CAPITOLO 10

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CAPITOLO 10

Quando hai 18 anni la vita suona meravigliosamente, o almeno, così dovrebbe fare. La mia in quel momento sembrava essere una vita perfetta, il provino è andato benissimo e molto presto potrò diventare un'attrice a New York . E per finire, ho il ragazzo dei miei sogni proprio accanto a me.

<<andiamo a prendere il gelato?>> chiesi al ragazzo biondo che avevo accanto.

<<sono le 23 di sera>> disse prendendomi la mano <<andiamo a fare qualcos'altro>>

<<e cosa?>> dimandai gurdandolo, sul suo volto era presente un'espressione strana, forse maliziosa. Alla festa dei 18 anni di una mia amica avevo invitato anche lui, peccato che non pensavo ci fosse così tanto alcol, anche se potevo immaginarmelo.

<<vieni con me>>. Io lo segui, senza dar peso a ciò che vedevo. Quando però arrivammo in un vicolo, chiuso e buio, incominciai a preoccuparmi.

<<cosa ci facciamo qui?>> chiesi, ormai un poco impaurita. Lui non rispose, mi guardava attentamente, come un leone guarda la sua preda.

Si avvicinò, piano piano, come se volesse non spaventarmi, ma lui non sapeva che faceva il contrario. In poco tempo, mi ritrovai attaccata al muro.

<<Cosa stai facendo?>> dissi. Ma lui sembrava non sentirmi.

Mi prese le braccia e me le sposto verso l'alto. Avvicino il suo corpo al mio e in meno di un secondo, le sue labbra erano sulle mie. Non era il mio primo bacio, ho avuto altri ragazzi, ma questo fú traumatico. Niente sentimenti, zero amore e zero passione. Non capivo cosa stava accadendo. La sua mano incominciò piano piano a scendere, accarezzandomi, prima il solco del seno, poi i fianchi e si fermò appena più sotto alla vita. Quello fu il momento che capì cosa stava per accadere.

Incominciai a dimenarmi. << Max fermati, ti prego>>. La sua mano arrivò fin sotto il mio vestitino verde, per poi passare sotto e incominciare a toccarmi il sedere. Io continuai a muovermi il più possibile, cercando di scappare.

<<stai ferma, puttana>> disse lui, stringendomi sempre di più le mani, facendomi male.Lui tornò a baciarmi, con una mano si slacciò i pantaloni, e sempre con la stessa mano, mi tirò giù le mutandine bianche in cotone. In meno di un secondo, lui entrò dentro di me. Il dolore iniziò a farsi sentire. Non ero pronta, non abbastanza, non intendo psicologicamente, era già successo in passato, ma intendo fisicamente, per questo dolore.

Incominciò a spingere, più andava avanti, più provavo dolore e più lui andava veloce. Io invece incominciai a piangere e ad urlare, pregandolo di smettere, ma lui non mi ascoltava.

Quando finì l'inferno, lui scappò via, lasciandomi lì, sola, in quel vicolo buio. Con le mani tremanti, presi il telefono e chiamai Robert.

Quella sera, come i giorni seguenti, non uscì di casa. Lui mi chiamò per scusarsi, ma io non lo ascoltai minimamente.

Dopo essermi trasferita da Robert, per coltivare i mio sogno, l'ho l'ho più visto in giro. L'unica cosa che dovevo fare, era quella di eliminare il suo orribile volto dalla mia mente.

La voce di Charles che faticava ad uscire dall'ascensore, mi risvegliò dai pensieri.

<<ei li su, mi date una mano?>>

Max si abbassò e lo aiutò. Non appena Charles fu uscito, Max ritornò davanti a me. Chissà se mi aveva riconosciuto.

<<oh, bene, vi siete conosciuti vedo>> disse Charles arrivandomi accanto <<Wendy, lui è Max, amico e avversario di F1>>

I miei pensieri continuavano a girovagare per la mente, le orecchie sembravano tappate e il mondo aveva preso a girare. Quando Charles ripetè il mio nome preoccupato, mi ricomposi.

<<si, piacere di conoscerti, Max>>

Decisi di fare finta di niente, era meglio per tutti. Charles non rischiava di picchiare qualcuno, Max non riusciva a di essere picchiata e, beh io ci guadagnavo la salute mentale.

<<piacere mia signorina Wendy, la mia ragazza e mia figlia adorano i tuoi film>>

Mi ingozzai con la saliva, ma sorrisi lo stesso, tutto grazie al mio lavoro.

Figlia e ragazza? Sono passati da 2anni, era già fidanzato quando è stato con me? Ha tradita la sua ragazza? Dovrei chiederglielo?

Charles parlò di nuovo, era bravo a distrarmi dai miei pensieri :<< grazie per averci salvato mate>> gli diede una pacca sulla spalla <<ora andiamo. Ci vediamo Max>>

<<ciao Max>>

<<ciao Wendy>>



Appena arrivati in stanza, mi sedetti sul letto e Charles mi si mise davanti. Ero frastornata, rivedere Max, dopo anni dall'accaduto, mi ha destabilizzata mentalmente. Charles sembrava essersene accorto.

<<tutto bene?>>

<<si, non mi sono mai piaciuti gli ascensori>> risposi guardandolo negli occhi. Sono così belli, cavolo. Potrei nuotarci dentro. Mi alzai :<<ora vado, devo fare le valige, devo tornare a Monaco.>>

<<cosa? Di già? Non stai qui ancora un po'?>> chiese lui prendendomi la mano e bloccandomi.

<<emh, no, il copione mi è arrivato stamattina, tra un mese dovrò ritornare qui in America per iniziare le prove, vorrei tornare a godermi la vacanza>>

<<oh, si certo>> sembrava arrabbiato, forse deluso. Grazie ai suoi occhi cristallini si riescono a percepire tutte le emozioni che sta provando. Per questo, mi avvicinai a lui, piano piano. Abbiniamo il mio volto al suo e gli diedi un bacio. Sulla guancia. Poi lui sorrise.

Mi allontanai <<ciao>>

<<ciao>>.

SPAZIO AUTRICE
Già, il nostro amico Max ha dei precedenti, chi lo avrebbe mai pensato.
XoXo

Wish-Us in Red- Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora