Nella mente un labirinto di specchi rotti,
voci s'intrecciano, danzano nell'ombra.
Ogni anima un riflesso, un anello perduto,
un mosaico di sogni che il tempo sgombra.
Sussurri di vita, frammenti di guerra,
un cuore che pulsa in mille battiti,
chiama alla luce, la verità è un velo,
svelando l'intimo, l'arcano segreto.
Andra Indivar Veleda
Lavanda
Torno finalmente a vedere. La mia mente è un labirinto di pensieri che cercano conciliazione, e questa casa è solo un rifugio temporaneo. Io e Joshua dobbiamo allontanarci il più possibile, ma prima, c'è bisogno che anche lui veda.
Dunque mio padre è stato portato via per "atti contro suo figlio e sua moglie", come recitato dai soldati. Eppure esiste una parte di me capace di analizzare ciò che è più profondo: esiste qualcuno a cui dare una colpa: Chloe Ferrari, mia madre.
Cinque anni fa, la sera prima del mio tredicesimo compleanno, delle urla riecheggiarono in tutta la casa. Erano frasi rimbombanti, perlopiù di mia madre. Sono riuscita ad origliare una frase in particolare: "Non sono stato io a farti questi stramaledetti graffi!", e provenivano dallo studio di mio padre.
Ho avuto modo di riflettere su quella frase di estrema rilevanza, e, cercando nella mia testa l'immagine del corpo svestito di mia madre, mi resi conto di non averla mai vista nemmeno in costume.
Eppure, ricordo benissimo che mia madre venerava il mare. Mi raccontava del suo desiderio più grande, che era quello di prendere una casa sulla costiera amalfitana e tuffarsi ogni giorno da uno scoglio sempre più alto.
Quando le proponevo di andare a fare un bagno in famiglia, le scuse erano sempre all'ordine del giorno. Per fortuna non è che ci abbia privato della gioia di un bagno, anzi, era sempre ben contenta di mandare me e Joshua in escursione con nostra zia. Con nostra zia, non con nostro padre.
Ricordo che anche nei più piccoli dettagli emergeva un'avversione non indifferente tra i due, anche causa di intere giornate in famiglia rovinate.
Il giorno successivo, ovvero uno dei monotoni e sempre uguali giorni scolastici, feci filone, tornando a casa una volta certa che i miei genitori fossero a lavoro. Rovistai tra gli scaffali di mio padre per diroccare quel muro di falsità che celava il vero, e lo feci in maniera eccelsa.
Vi erano, disperse tra le mensole della libreria, delle recenti cartelle cliniche che definivano lo stato mentale di mia madre. Cose private ed evidentemente ottenute da mio padre tramite corruzione.
"Disturbo borderline di personalità, schizofrenia". Non riuscivo a comprendere come mia madre occultasse la vera lei così bene. Non riuscivo a vedere nemmeno una chiara relazione con il litigio tra i miei genitori fino a quando i gesti violenti nei confronti di Joshua non divennero sempre più frequenti.
Mio padre, secondo le mie personalissime fonti (gli amici con la bocca troppo aperta), è sempre stato il primo ad organizzare festini nelle occasioni più inappropriate, condividendo i propri spazi e materassi con tante donne e tanti uomini. Dunque sarebbe stato incoerente da parte sua un atteggiamento di tale maniera.
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Proiettili d'amore
RomanceIl nero su bianco è sempre stata l'unica cosa a soddisfare l'incolmabile solitudine di Andra, dovuta alla morte in battaglia di suo padre e dall'assenza della madre. Neanche la fama ed il furore della critica scaturito dal suo nuovo romanzo sembrano...