Capitolo 36 - Ada Kahraman

78 12 10
                                    

Dopo un'altra notte insonne trascorsa a vegliare su Ada, che per fortuna sembrava essersi ripresa completamente, Eva si preparava con una certa apprensione per portare la bambina a casa.
Il medico di turno aveva ordinato le dimissioni, e subito Eva aveva inviato un messaggio a Yaman per informarlo. La risposta arrivò rapidamente, ma fu un semplice e secco Aspettami. Quel messaggio, breve e privo di qualsiasi calore, le fece avvertire un nodo allo stomaco. Non sapeva esattamente cosa aspettarsi da quell'incontro, ma una cosa era certa: nulla sarebbe stato come prima.
Eva cercò di sfruttare il tempo a disposizione per preparare Ada al meglio. Le pettinò i capelli con cura, la lavò con dolcezza e la vestì con i suoi indumenti preferiti: una felpa con Pepee, il personaggio del suo cartone preferito, e un paio di pantaloni della tuta, comodi e pratici, proprio come piaceva alla sua bambina che, nonostante la sua tenera età, aveva già le preferenze di un piccolo maschiaccio. Mentre la vestiva, Eva non poté fare a meno di osservare quanto Ada fosse cresciuta, quanto fosse forte nonostante tutto quello che aveva passato. Non vedeva l'ora di riportarla a casa, di farla tornare alla sua routine, ma il futuro le appariva nebuloso, incerto.
Cosa sarebbe successo adesso che Yaman aveva scoperto la verità? Come sarebbe cambiata la loro vita? Ada, per quanto ancora inconsapevole di tutto, si sarebbe certamente affezionata a Yaman in breve tempo, ne era sicura. Lui era uno di quegli uomini che ti entrano nel sangue, ti conquistano senza sforzo, proprio come aveva fatto con lei anni prima. Ma l'affetto di Ada non era ciò che la preoccupava maggiormente, perché era chiaro che Yaman fosse già il suo grande eroe.
Quello che la tormentava era il modo in cui avrebbe gestito il suo rapporto con Yaman. Lui la odiava, lo vedeva chiaramente nei suoi occhi, nelle sue parole fredde e nei gesti distaccati. A malapena riusciva a guardarla in faccia, e ogni volta che le rivolgeva la parola, la sua voce era priva di qualsiasi traccia del calore che una volta li univa. Quella consapevolezza la stava distruggendo. Eva aveva previsto che Yaman avrebbe potuto reagire male, lo sapeva fin dall'inizio, ma il peso di quella realtà era più schiacciante di quanto avesse immaginato. La sua anima era tormentata dall'idea che non ci sarebbe stata alcuna possibilità di redenzione, nessun modo per recuperare ciò che avevano perso. L'amore che li aveva legati con tanta intensità non si era mai spento, questo lo aveva capito in quelle poche ore passate insieme a Izmir. La fiamma della loro passione ardeva ancora, forse più vivida di quanto non fosse mai stata, ma era una fiamma che bruciava nel vuoto, senza più uno scopo.
Yaman non l'aveva mai guardata così. Quegli occhi che un tempo si accendevano di desiderio e dolcezza, che le trasmettevano sicurezza e amore, ora erano gelidi, vuoti, privi di qualsiasi emozione.
Le sembrava di guardare in un abisso, un abisso che lei stessa aveva creato con le sue scelte. Non riusciva a scorgere nessuna luce in fondo a quel tunnel. Il pensiero che Yaman non l'avrebbe mai perdonata la divorava dall'interno, facendola sentire sola, disperata. Eva sospirò profondamente, guardando Ada che giocava con il suo peluche preferito.
La sua bambina era la sua unica certezza in quel caos, l'unica ancora che la teneva legata a una realtà che stava rapidamente sfuggendo al suo controllo. Ma anche questa certezza era minacciata dalla presenza di Yaman, da quel padre che ora voleva giustamente far parte della vita di sua figlia, e che non aveva più nulla da condividere con lei se non quel legame indissolubile.
Con ogni probabilità, sarebbe stata solo la madre di Ada agli occhi di Yaman, nient'altro. E quella consapevolezza la gettava in un abisso di tristezza da cui non sapeva se sarebbe mai riuscita a riemergere.

Si preparò mentalmente all'inevitabile confronto con lui, quel momento in cui lui sarebbe arrivato e le avrebbe chiesto di nuovo spiegazioni, o peggio, non le avrebbe chiesto nulla e si sarebbe limitato a prendere in mano la situazione, escludendola del tutto.
Guardò Ada, che sorrideva con innocenza mentre giocava con la scimmietta, ignara di tutto quello che stava accadendo attorno a lei. Quell'innocenza era tutto ciò che voleva preservare, e il suo dovere in quella vita era fare tutto il possibile affinché sua figlia avesse una vita felice, anche se questo significava rinunciare a qualsiasi speranza di riconciliazione con Yaman.

Ultima Estate a IdosthenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora