Capitolo 10 - Doppio Gioco

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Mentre il suono delle onde che si infrangevano sulla riva creavano un dolce sottofondo, Yaman strinse Eva a sé, sentendosi completamente avvolto dall'intensità di quel momento. Dopo l'amore, lei si era addormentata tra le sue braccia e lui era rimasto sveglio per tutto il tempo a vegliare lei e quel fuoco da cui era tanto spaventata. Il fatto che nonostante la paura si fosse fidata di lui, che si fosse addormentata sul suo petto sentendosi al sicuro, lo riempiva di tenerezza dolceamara.

Guardò Eva respirare dolcemente, i capelli scompigliati dal vento della notte che le incorniciavano il viso. Ogni respiro che lei prendeva sembrava sollevarle il petto in un ritmo lento e regolare che per lui suonava come una melodia rassicurante. Nonostante la gravità della loro situazione, e le bugie che pendevano tra loro come spade di Damocle, in quel momento Yaman si sentiva incredibilmente vicino a lei. Mentre la guardava, Yaman rifletté su quanto fosse profondamente e disperatamente preso da lei. Ogni momento passato con Eva aveva lasciato un'impronta indelebile sul suo cuore, e nonostante sapesse di averla ingannata, il suo desiderio di proteggerla, di vederla felice e al sicuro, sovrastava ogni altra preoccupazione. La paura di perderla a causa delle verità nascoste lo tormentava, eppure, vedendola così tranquilla nelle sue braccia, si promise di fare tutto il possibile per meritarla, per essere l'uomo che lei meritava, o quantomeno un uomo decente.
Ogni tanto, le sue mani si stringevano intorno a lei un po' più forte, come per assicurarsi che fosse ancora lì, reale e con lui, consapevole che ogni momento con lei poteva essere l'ultimo prima che la verità emergesse. Aveva iniziato il suo soggiorno sull'isola con l'intento di manipolare le circostanze a favore del padre, di infiltrarsi nell'hotel di Eva per ottenere le informazioni necessarie a facilitare l'acquisizione ostile che avrebbe distrutto tutto ciò che lei amava. Ogni bugia, ogni mezza verità, compreso il nascondere il proprio cognome e il proprio vero ruolo nell'azienda di famiglia, erano stati calcolati per proteggere se stesso e il suo scopo, ma ora quegli stessi inganni lo strangolavano con il peso del rimorso.
Il pensiero di Meryem, la sua fidanzata per convenienza e non per scelta, aggiungeva ulteriore amarezza alle sue riflessioni. Non voleva sposarla; non aveva mai voluto. Era un impegno forzato da considerazioni di affari familiari, non da affetto o desiderio. Eppure, ogni azione che avrebbe potuto prendere per liberarsi di quel vincolo avrebbe avuto ripercussioni non solo su di lui ma anche su Eva, la donna che ora occupava ogni angolo del suo cuore. La prospettiva di perdere Eva una volta scoperte tutte le verità era dolorosa. Yaman si sentiva dilaniato tra il dovere verso suo padre, un uomo che non aveva mai veramente capito né apprezzato i suoi veri desideri, e il suo bisogno viscerale di proteggere Eva, non solo dalle minacce esterne ma soprattutto da se stesso e dai segreti che portava."Come posso cambiare le cose?" mormorò Yaman guardando Eva dormire. Il suo cuore si stringeva al pensiero del dolore che le avrebbe causato quando tutto sarebbe venuto a galla. La storia d'amore che stava vivendo con Eva sembrava destinata a finire malissimo, una narrazione dalla quale non poteva uscire vincitore.
Con il cuore pesante, Yaman accettava la crudele ironia del suo destino: per quanto desiderasse stare con Eva, sapeva che l'unico modo per proteggerla davvero sarebbe stato allontanarla da sé. Eppure, nonostante questa consapevolezza, dal momento che l'aveva conosciuta, non riusciva a immaginare la sua vita senza di lei. Ogni pensiero, ogni decisione futura, ora sembrava intrecciarsi irrimediabilmente con il desiderio di rimanere al suo fianco, di sfidare il destino e di cercare una via d'uscita da un labirinto di menzogne, anche a costo di sacrificare tutto ciò che aveva sempre creduto importante.

Mentre la luce dell'alba iniziava a filtrare attraverso le nuvole sparse, Eva si svegliò lentamente, la mente ancora avvolta nella nebbia del sonno e del ricordo della notte appena trascorsa con Yaman.
La fresca brezza mattutina solleticava la sua pelle, il vento si era drasticamente calmato e la burrasca era finita. Il calore del corpo di Yaman intrecciato al suo le confermò che no, non lo aveva sognato.
"Non è stato un sogno allora..." disse dando voce ai suoi pensieri.
Yaman la guardò con un espressione dolce e sorrise. Con un gesto tenero e protettivo, scostò una ciocca di capelli che le era caduta sul viso, posandosi all'angolo della bocca. Le sue dita sfiorarono la sua pelle diafana con leggerezza, provocandole un brivido lungo la schiena.
Poi con una delicatezza che contrastava con la selvaggia passione di quella notte, Yaman si chinò e depositò un bacio morbido proprio su quell'angolo. Eva chiuse gli occhi, assaporando la sensazione di quel bacio e il calore che quel semplice contatto con lui diffondeva.
Eva alzò un po' la testa e si accorse che lui fosse ancora completamente nudo, sgranò gli occhi nel vederlo ancora teso ed eccitato e arrossì fino alla punta dei capelli ripensando ai livelli di intimità che avevano condiviso. Yaman si accorse del suo imbarazzo e sorrise, guardandola con malizia. Le prese il mento tra le dita e la obbligò a spostare lo sguardo sul suo viso e prima ancora che lei si rendesse conto di quello che stava facendo, si protese verso di lei e le baciò quelle labbra tentatrici.
Le tracciò con la lingua il contorno delle labbra, sollecitandola a concedergli ciò che desiderava.
Ed Eva glielo concesse, schiudendo la bocca permettendogli un facile accesso. La lingua di lui la invase assaporando l'intimità di quel gesto.
Yaman la voleva di nuovo con tale intensità da non riuscire più a ragionare. Mentre le tracciava una scia di baci infuocati sul collo, lei gettò la testa all'indietro scoprendo la pelle delicata della gola e sospirò di piacere. Yaman avrebbe voluto di nuovo accarezzarla ovunque, sollecitare gemiti più intensi, sentirla contorcersi nuovamente sotto di sé.
Ma era l'alba e i soccorsi sarebbero arrivati da un momento all'altro e non potevano rischiare di farsi trovare lì in quella maniera. Quindi controvoglia si staccò da lei, salendo a baciarle un ultima volta le labbra.
"Ho tutta l'intenzione di continuare questo più tardi..." le sussurrò sensualmente nell'orecchio. "Ma tra poco arriveranno i soccorsi, probabilmente con un rimorchio per la barca e credo che dobbiamo renderci un po' più presentabili."
Eva sorrise alle sue parole. Sentì una dolce euforia diffondersi dentro di sé all'idea che Yaman volesse vederla ancora. La notte trascorsa insieme a lui su quella spiaggia era stata inaspettata e incredibilmente appassionata, superando ogni sua aspettativa sulle doti di lui. Dopo la tempesta iniziale, era stata una di quelle rare volte in cui tutto sembrava magicamente al posto giusto. Sapere che non sarebbe stata l'unica volta, sapere che lui la desiderasse ancora, aggiungeva una dolcezza ancor più profonda al suo stato d'animo appagato.

Ultima Estate a IdosthenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora