3. Secrets

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SUMMER

Mi guardo intorno, il bar è molto carino, le mura e le sedie sono tutti sul tono del mare, trasmettono molta calma ed è quello che mi serve ora.
L'aroma del caffè mi mette di buon umore, Beck mi passa la tazza di caffè , «Tieni che ti serve.»

Ne bevo un sorso «Si vedono tanto le occhiaia?» chiedo nella speranza di una risposta negativa e invece Beck annuisce vivamente, lo sapevo. So di dover smettere di fare serata ogni singolo giorno ma non ho potuto resistere, mi serve. Devo sempre distrarmi e l'unico modo che conosco e andare a una festa, bere fin quando mi sento leggera, come se non ci fossero più problemi attorno a me, dimenticare che io sono sempre un problema, che sono difettosa, c'è qualcosa che non va in me.

«Dovresti smetterla di fare serata ogni sera non credi? Adesso dobbiamo concentrarci sullo studio.» Beck mi fa la ramanzina e questo mi stupisce, di solito è il contrario, sono io che do lezioni di vita al ragazzo qui davanti.

«Lo so Beck, non c'è bisogno di sottolineare l'ovvio. Comunque fra poco dovrebbe venire anche Flora, l'ho chiamata prima e mi ha detto che stava arrivando.»

Beck si alza per andare in bagno , ma lo fermo

«Io e te dobbaimo parlare lo sai Beck, devo trovare i ragazzi che ti hanno ridotto in quel modo e li distruggerò fosse l'ultima cosa che faccio. » Mi ignora e se ne va in bagno, nel mentre che aspetto il suo ritorno bevo il caffè e scrollo sul telefono vari social per passare il tempo.

La campanella del negozio segna l'arrivo di qualcuno, mi giro nella speranza di vedere Flora ma la persona che appare è l'ultima che vorrei vedere sulla faccia della terra, si guarda un po' in giro, incrocia il mio sguardo, sta camminando verso la mia direzione, sta venendo qui? No ti pre-

«Buongiorno biondina, anche tu qui?» si siede davanti a me, il posto vuoto lasciato da Beck che se ne andato in bagno.

Ha una bella faccia tosta a farsi vedere.

Si passa le mani tra i capelli disordinati, si umidisce le labbra, punto lo sguardo su quest'ultime, il labbro inferiore ha un piccolo taglio, taglio che ci si procura con un bel pugno in faccia, rido leggermente, certo che di pugni in faccia a quanto pare ne prende tanti. Se lo meriterà sicuramente.

«Cosa vuoi?» Chiedo diretta, l'ultima volta che l'ho visto è stato in caffettiera, da quel preciso momento è passato una settimana. Una settimana da quando ho incrociato il suo sguardo e da quando mi ha chiesto la moto.

«La moto.» dice secco.

Sbuffo rumorosamente, ho portato la sua stupida moto tutti i giorni sperando venisse a prendersela e invece non si è mai presentato.

«Stai scherzando spero, te l'ho portata per una settimana, tutte le mattine, davanti all'entrata aspettandoti, ma non sei venuto quindi adesso te la porterò quando ne avrò voglia.»

Si sistema meglio sulla sedia, si sistema i capelli di nuovo e sospira. «Non sono potuto venire a lezione di conseguenza non potevo prendere la moto. Mi serve entro stasera.»

Lo guardo da capo a piedi, mi prendo il tempo per esaminarlo, dal suo linguaggio del corpo deduco che gli serva davvero e in modo disperato. Perfetto.

«Non è un mio problema,io ho da fare oggi, te la porterò un altro giorno delinquente.» Sfoggio un sorriso falso, spero vada su tutte le furie, voglio farlo un po' incazzare, ho sprecato il mio tempo per portargli la moto tutti i giorni, adesso pretende che corra a prendergliela, le sue occasioni le ha avute, adesso quando avrò voglia gliela consegnerò. Lo faccio solo per darli fastidio, se lo merita.

STORMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora