1. 𝙋𝙊𝙈𝙀𝙍𝙄𝙂𝙂𝙄𝙊... 𝙌𝙐𝘼𝙎𝙄 𝙏𝙍𝘼𝙉𝙌𝙐𝙄𝙇𝙇𝙊

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«Leo!!!»Il ragazzino smise di correre quando la ragazza lo chiamò

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«Leo!!!»
Il ragazzino smise di correre quando la ragazza lo chiamò. Si buttò a terra ansimando per la fatica. Frida rise e posò la vanga. «Ti fanno lavorare eh?» chiese. Leo fece di sì con la testa, ancora a corto di fiato. «Hey Nico guarda chi c'è!» esclamò Frida all'altro ragazzo. Lui alzò lo sguardo e sorrise, poi si avvicinò al bambino. «Ciao Leo!» gli disse dandogli il cinque. Leo si passò la mano fra i capelli neri tutti sudati, poi fece segno a Frida. Lei, come d'abitudine, gli porse il secchio d'acqua e lui ci immerse completamente il viso. Nico lo prese in braccio e iniziò a farlo girare.
«Guarda che quel secchio poi dobbiamo usarlo per annaffiare le piante, quindi se non crescono sarà tutta colpa tua e del tuo sudore!» gli disse rimettendolo a terra. Frida iniziò a ridere e fece cenno al ragazzino di continuare il suo lavoro. Poi il suo sguardo rimase fisso su di lui, mentre correva goffamente verso i Costruttori, intenti a riparare un muro. Nico se ne accorse, così le chiese che aveva. «Niente, è solo che non so come faremo senza di lui.» rispose con un sorriso. «Già, porta sempre un po' di divertimento...» disse il ragazzo. «... A proposito di divertimento, stasera c'è la Fuocata, no?» chiese. Lei ci pensò un attimo e poi rispose di sì. «Beh è meglio se ti sbrighi a raccogliere la menta, fra poco passa Flor a prenderla.» disse poi.

«Dai andiamo, è tardi

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«Dai andiamo, è tardi.» annunciò Charles mentre metteva a posto i suoi strumenti da Curatore mentre Clo lo guardava seduta su una sedia. «Ho esaurito i commenti vero?» il ragazzo fece cenno di sì.
Era così che i due affrontavano i loro caratteri contrastante le giornate: Clo aveva a disposizione solo cinque commenti sarcastici e Charles solo cinque insulti. Era così che i due caratteri dei ragazzi vennero a galla: senza sarcasmo e insulti a fare da scudo. Semplicemente due ragazzi che affrontavano quell'inferno assieme.
Rimasero in silenzio per un po', poi Clo chiese: «Ce ne andremo mai?»
Quella era domanda che la tormentava. Sarebbero mai usciti dal Labirinto? Sarebbero rimasti lì per sempre? Non ne aveva idea. Però era la l'unica cosa, l'unica convinzione che la aiutava a non mollare, il pensiero che prima o poi sarebbero usciti. «Non lo so... Non credo che sia fattibile in realtà.» rispose senza cercare di nascondere quello che pensava realmente, in fondo non aveva motivo di farlo, loro due erano amici ormai da tempo. «Credi che rimarremo qui per sempre? Sul serio?»
Chiese stupita Cleo. Aveva sempre saputo che Charles non era una delle persone più ottimista del Prato, ma in quel momento era come se qualcuno avesse preso le sue speranze e le avesse bruciate. «Beh in fondo stiamo bene qua.» mormorò lui mentre si grattava la nuca, probabilmente imbarazzato di star confessando i suoi pensieri. «Stai bene qui a lavorare con me? Questo sì che è strano!» commentò lei, inevitabilmente sarcastica. Charles le rivolse un'occhiata divertita.
«Ti ricordo che hai esaurito i commenti.»
«Ops.» rispose mentre alzava le spalle e lo guardò con un sorriso sul volto. Con tutto quel tempo passato insieme avevano imparato a conoscersi e ad apprezzarsi l'un l'altro. «In fondo non sei male. disse Charles con un tono serio ma altrettanto onesto mentre la guardava dritta negli occhi.
«Già, neanche tu» rispose Cleo abbozzando un sorriso mentre sentiva il ragazzo poggiare la propria mano sulla sua, che bastò per farla diventare rossa come un pomodoro.
Aveva già avuto una conversazione con Bianca riguardo quell'argomento e Cleo aveva negato qualsiasi cosa l'amica stesse cercando di affermare ma, se reagiva in quel modo semplicemente perchè lui aveva poggiato la propria mano sulla sua, non era convinta neanche lei delle due stesse parole.
Proprio mentre Cleo fece per parlare, la porta si spancò rivelando la figura di Bianca. I suoi capelli erano tutti spettinati perché era appena tornata da una corsa nel Labirinto. «Eccoti finalmente! Non ti trovavo da nessuna parte...» iniziò ma, notando la vicinanza dei due, alzò un sopracciglio e chiese con un sorriso malizioso «interrompo qualcosa?»
«Cosa?!? Assolutamente no» rispose Cleo alzandosi immediatamente mentre si spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio e arrossendo ancora di più. «Anzi, stavo proprio venendo a cercarti, andiamo» aggiunse mentre correva verso di lei e la spingeva fuori dalla porta.
«A domani.» salutò Cleo prima di uscire.
«A domani.» rispose lui, accompagnando le sue parole con un cenno della testa.
«Interrompevo qualcosa.» confermò Bianca dopo un lungo silenzio che le due avevano trascorso a camminare una di fianco all'altra. «Non parliamone.» ribattè Cleo. L'amica non disse una parola, ma Cleo poteva giurare di averla vista soffocare una risata.

Flor appoggiò il cesto a terra, poi si sedette vicino ad una roccia solitaria nel bosco del Prato

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Flor appoggiò il cesto a terra, poi si sedette vicino ad una roccia solitaria nel bosco del Prato. Alzò la testa verso il cielo -Che nel Prato era sempre, inspiegabilmente sereno- e si mise a osservare le nuvole. Soffici e bianche, come i suoi capelli. Decise che era arrivato il momento di andare a prendere la menta da Frida e Nico, quindi diede una ricontrollata alle erbe che aveva raccolto. Foglie di Acacia, Camomilla, Biancospino ed Erba Saetta erano solo alcune delle piante che aveva racimolato fino a quel pomeriggio. Non sapeva il motivo, ma le veniva incredibilmente naturale, come se avesse il dono innato di distinguere le erbe nel sangue. Si alzò e fece per incamminarsi, ma un rumore fra i cespugli la fece fermare. Se fosse un serpente? Si chiese. Il solo pensiero le dava i brividi. Viscidi e orribilmente veloci, pur essendo privi di zampe o ali. Il rumore si fece più vicino, ma Flor tirò un sospiro di sollievo quando il presunto serpente si rivelò essere Alex. I capelli costantemente spettinati a forza di scappare dalle vittime delle sue birichinate. Si sedette dove prima c'era Flor, che si sdraiò lì vicino.
«Che hai combinato?» chiese lei.
«Che intendi?» rispose lui, anche se sapeva benissimo che intendeva la ragazza.
Lei, infatti, alzò un sopracciglio e gli rivolse uno sguardo interrogatorio.
Alex aveva una tendenza innata a fare marachelle e scherzi... Soprattutto a Philip, che, in effetti, non era famoso per la sua simpatia. Lui si sistemò meglio sul posto e la guardò negli occhi con un sorriso a trentadue denti.
«Ho messo la terra nello shampoo di Philip.» lo disse come se fosse un bambino e avesse appena fatto qualcosa che a lui pareva straordinario. Ma, in effetti, Alex sembrava un bambino.
«Cosa?!?» esclamò Flor, che stava quasi per perdere la pazienza. Lui si mise a ridere a squarciagola, mentre lei lo rimproverava. «Alex! Prima o poi ti sbattono fuori nel Labirinto se continui così! Anna ti sopporta, ma Philp, lasciamelo dire, ti odia.»
«Questo lo so, ma tanto lui odia tutti... E poi non l'ho messo io, lo ha messo Leo!» replicò lui smettendo per un momento di ridere, per poi ricominciare, pensando alla reazione del Costruttore quando avrebbe scoperto che cosa aveva fatto al suo shampoo. «Lo hai fatto fare a Leo?!?» domandò la ragazza, sempre più esasperata. Lui alzò le mani in segno di innocenza. «Non ho neanche dovuto pregarlo, ha accetto subito!»
La ragazza decise che parlare era inutile: Alex era incorreggibile.
Flor alzò gli occhi al cielo e poi si alzò, decisa ad andare a prendere la sua menta senza ulteriori distrazioni. Si legò i lunghi capelli bianchi in una coda e prese il cesto. Chiese ad Alex se volesse venire con lei, ma lui decise che era meglio rimanere lì, così quando avrebbe sentito le urla di Philip sarebbe già nel suo nascondiglio. Lei acconsentì, ma, dal Prato si levò un urlo. E, più specificamente, dalle Docce...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 18 ⏰

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