CAPITOLO 15

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CAPITOLO 15

WENDY’S POV

Non pensavo che organizzare un funerale fosse così complicato. Prima i fiori, gli invitati, la tomba, la chiesa.

È  impegnativo, lo ammetto,  ma almeno mi tengo la mente occupata. È da una settimana che non vedo ne sento Charles, ho guatdato quelche sua storia su Instagram, non sembrava ne triste ne arrabbiato. Si è trovato la sua Barbie personale con cui stare. Non sono arrabbiata con lui, o meglio, non lo sono per la ragazza. Mi ha abbandonata, mi ha vista piangere davanti a lui, mi ha urlato contro e insultato per poi andarsene via senza darmi una spiegazione. Se non sono andata alla sua gara c’era un motivo, ma lui non mi ha voluto ascoltare. Peggio per lui. Tanto adesso con quella “Alexandra” che gli gira attorno non si accorgerà neanche della mia assenza.

I giornali avevano incominciato a parlare di noi due, di come luiCharles mi aveva ‘’sostituito’’abbia “rimpiazzata” con Alexandra. Ora, invece adesso parlano solo di mia madre. Ormai credo lo sappia tutto il mondo.Probabilmente tutto il mondo adesso sa che sono orfana.

<<Wendy, tesoro, sei sei bellissima>> disse Scarlett guardandomi allo specchio.

Si, bellissima, se non fosse che mi sono fatta bella per partecipare al funerale di mia mamma.

Non risposi a Scarlett, è da quando ho saputo la notizia che non parlo molto e ho lo stomaco chiuso. Non sono una che si lascia scoraggiare dai momenti bui, poche volte mi è capitato che perdessi le parole, e questa è uno di queste.

Poco dopo entra nella stanza anche Robert per comunicare che la cerimonia sarebbe iniziata tra poco.

Quando uscì dalla porta ed andai al cimitero per seppellirla, tutti gli occhi erano puntati su di me. Amo sempre essere al centro dell’attenzione, tranne quando sembro uno zombie vivente ed è morta mia madre.

Era ora del mio discorso, me la sentivo? No. Lo avrei fatto comunque? Si.

Salii sul piedistallo davanti al microfono e iniziai a parlare:<<buongiorno a tutti. So che quello che vorrete rendite sono dei complimenti su come fosse mia madre, come fosse bella, simpatica e protettrice. Ma la verità, amici, è che non lo era>> più parlavo, più gli occhi iniziarono a pizzicare. Girovagando con lo sguardo vidi Carlos, lo avevo invitato perché era mio amico. Vidi Robert e Tom che guardavano verso il basso e poi Scarlett che mi guardava, come per dare sostegno.

Continuai con il mio discorso :<<in realtà pensavo che lo fosse, ma ho da poco realizzato che non lo è mai stata. Mio padre teneva in equilibrio la famiglia e da quando non c’è più la famiglia è caduta a pezzi, questo è evidente. Per questo, oggi seppellirò mia madre esattamente accanto a mio padre, così che forse, se si incontreranno lassù, potranno finalmente trovare l’equilibrio che hanno perso da tempo>>

Rendendomi conto che non riuscivo più a parlare, dissi un <<grazie>> un po’ sbiadito dalle lacrime e corsi via verso il parcheggio delle auto. Non sapevo neanche io perche stavo piangendo, lei non c’era mai stata, non aveva senso.

Il respiro incominciò a farsi sempre più pesante. Dovetti accasciarmi per terra per riuscire a respirare meglio.  Le mani iniziarono a tremare. Il respiro si fece sempre più corto e gli occhi sempre più colmi di lacrime.

Decisi di provare ad alzarmi e mi appoggiai al tettuccio della mia Ferrari F8 rossa. Amo la mia macchina, ed è una delle poche che ho. Come si suol dire, poche ma buone, no?

Ero convinta che mi fossi ritrovata davanti tutte macchine nere di seconda mano, o per lo meno, macchine non ricchissime, tranne magari quella di Carlos e di Robert. Ma tra le tante auto, ne vidi una che riconobbi subito: una ferrari. Non la mia ferrari, non quella di Carlos, ma quella di una persona che conoscevo molto bene: Charles. La cerimonia che si sta tenendo è privata, io do certo non l'ho chiamato, deve aver sentito parlare del funerale, oppure gli lo ha detto Carlos. Non lo so, e di certo adesso è l’uòltima cosa che mi importa.

Charles venne verso di me e mi strinse in un abbraccio. Non fu un abbraccio come gli altri, non come quello che mi ha dato all’evento; fu un abbraccio caldo, che non ti permetteva di andartene. Fu un abbraccio avvolgente, che non accettava un no come risposta e che esprimeva tutte le emozioni che stava provando in quel momento. Compassione e rimpianto.

<<che ci fai qui?>> dissi. Grazie a lui sono riuscita a calmare il mio attacco di panico.

<<Carlos mi ha avvisato, credeva che con me ti saresti sentita meglio>> fece un mezzo sorriso <<e lo credo anche io. Mi dispiace, da un certo punto di vista so come ci si sente>>

<<si, ma tu hai ancora una figura di riferimento>> sospirai <<hai tua madre>>

<<e tu hai Robert, ti basta sia da papà che da mamma>> disse sorridendo, cercando di alleviare la pressione. Sorrisi anche io, ma poi mi ricordai cosa è accaduto a casa mia a Monaco.

<<devo andare, e anche tu. Ciao>> dissi andandomene. Ma lui mi prese per il polso.

<<aspetta, non te ne andare>>

<<devo. Lo hai detto tu stesso, quando me ne sono andate ti ho fatto un favore. Adesso il favore farlo a me Charles. Non farti più vedere, né ne sentire. Con me hai chiuso>>  Dissi tornado alla tomba.

Una volta sotterrata mia madre, la maggior parte degli invitati al funerale andarono via mentre il resto degli amici, quelli più stretti, andammo tutti a casa mia a NYC. Abito in un attico, con piscina e vista su tutta la città e central park. Niente male per una ragazzina di 20 anni.

A casa mia Charles non si fece vedere. Carlos mi chiese se lo avevo visto e io gli raccontai tutto. Non espresse la sua opinione, già sapevo che avrebbe detto che siamo entrambi degli stupidi io e Charles. Ma che ci posso fare io, lui mi ha attaccato e io contrattacco.

Anche Rebecca mi venne in contro per parlare, ma subitò capi che non ero in vena quindi si limitò a sedersi accanto a me, sul mio divano di pelle, e a stare in silenzio, mentre il resto degli invitati parlava.

Robert, Tom e Scarlett mi avevano già consolata fin troppo. I due Chris, Evans e Hemswort, mi hanno abbracciata e consolata un pochetto, prendendosi in giro a vicenda. Rudy Pankow mi ha abbracciata e stessa cosa per Ian Somehalder, che era venuto in compagnia della moglie. Devo dire che Ian stava meglio con Nina.

Ho anche sospettato che tra Scarlett e Chris ci fosse qualcosa.

Le persone che non mi conoscono continuavano a venire da me per consolarmi. Chi mi conosce davvero sa che non ne  ho bisogno. Robert, Scarlett e Tom si sono tenuti alla larga, Carlos e Rebecca invece sono venuti a parlare con me un pochino. Il resto degli invitati, che non sono molti, venivano da me ad abbracciarmi e io gli dicevo puntualmente di staccarsi e che era tutto ok.

Quando finalmente la sera tocca il mio amatissimo letto, mi sembrava di essere in paradiso.

SPAZZIO AUTRICE
hi guys, nuovo capitolo.
Per rispondere a un commento scritto nello scorso capitolo: prenderò come giorno di riferimento il Mercoledì. Cercherò di essere sempre puntuale con la pubblicazione.
XOXO

Wish-Us in Red- Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora