo interno in pochi istanti, prende posto a tavola di fronte a me.

Prima che potessi afferrare la forchetta per mangiare la pasta che ho cucinato, vengo interrotta da mia madre con un tocco di mano gentile e moderato, che mi invita ad aspettare per poter dare precedenza alla sua abituale preghiera.

Lei attribuisce davvero una notevole importanza a questo momento, in quanto cristiana.

«Signore, ti ringraziamo per graziarci con la tua benedizione e per darci ancora oggi l'occasione di poter stare insieme. Ti preghiamo affinché tu benedica il cibo che abbiamo in tavola, ottenuto grazie a te», professa con gli occhi chiusi.

Ma la sua mano delicata torna a scaldare la mia in una nuova presa, segno che non abbia ancora terminato.

«Ed io, mio Signore, ti chiedo di riversare la tua protezione su mio marito, in modo da poterlo riavere tra le mie braccia dopo questa spregevole guerra, frutto della perfidia dell'uomo. Nel nome di Dio, amen».

Temo di non aver compreso. Mio padre inizia a tremare, ad arrossire, a perdere il controllo. Un modo di reagire che non ha mai dimostrato di saper usare.

L'uomo che più amo al mondo deve muoversi sul fronte ed io ne ero all'oscuro.

Perché ha aspettato che fosse mia madre a rivelarlo tramite una preghiera?

Il mio volto si fa ancora più rosso del suo, ferito dalla lacerante guerra per spedire indietro l'esercito di lacrime che minaccia di uscirvi al di fuori.

Lui lo nota, e i suoi movimenti frenati tradiscono la paura che prova nei confronti della sua stessa rabbia.

«Andra», tenta mio padre, con la voce che mi ha sempre dato ristoro, sotto la quale ho sempre saputo di potermi sentire al sicuro. Ora che so che andrà via, mi sento nuda tra il gelo del mondo. Ora dovrò tessere da sola i miei vestiti.

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