Capitolo 23 - Un'incredibile coincidenza

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La sera successiva, Yaman arrivò in ritardo al Mikla, il ristorante che Beril aveva prenotato per la loro cena con Erdem. Mikla si trovava all'ultimo piano del Marmara Pera Hotel, situato nel vivace quartiere di Beyoğlu, a circa venti minuti di auto dall'appartamento di Yaman a Bebek. Il traffico di Istanbul, tuttavia, aveva allungato il viaggio e reso l'arrivo di Yaman ancora più tardivo del previsto. Non appena entrò nel ristorante, Beril, seduta a un tavolo vicino alla vetrata, gli fece subito un cenno per attirare la sua attenzione. Yaman si fermò per un momento, prendendosi il tempo per orientarsi e osservare il locale.
Mikla era tutto ciò che Beril gli aveva descritto e forse anche di più. L'atmosfera era sofisticata, con un design moderno che univa eleganza e calore. Le pareti erano adornate da opere d'arte contemporanea, mentre il soffitto basso e le luci soffuse creavano un ambiente intimo e accogliente. Il pavimento in legno scuro rifletteva le luci dorate delle candele disposte sui tavoli, che aggiungevano un tocco di romanticismo all'intero spazio.
Ma la vera meraviglia era la vista. Le ampie vetrate che correvano lungo tutto il perimetro del ristorante offrivano una panoramica spettacolare su Istanbul. Da un lato, le luci della città scintillavano come stelle contro il cielo notturno, mentre dall'altro, il Bosforo si stendeva maestoso, con le sue acque calme e scure che riflettevano le luci dei ponti e delle navi che passavano lentamente. La vista era mozzafiato, un mix perfetto tra il caos vivace della città e la serenità del mare.
Yaman si guardò brevemente intorno, notando l'eleganza degli altri ospiti, molti dei quali erano chiaramente uomini d'affari o coppie che festeggiavano occasioni speciali. L'aria era permeata da una leggera musica jazz che suonava in sottofondo, aggiungendo un tocco raffinato all'esperienza culinaria. Il personale, vestito in uniformi impeccabili, si muoveva con grazia e professionalità, garantendo che ogni dettaglio fosse curato alla perfezione.
Con un sorriso accennato, Yaman si diresse verso il tavolo di Beril. Accanto a lei, un uomo bruno dai capelli folti e ricci e dagli occhi azzurri si alzò per salutarlo. "Erdem, che piacere, vecchio mio," disse Yaman, avvicinandosi per stringergli la mano e dargli un affettuoso abbraccio, accompagnato da qualche pacca sulla spalla. Erdem ricambiò con calore, felice di rivedere il suo amico dopo tanto tempo.
Nonostante Yaman sapesse che il Mikla fosse un posto molto elegante, aveva scelto un abbigliamento casual ma comunque curato. Indossava un maglione di lana sottile grigio scuro, che si abbinava perfettamente a un paio di jeans neri dal taglio classico. Completava il look con una giacca sportiva color antracite e un paio di snickers nere di Dior, un insieme che, pur essendo informale, trasmetteva comunque un'eleganza sobria e adatta alla stagione alla piena stagione autunnale.
"È passato un po' di tempo, Yaman," disse Erdem, sorridendo mentre si accomodava di nuovo accanto a Beril. "Sono contento di rivederti. Beril mi ha raccontato delle tue scelte di carriera... devo dire che sono rimasto impressionato."
Yaman sorrise con modestia, sedendosi al tavolo. "Sì, è stata una strada complicata, ma necessaria. Sapevo che non potevo continuare a vivere secondo le aspettative degli altri. Diventare medico era ciò che volevo davvero."
Beril li osservava con affetto, felice di vedere che tra i due uomini c'era ancora quella vecchia complicità. "Sapete," intervenne, "sono davvero orgogliosa di entrambi. Erdem ha ripreso in mano la sua vita, ha persino aperto il suo studio di architettura. E Yaman... beh, sappiamo tutti quanto tu abbia combattuto per arrivare dove sei ora."
"Grazie, Beril," rispose Erdem, sfiorandole la mano con un sorriso. Poi si rivolse a Yaman. "E tu? Com'è stata l'esperienza di tornare a Istanbul dopo tutto quello che hai passato?"
"È stato... intenso," ammise Yaman, riflettendo per un attimo. "Ma sento di aver trovato il mio posto. Il lavoro al pronto soccorso è duro, ma gratificante. Non cambierei nulla di ciò che ho fatto, anche se a volte penso a quanto sia costato."
Mentre conversavano del più e del meno, soprattutto di lavoro e delle loro esperienze recenti, un cameriere si avvicinò silenziosamente al tavolo, portando loro i menu. "Signori, buonasera," disse con un sorriso professionale. "Benvenuti al Mikla. Posso iniziare portandovi qualcosa da bere?"
Yaman prese il menu, scorrendo rapidamente le pagine. "Beril, Erdem, vi piace il vino rosso?" chiese, alzando lo sguardo verso di loro.
"Certo," rispose Beril, mentre Erdem annuiva in segno di assenso.Yaman fece un cenno al cameriere. "Portaci una bottiglia di Château Margaux, 2012, per favore."
Il cameriere annuì, apprezzando la scelta sofisticata. "Subito, signore. È una scelta eccellente. Posso aiutarvi a scegliere i piatti da abbinare al vino?"
Yaman e i suoi commensali sfogliarono il menu, discutendo i piatti con entusiasmo. "Penso che opterò per l'agnello con purea di patate dolci e verdure di stagione," disse Yaman. "È un piatto robusto, dovrebbe andare bene con il vino."
"Mi piace," rispose Erdem, "ma io penso che prenderò il filetto di manzo con salsa di funghi porcini. È uno dei miei preferiti."
Beril, dopo aver considerato attentamente le opzioni, scelse invece un piatto a base di pesce. "Io prenderò il branzino al forno con crema di cavolfiore e tartufo. Ho sempre amato il modo in cui qui cucinano il pesce."
Il cameriere prese nota delle ordinazioni con professionalità, e mentre si allontanava, Yaman sollevò il bicchiere d'acqua e fece un brindisi informale. "A noi, a questa serata e a nuove opportunità," disse, guardando con affetto la sorella e l'amico di sempre.
"A nuove opportunità," ripeté Erdem, sorridendo mentre i tre bicchieri si toccavano leggermente, il suono cristallino che si diffondeva nell'atmosfera raffinata del ristorante.

Ultima Estate a IdosthenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora